Il disagio non viene via con me

A costo di diventare antipatica, ma antipatica forte, mi dispiace, però devo dirlo. Ieri sera, mossa da una sorta di dovere civico più ancora che di curiosità, ho visto il programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano. E no, non mi è piaciuto. Nonostante alcuni singoli momenti fossero riusciti, e altri, anche se meno riusciti, con quello che gira mediamente nella nostra tv ormai fossero vedibilissimi e anzi avercene, man mano che le inquadrature e gli ospiti si succedevano gli uni agli altri sentivo dentro un fastidio montante, che pur con tutta la buona volontà non riuscivo a zittire, perché mentre lo provavo mi sentivo in colpa da sola, e mi davo delle merdaccia, però il fastidio rimaneva là, nonostante tutto.

Un programma come Via con me si guarda e si appoggia a priori, non fosse altro per la sordida guerra e i tentativi di censura che ha dovuto dribblare per andare in onda. E anche Saviano si appoggia a prescindere, perché uno scrittore disgraziato che per aver scritto un romanzo sulla camorra deve vivere sotto scorta a rinunciare alla normale esistenza quotidiana non lo si può attaccare, anche se poi la sua scrittura a te non piace poi tantissimo, e quando lo senti parlare lo trovi retorico fuor di misura sei volte su dieci. Pure Fabio Fazio, poi, a me sta simpatico, perché a tratti è irritante con quella sua bonomia troppo ostentata e il perenne tentativo di far dell’understandment che invece diventa vezzo, ma tanto di cappello, è l’unico in Italia a riuscire a fare un programma culturale, quasi in prima serata, forse perché quasi nessuno si accorge che parla di libri. Quindi mi sono messa davanti allo schermo con la migliore disposizione d’animo, e persino pronta a giustificare le pecche e le approssimazioni, dacché lavorare con il fiato sul collo di Viale Mazzini e sapendo che i dirigenti della Rai e metà Parlamento non ti vogliono in onda non è certo un bel lavorare.

Ma poi non ce l’ho fatta. Quando Saviano ha cominciato la tirata sulla “macchina del fango”, qualcosa dentro ha cominciato a rumegare. Sì, certo, stava dicendo cose sacrosante: e il caso Boffo, e la casa a Montecarlo di Fini, e la delegittimazione che passa sulle persone e non attacca le idee, ma il privato di ciascuno. Però tutta l’invettiva mi è sembrata così generica da risultare loffia, retorica, poco circostanziata. Non si possono fare invettive di quel tipo, forse non servono a niente: serve un bel servizio in stile Report, con dati, fatti precisi, magari dichiarazioni piene di menzogne sbattute in faccia tramite rvm a chi le ha appena rilasciate, sennò tutta quella indignazione, pure giustissima, pure basata su fatti, appare come una generica geremiade dell’intellettuale fighetto, che i fan applaudono spellandosi le mani, ma gli altri (mi sono messa nei panni di uno spettatore/elettore di Destra) recepiscono come qualcosa che passa e che va: Saviano non è un Feltri, ma se fa certe tirate in tv agli occhi di chi ascolta sembra un po’ uguale, e l’unica differenza fra chi sta a Destra e chi ha Sinistra, nella percezione comune, finisce coll’essere che a Sinistra ci si offende per le zoccole e i dossier su Boffo, e a Destra invece per i trans e gli appartamenti di Fini.

Il fastidio stava già montando sordo, dunque, quando è apparso Niki Vendola, a legger la lista dei vari modi in cui in Italia ti possono dare dell’omosessuale. E anche qua, mi sono sentita in colpa: perché a me Vendola sta simpatico, e poi solidarizzo con lui perché avere il coraggio di dirsi gay in Italia, persino a Sinistra, vuol dire avere carattere da vendere, e sangue freddo, e “palle” tante quante molti machi eterossessuali certificati da centinaia di conquiste manco si sogneranno mai di possedere.

Però io lo guardavo, Niki Vendola, e mi chiedevo, in quel preciso istante: ma cazzo, non c’era qualcun altro che poteva leggerla, quella lista benedetta? Perché proprio lui, perché un politico, perché uno che rischia di essere il leader della Sinistra alle prossime elezioni doveva stare là, in tv, ad occupare lo schermo? Mi sono chiesta, ma se al suo posto si fosse presentato un Giovanardi a cantare le lodi della famiglia cattolica, una Binetti o una Roccella a parlare del fine vita, un Rutelli a parlare di non so cosa, a me elettrice e spettatrice di centrosinistra non sarebbero girate le palle? E non diciamo che la Roccella, Giovanardi o la Binetti sono di tutt’altra pasta e di tutt’altro valore: non è un’obiezione valida, non si sta parlando di persone, ma di principii. Io che mi incazzo se i politici di centro destra usano i programmi tv per farsi vedere sotto qualche aspetto meno istituzionale e intercettare così le simpatie di pancia del pubblico, ce lo avevo lì davanti uno dei miei che faceva la stessa cosa, uguale uguale, e non trovavo una giustificazione per salvarlo.

È una brutta cosa il disagio: ci sono volte in cui invidio quelli che non lo avvertono, come invidio ogni tanto quelli che riescono a credere in una cosa fino in fondo, senza che un dubbio si affacci mai. Stavo lì davanti allo schermo e mi sentivo in colpa, e soprattutto mi sentivo una gran rompicoglioni; una di quelle sofiste maledette che sotto l’eruzione di Pompei hanno perso la vita perché si sono attardate, in casa, a spolverar via la cenere. Saviano raccontava la storia di Giovanni Falcone, attaccato da tutti in vita, persino dagli intellettuali di sinistra, perché accusato di essere un po’ carrierista, di usare l’antimafia per avere visibilità, di aver accettato di collaborare con un Governo in cui allora c’erano Andreotti e Martelli.

E mentre passavano i filmati mi chiedevo se anche io non stessi in fondo comportandomi in modo identico a quei cacadubbi là, che si sono zittiti solo quando Falcone, saltando per aria, non ha confermato che la mafia ce l’aveva davvero con lui. Dato che la situazione in Italia fa ormai così schifo, forse i sottili distinguo come i miei sono vigliaccate, e bisogna passarci sopra e lasciar stare, perché quando le regole vanno a puttane, devono andare a puttane per tutti: non si può tenere in mano elegantemente le carte da scala quaranta quando l’altro bestemmia, urla e ti minaccia con la pistola per vincere il piatto. Ma niente, il disagio è rimasto là, come un macigno sullo stomaco, non s’è spostato. Se devo vincere diventando uguale a quelli che combatto, se devo giustificare eccezioni alle regole che mi arrabbio tanto quando vengono trasgredite dagli altri, ci sto male lo stesso, non mi sento vincitrice, non mi sento a posto, non mi piace, non mi va.

Ho chiuso la tv, e sono andata a letto, trascinandomi dietro questo senso di disagio, di impotenza, di rabbia: per ciò che è questo paese, per quello che ci ha fatto diventare tutti, per l’imbarbarimento che ormai ha travolto ogni cosa, trasformandoci in membri di fazioni opposte che si combattono senza esclusioni di colpi, senza pietà. Sono andata a letto portandomi anche addosso come un macigno il senso di vergogna per non riuscire comunque io ad entrare o ad aderire appieno ad una delle due fazioni, come invece la situazione richiederebbe, anzi, come forse sarebbe il caso di fare, ma non mi riesce.

Ho dormito poco e male, stanotte. E non posso nemmeno chiedermi chissà perché.

 

60 Comments

  1. Sai, Galatea, io la trasmissione l’ho vista a pezzi e bocconi perchè cascavo dal sonno, ma condivido in pieno il tuo disagio. A me, sinceramente, il bravo a prescindere, l’indiscutibile, l’Eletto, danno un po’ fastidio. E se in fondo in fondo non ti diverti o vedi colare dallo schermo un blob appiccicoso di retorica mentre gli altri applaudono solo, ti tocca sentirti pure in colpa.

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  2. Certo avremmo bisogno di ritrovare un vocabolario comune che parlasse di ideali e di etica senza passare attraverso alla retorica.
    L’imbarazzo ci sta tutto, forse anche un pizzico di noia, come ci sta tutto il senso di colpa che si prova alla fine. Però ci vuole coraggio per fare una trasmissione simile in tempi come questi. Sicuramente la maggior parte dell’Italia ha visto il grande fratello, guarda dentro ad una casa incapace di guardarsi dentro. Ormai siamo degli snob pretenziosi, avezzi alle comodità e alla perfezione. Certo Report è più incisivo. Anno zero ha il tanto richiesto dibattito. Saviano è un coro a senso unico. Nessun contraltare. Ci fa sentire meno corretti e anche meno democratici. A parte il fatto che come popolo che sta dall’altra parte abbiamo troppe fisime. Mica ci fa lo stesso effetto Vespa o Fede no? Mica che li approviamo, solo non li guardiamo.
    Per stavolta allora andrò di nuovo controcorrente. Benvenga Fazio, Saviano, Benigni e Vendola, purchè l’equilibrio venga ristabilito. Poi se non mi è proprio piaciuto tipo un film di Spielberg, pazienza avrò imparato una lezione in più. Solo Berlusconi riesce a fregarti con la telecomunicazione.

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  3. @rossaura: Saviano non è la stessa cosa di Emilio Fede, e Fazio nemmeno. E certo, capisco che il momento storico è quello che è, e quello che c’è attorno è molto peggio di Vieni via con me: l’ho detto. Però resta sempre il problema di fondo: alcune cose di quella trasmissione mi hanno messo di cattivo umore. Perché se io applico la regola che per riequilibrare una cosa di destra orrenda posso rispondere con una cosa sbilanciata a sinistra e facciamo patta così, e per ogni Giovanardi basta invitare ogni tot puntate un Vendola (o viceversa) non è che miglioro di molto la situazione: è la logica di fondo che va rovesciata. Altrimenti vincono loro.

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  4. Anch’io ho avuto lo stesso disagio e, semplicemente, non ho visto la trasmissione. Non so se l’analisi da te fatta sia corretta e io non ho altre teorie da proporre per giustificare il nostro (permetti?) disagio.
    Insomma, c’è qualcosa che non quadra, che stona.

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  5. Certo… e non è una colpa. Spero non sia una colpa il fatto che… mi è proprio piaciuto, e un sacco. So che abbiamo gusti diversi. Ad esempio, come ti ho più volte detto, non so cosa ci trovi negli uomini.

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  6. Milioni di persone non sanno leggere le immagini in movimento. Vedono, ma non sanno decodificare il linguaggio delle immagini in movimento, non ne conoscono la sintassi. Abbiamo tutti l’illusione che siccome abbiamo visto siamo testimoni della verità. L’apprendimento televisivo ci ha abituato ad una bassa sorveglianza, ad un basso controllo razionale.
    Ora certe trasmissioni televisive ci danno un’altra illusione: quella che si possa sfuggire all’appiattimento televisivo. Che possiamo tornare ad essere HOMINI LEGENTES, uomini di lettere e non di immagini viste velocemente.

    I sette milioni di italiani cos’hanno imparato ieri?
    CHIEDIAMOCELO.
    Io dico che hanno imparato che Saviano è un bravo ragazzo (sì, quello che c’ha la scorta perchè la mafia lo vuole uccidere, che schifo sti siciliani); Benigni il solito mattacchione simpatico (però, hai visto che piazza c’ha in testa!); Abbado boh, uno della musica classica. Berlusconi che schifo.
    Basta.
    Non molto altro. Mi riferisco allo spettatore medio.

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  7. In parte posso condividere il tuo disagio…ma prova solo per un secondo a non pensare a Vendola come un Giovanardi o una Binetti ma semplicemente come un omosessuale che ricopre un’alta carica statale ed è per questo ancora più sotto i riflettori, e che ha dimostrato la sua dignità e quasi fierezza nell’essere gay…Alla domanda di Fazio secondo me non poteva rispondere in modo migliore, quando Fabio gli ha chiesto cosa ne pensa della sparata “Meglio le belle ragazze che essere gay”, lui ha semplicemente e naturalmente aggiunto: MEGLIO ESSERE FELICI!…
    ps BENIGNI E’ STATO FANTASTICO, strano che non ti sei addormentata canticchiando la sua canzoncina finale;))

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  8. @Paolo

    La lettura e la decodifica delle immagini non cosa è da tutti si sa. Suppongo comunque che se ha avuto più spettatori Saviano che il Grande Fardello può voler dire che un minimo di scelta è stata fatta ed è inutile disperare sull’esdito del messaggio.
    In genere sono quelli che cercano il miracolo antiscemenza che non si accontentano di semplici parole. Benigni ha veicolato, attraverso la sua comicità, messaggi notevoli.
    Gli elenchi della spesa di Fazio & C. sono stati molto più istruttivi che una tribuna politica.
    Finalmente una trasmissione dove non ho visto partecipare Belpietro e i suoi scagnozzi. Magra soddisfazione dirai. Beh in tempi di magra anche una piccola cosa mi consola.

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  9. E’ un bel post, scritto molto bene.
    Ma non sono d’accordo. A me è piaciuto, mi è piaciuto l’idea degli elenchi, mi è piaciuto vedere Abbado e sentire Saviano. Mi ha fatto ridere Benigni. E mi piaciuto tornare su Raitre dopo che avevo fatto una carrellata in giro per altri canali.

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  10. @Paolo_Pisacane io dico che i 7 milioni di italiani ieri sera non hanno imparato nulla, perché quelo che è stato loro detto lo sapevano già.

    E’ un continuo “raccontarcela su” tra persone di sinistra, tanto gli altri parlano alla pancia della gente e, piccolo particolare, vincono le elezioni.

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  11. Avresti dovuto cambiare canale,perchè non lo hai fatto?Te lo dico io il perchè, non c’era un cavolo di niente da guardare.Pultroppo si può essere d’accordo o meno con quello che si è detto ma la verità è sotto gli occhi di tutti basta saperla guardare.

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  12. faccio fatica a seguirti. Saviano appare in tv una volta ogni enne anni, Benigni idem, Abbado uguale. Ma se si raccontanoper quello che sono, sono speculari a tromboni prezzolati che infestano la tv a tutte le ore. Vendola si è raccontato per quello che è, con dignità, cosa sconosciuta a roccela e company (approposito ieri sacconi mentre corrreggeva il tiro ha dovuto sottolineare che lui non è nazista. Se ne era accorto anche lui della cagata detta sulla famiglia) Ciosa doveva fare, non esserci? far parlare di omosessualità da altri,? Il fatto che un omosessuale si esponga è sbagliato, out, o che cosa? Ierisera abbiamo visto una trasmissione decente, che senza effetti speciali ha messo sul tavolo molte cose, tra cui i cacasentenze della nostra parte, sempre pronti a tagliare il capello in quattro, ad essere i più puri, i più giusti. Io me la sono goduta, e con me mollti altri.

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  13. @saturninox: No, secondo me il problema è un altro. Non ci si può secondo me indignare se i politici di destra occupano il video per raccontare e raccontarsi se poi nei programmi di “sinistra” arriva Vendola. La lista sull’omosessualità la poteva leggere anche un omosessuale che non fa il politico. Perché proprio Vendola? E’ l’unico omosessuale al mondo? (Veramente non ho nemmeno capito perché la debba leggere per forza un omosessuale: a me dà fastidio se uno offende gli omosessuali anche se io sono eterosessuale, eh) O se ne deve dedurre che il politico che fa uno show in tv va bene se ci sta simpatico ( e a me Vendola è simpatico, lo ribadisco) e va criticato e chiamato trombone solo se ci sta sulle balle? Poi, lo ribadisco, sarò cacasentenze. Ma a me ‘sta cosa ha messo a disagio. Si può dire, o è obbligatorio essere entusiasti?

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  14. su Vendola hai perfettamente ragione, nulla da aggiungere. Fazio è sempre il solito, professionale finché vuoi ma con quel nonsoché di maròn quaglia (non sapevo come esprimerlo in altro modo ^^).
    Saviano è Saviano,quando ha parlato di Falcone ho pianto (probabilmente perché a quest’età le lacrime scappano facilmente, boh). Forse un po’ di retorica c’era, ma tieni conto che noi ciò che ha detto lo sapevamo già, mentre il tipico pubblico televisivo a cui voleva rivolgersi non sa manco chi sia Mills. E lui doveva spiegare pazientemente (i servizi stile Report li fa già Report, no? ;)).
    Benigni è sempre divertente e pungente, ma ieri non mi ha entusiasmato particolarmente, ci si aspettava qualcosina in più (ho riconosciuto parecchie battute di Spinoza, lo ha anche detto). Eccezione: la canzoncina sulle proprietà di Silvio, fantastica!!!

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  15. Sarò antipatica anch’io, ma antipatica forte. Dunque. Il disagio, scrivi. E non sei l’unica, non solo a giudicare dai commenti: ho letto di molti, qui e là nella rete, che fanno i tuoi stessi discorsi. Beh, a me fate venire in mente il protagonista di La casa in collina di Pavese. Mutate le mutande, ovviamente. Amplio il paradosso: pensate un po’ se si vivesse adesso quel momento terrificante ecc. e si venisse fuori a dire (l’hanno fatto in molti, già allora, moltissimi, questo discorso, mica solo il Pavese): eh ma, però, che brutta cosa, orribile, doversi mettere a sparare anche noi, fare come fanno i nazifascisti, ammazzare, far saltare in aria, rubare armi, mettere in pericolo civili inermi e terrorizzati, che poi ci vanno di mezzo, ché quegli altri, i mostri, fanno le rappresaglie e poi vanno in giro a dire che i banditi siamo noi e ci mettono in cattiva luce. Pensate un po’ alla Resistenza vista allora. Perchè a parlarne oggi siamo tutti bravi. Sì, lo so, sparo alto ma guardate che sono comunque sulla perpendicolare. Il fatto è che un conflitto, qualsiasi siano le armi – e per fortuna noi qui si va a parole canzoni e trasmissioni (che bella roba, potersi permettere un conflitto culturale, a chi dobbiamo dire grazie se non a quelli che hanno sparato in pancia a un ragazzetto della RSI?)-, un conflitto, dicevo, sporca le mani e mette sottosopra la coscienza. Anche se è fatto di sorrisi e canzoni tv. In un conflitto mai nessuno è pulito e gli eroi saranno giovani e belli ma pure un po’ stronzi. Le scelte sono sempre sofferte e piene di dubbi ma vanno fatte, se no chi sceglie lo fa anche per noi. Milioni che avessero deciso di non guardare Fazio e Saviano avrebbero lasciato campo libero ai milioni che guardano il GF. Cosa ci avremmo guadagnato? Si sarebbe spostato il fronte culturale in un mondo dove contano audience e sondaggi? Magari direte che, per una trasmissioncella, la faccio troppo tragica e altisonante ma io credo che dobbiamo ingaggiarla, una buona volta, questa maledetta battaglia culturale e ogni angolo, ogni bivio, ogni ponticello vada presidiato e fatto saltare, perchè sono vent’anni che a sin, lasciamo correre e passare (e non lo fanno mica solo i dirigenti, eh, intendo proprio noi, popolino più o meno elettore) perchè non è mai il momento di sporcarci le unghie. Evidentemente non è mai sembrato abbastanza che ne valesse la pena, e forse neanche adesso, che tutto va letteralmente a puttane. In fondo, se si convive con la mafia, che male potranno fare le puttane?

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  16. Allora, onestamente a me il programma è piaciuto. Non Benigni, devo essere sincero, troppo sbracato e troppo lungo l’intervento. In generale forse sarebbe stato meglio qualcosa di più vario come punti di vista, immagino.

    Però. Primo appunto. Saviano e Fazio non sono dei politici. Non sono impegnati in politica. Non sono arruolati nella sinistra. Per cui criticare il loro programma perché non è quello che fa bene alla nostra parte è sterile. Possono risponderti, a buona ragione, che a loro non interessa fare qualcosa di sinistra, ma mostrare cose che secondo loro hanno valore. Spero che sia più vario nelle prossime settimane, ma cerchiamo di non ridurre l’analisi solo su quel livello.

    Comunque Saviano. Saviano onestamente è stato eccezionale. Sono rimasto letteralmente incollato allo schermo mentre parlava. Galatea, ti lamenti che sarebbe stato meglio qualcosa di più circostanziato, di più diretto, di meno retorico. Non sono d’accordo. Esistono le inchieste, e sono importanti. Ma esistono anche i momenti di grande retorica civile. Vogliamo parlare di un grande mito della sinistra mondiale, e lo ammentto, mio personale? Parliamo di Obama. Le accuse che muovi a Saviano potresti muoverle anche a tanti dei suoi discorsi. Sono giuste, da un certo punto di vista. Meglio, potresti muoverle anche a Gomorra.

    Ma travisano. Lo scopo di un discorso (o di un libro) del genere non è di essere esaustivo. Lo scopo di discorsi del genere è di andare dritti al cuore delle cose. Di porre l’accento su certe questioni. Di scatenare una reazione. E Saviano ci è riuscito benissimo.

    Quanto al fatto che se facciamo come loro (facendo parlare un politico come Vendola così, ad esempio), be’ intanto rassegnamoci: abbiamo perso quella battaglia. E non è stata persa solo in televisione, ma anche e soprattutto su Internet. Il mondo della comunicazione è cambiato. Possiamo trovarlo ingiusto, sbagliato, possiamo lavorare per cambiarlo, ma al momento è quello che è. E quindi si combatte così come si può.

    Non è tra l’altro che dobbiamo pareggiare i conti facendo venire Giovanardi in prima serata tante volte quante Vendola. Dobbiamo avere un mondo come internet, in cui le prime serate nazionali sono decine se non centinaia (non meno di 10 come adesso) e quindi ognuno ha la sua soapbox – se preferisci, il suo spazio, simile ad un blog. Saranno gli spettatori, gli elettori, a decidere dove andare (l’accostamento è voluto).

    Poi ci devono essere dei posti in cui le vecchie regole vanno rispettate: ma alcuni, non tutti. Tra questi i giornali e i telegiornali, ovvio. Pretendere però che il programma di Fazio e Saviano si adegui non ha senso: non vuole essere uno spazio del genere. Ed è legittimo che non lo voglia: non è un telegiornale, non è uno spazio pubblico. E’ lo spazio dove hanno dato loro libertà di esprimersi.

    Insomma, rassegnamoci: il modello che ti (vi) farebbe dormire bene è tramontato. Ragioniamo con coscienza pulita del nuovo, e cambiamo a partire da quello. Il resto è nostalgia, e più di dare qualche indicazione su cosa manca, non ci è molto utile.

    Io, nel frattempo, ho dormito benissimo. Tra Fini, Firenze (dove sono stato, con grandissimo piacere) e Saviano ieri sera, è stata una settimana bellissima da un punto di vista mediatico-politico.

    P.S.: condivido abbastanza la rabbia di caracaterina. Tranne per la chiusa: le puttane fanno MOLTO meno male della mafia, preferirei convivere vicino a cento di loro che a un solo mafioso 😉

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  17. Se uno ti getta addosso merda con la pala, non credo che ti metti a disquisire se “la pala non è elegante, io uso il cucchiaino è piu’ fine!”.
    Prendi la pala e fai a “palate”.
    Non siamo piu’ al momento in cui si discute, ora si deve usare la spranga.
    Anche se non è elegante.
    E’ una guerra, non è elegante.
    E’ già una guerra, purtroppo.
    Fai bene a non dormire, ma il tuo disagio viene dal fatto che hai percepito che siamo già in guerra.
    E ci faremo tutti male.

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  18. @Luca Venturini, @giovanni e @caracaterina: Va bene, allora ho capito, siamo in guerra. Ma anche le guerre, scusatemi, ognuno decide come combatterle e quali regole rispettare. E pur se andavano in battaglia, non è che i Nazisti, Fascisti e i Partigiani fossero proprio uguali uguali uguali, né nei modi di procedere, né nelle scelte tattiche e strategiche: questo lo dicono i revisionisti e la vulgata che piace tanto a Pansa. I partigiani non si comportarono come i Nazisti, e gli episodi di violenza gratuita furono circoscritti, perché il fatto di combattere in nome di certi ideali ti porta a comportarti per forza in modo diverso. Qua, dove la cosa è molto meno drammatica, perché si tratta di un programma televisivo e non di una battaglia con i mitra, si potrà dire che alcune cose le ho trovate fuori luogo? Si può dire che le ho trovate fastidiose? O sono costretta a stare zitta e dire che mi piace tutto?
    @lucaventurini: A me Saviano piace poco, come scrittore intendo. Lo trovo barocco e retorico di suo. E’ una questione di gusto personale, probabilmente. Ho un gran rispetto ed ammirazione per lui come personaggio, e tanto di cappello, ma leggerlo e ascoltarlo lo faccio per dovere. A me, eccetto la parte su Falcone, Saviano non è arrivato al cuore: l’ho trovato moscio e poco incisivo.
    Quanto al programma di Fazio: scusa, ma ci siamo stracciati le vesti, a sinistra, quando Berlusconi ha usato tutti gli artisti mediaset per fare campagna elettorale, ha infarcito il Bagaglino dei suoi politici, e noi lì a dire: “Eh, no, ma così è approfittare di spazi in più, non è giusto!”. Cazzo, allora non è giusto solo quando lo fa Mastella? Scusa, me se invece di Vendola Fazio avesse invitato Buttiglione, a me avrebbe dato fastidio, a te no? Queste sono le armi che abbiamo? Ok. Ma posso dire che non mi piace questa situazione, e che provo imbarazzo?
    @caracaterina: io la trasmissione l’ho vista. L’ho detto fin dal principio che lo consideravo un dovere morale, visto l’episodio di tentata censura di cui era stata oggetto, perché a me la censura non piace. Ho detto pure che era mediamente migliore di quello che c’era in alternativa. Però vale per questa trasmissione di Fazio quello che vale per me per Santoro: se cercano di farlo fuori mi schiero con lui fino alla morte, ma non posso dire che mi piaccia o che condivida i suoi toni e le sue impostazioni. Ma credo che tra difendere una tramissione perché oggetto di ingiustificata censura e doversi sentire in dovere di dire che quella trasmissione ti piace anche se alcune cose non ti piacciono per nulla corra una certa differenza, e sia un diritto del telespettatore e del cittadino la critica. Questo diritto di critica, anche con i “miei”, rivendico di poterlo esercitare. Soprattutto perché mi fa un po’ tristezza che NON si possa parlare male di una trasmissione che non ti è piaciuta del tutto solo perché ALTRIMENTI vincono gli altri. Ecco, è proprio questo il clima che mi dà fastidio e mi fa paura.

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  19. @lady lindy: Maròn quaglia è geniale! A me Benigni, soprattutto la canzone sulle proprietà di Berlusconi è sembrato geniale: sono andata a recuperarla su YouTube subito. P.S: Quando ha ringraziato i “ragazzi di Spinoza”, tenuto conto che saltuariamente collaboro anche io, mi sono sentita orgogliosa come se mi avesse stretto la mano. 🙂

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  20. A me e’ piaciuto molto, Benigni e’ stato molto bravo a dire delle cose che sono arrivate a tutti in maniera decisamente divertente e profonda. Saviano e’ vero, e’ sempre troppo ingessato nella parola e nei concetti. Ma se pensiamo a tutta la lotta che hanno fatto per andare in onda, e quel che passa di solito in tv, c’e solo da ringraziare, a prescindere.
    Sicuramente non e’ stato perfetto in ogni momento, e rispetto la tua opinione, anche se sembra quella di una snob che ha mangiato pesante e se la prende con quel che vedeva mentre digeriva. Guardiamo il panorama nazionale e rendiamoci conto che quella trasmissione di ieri e’ stata un piccolo miracolo.

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  21. @Enzo: chissà perché sembra che io abbia solo criticato in toto la trasmissione. Se rileggi, abbiamo notato esattamente gli stessi difetti che hai scritto tu. Abbiamo mangiato pensante in due, evidentemente.

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  22. @galatea
    Puo’ darsi che la “cena” nel complesso sia stata pesante, ma con me Benigni ed il maestro Abbado che parla dei tagli alla Cultura hanno funzionato da digestivo piu’ che abbondante. Piu’ luce che ombra, piu soddisfazione che indigestione. Nel tuo post, basta leggere l’incipit, prevale invece la sensazione negativa, e me ne dispiace molto. Tuttavia fai bene a rivendicare le tue opinioni, guai se sparisse la vena snob autolesionista nella sinistra italiana, e’ quello che ci contraddistingue da quella degli altri paesi. Che poi ci porti a dividerci sempre di piu’ ed a perdere contro la destra, e’ un dato di fatto.

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  23. @Enzo: Benigni è piaciuto anche a me, e l’ho scritto e riscritto. Il Maestro Abbado ha illustrato un progetto che aveva già presentato il mese scorso in una puntata di Che Tempo che Fa e in uno speciale sempre di Che Tempo che Fa dell’anno scorso. Quanto alla vena autolesionista delle Sinistra italiana, non mi pare che gli entusiasti che approvano tutto abbiano poi avuto queste clamorose vittorie. Magari se ogni tanto si chiedessero perché poi non riescono a vincere manco loro, chissà.

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  24. @galatea: Onestamente quando ci furono le polemiche sul fatto che Berlusconi usasse gli artisti del Bagaglino per fare propaganda non avevo neanche 10 anni, quindi me ne tiro fuori. Comunque, a distanza di 10 anni: si può dire che forse aveva ragione lui sul punto? Mi sembra che il mondo si sia mosso in quella direzione, non in altre.

    Per quanto riguarda l’essere in guerra: mi devo essere spiegato male. Secondo me non è che siccome siamo in guerra allora queste regole vanno bene. No, è che quelle regole che reputavamo un’eccezione sono diventate la norma attuale, non qualcosa di emergenziale. E quindi su di quelle bisogna ragionare e seguendole bisogna agire.

    Insomma, rassegnamoci: su quel fronte Berlusconi ha vinto, e non solo perché è lui con il suo indiscutibile potere mediatico, ma perché sono cambiate un sacco di cose nel frattempo (tra cui appunto l’abitudine a non avere più spazi pubblici condivisi come la vecchia televisione, quando piuttosto miriadi di canali/blog/siti di informazione in cui si sceglie cosa vedere e cosa sentire).

    E’ normale, anzi fisiologico, che si inizino a seguire quelle regole. E quindi non capisco perché ci si debba legare le mani dietro la schiena e cercare di fare le cose sempre alla vecchia maniera.

    Fazio e Saviano stanno prendendo quel modello e lo stanno declinando in un altro modo. Prima di condannarli perché imparano dagli avversari aspetterei, onestamente.

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  25. @ galatea
    “Benigni è piaciuto anche a me, e l’ho scritto e riscritto.” No, mi spiace smentirti ma nel tuo post non c’e’ traccia di Benigni, nessuna.
    Invece c’e’ scritto bello chiaro “..ho visto il programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano. E no, non mi è piaciuto.” A me piace leggerti, ti seguo da anni, ma quando fai cosi’ la snob che si eleva dalla massa dei plaudendi solo per partito preso, mi piace un po’ meno. Con rinnovata stima, in attesa di post migliori ti porgo la mia buonasera.

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  26. ma state a fare le pulci a un programma come quello di ieri sera? non avete idea di come sia conciata la comunicazione (e in particolare la rai)! io credo che quello di ieri sera sia stato un piccolissimo miracolo con quei tempi non televisivi ma teatrali, difficilissimi da reggere per i telespettatori. a me Saviano interessa molto (non ho detto che mi piaccia), Benigni ha fatto il Benigni, Fazio mi sta sulle balle (ma è un problema mio), e il risultato complessivo è da levarsi il cappello, in tempi come questi. Vendola è l’unico politico dichiaratamente gay, forse era lì per questo. la battuta che mi è piaciuta di più è stata quella di Benigni: “quando un uomo con la pistola incontra un uomo con la biro, l’uomo con la pistola è un uomo morto”. mi ha ridato un filo di fiducia e di ottimismo. che di questi tempi sono merce rara. forse l’errore è stato quello di sentirsi “moralmente impegnati” a guardare quel programma. io non sapevo nemmeno che ci fosse, non mi aspettavo niente e devo dire che quello che ho visto mi è piaciuto. non c’è da strapparsi i capelli, ma…

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  27. @Dombrechi:

    Non per dire, ma Paola Concia, Franco Grillini, Ivan Scalfarotto dove li metti? O persone un po’ minori come Cristina Alicata? Non è che tutti gli altri omosessuali italiani si siano dati alla macchia.

    Per il resto d’accordo su tutta la linea.

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  28. Io dopo aver visto Vieni via con me ho dormito meglio, più soddisfatto. Nonostante la retorica è stato un programma ben costruito, mi ha divertito e mi ha fatto pensare. Ce ne vorrebbero di più. Altro che Grande Fratello.

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  29. Galatea, non credo che sia corretto rifiutare la presenza dei politici nei programmi televisivi, ma credo sia solo un problema di equilibrio.
    Non l’equilibrio tra le parti, uno tuo e uno mio, ma equilibrio nella gestione dell’informazione, per cui ci sta pure che nei tempi adeguati, e per ragioni oggettive, un politico venga chiamato a dire qualcosa in TV. Il predominio mediatico di Berlusconi, e la sua logica di informazione televisiva ha fatto saltare da tempo questo equilibrio, e da qui le proteste per l’esagerata presenza, o meglio invadenza, dei politici “graditi” in qualunque trasmissione e a qualunque ora.
    Ma ritenere scorretto che un politico dell’opposizione, personalmente chiamato in causa dalla stampa della “maggioranza”, venga chiamato a commentare alcune dichiarazioni ufficiali del PdC, ed anche un po’ a difendersi, mi sembra eccessivo.
    Non è nemmeno che “siamo in guerra”, ma mi sembra semplicemente un corretto uso, una volta tanto, dell’informazione pubblica.
    Spero che, ripensando con calma ai fatti e anche alla luce di molti commenti che hai ricevuto, tu possa un poco ricrederti su questo, ma anche su altri aspetti della trasmissione.
    Che non è certo stata rivoluzionaria, non è stata di rottura totale, ma è stata, secondo me, un buon esempio di informazione.

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  30. premetto:
    1)che non leggo tutti i 40 commenti, spero di non scrivere una cosa già scritta
    2) che io ormai quando sento parlare di ruby, sara scazzi, polica politicante (ossia non argomenti o temi nel merito), ecc., cambio canele, e se sembro snob pazienza (e non lo sono ma stato, è solo che adesso mi sono davvero rotto i coglioni)

    ieri ho messo su quella trasmissione credo per un pezzo iniziale. c’era Silvestri che cantava bene un pezzo di Gaber. Hanno iniziato con “io non mi sento italiano” e poi hanno fatto una trasmissione italianissima, per i motivi che hai descritto tu. non se ne saranno neanche accorti.

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  31. non ho letto tutti i commenti (lo farò) intanto volevo dirti che ho visto alcune parti oggi e sono pienamente d’accordo con te.
    Al di là di Saviano (che non ho ancora decifrato) l’impressione è sempre quella degli intellettuali di partito…

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  32. francamente, galatea, ultimamente dormo male per ben altri motivi. di fronte allo sfacelo di tutto, e dico di tutto, quel programma è l’ultima cosa che possa farmi provare rabbia o disagio. proviamo a dosarle, queste emozioni. esistono priorità in questo momento che non possono farci perdere il buonumore per il programma di ieri sera. mi pare francamente esagerato.

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  33. Cara Galatea,

    ho visto solo la mezzora finale della trasmissione. Anch’io, come te e altri che hanno scritto prima di me, volevo vederla solo per il fatto che si fosse tentato di censurarla, e per Saviano, che non amo ma stimo e rispetto profondamente, e per Fazio che non sopporto con la sua aria oratoriale (nel senso dell’oratorio pretesco), e le sue interviste balbettate ma è tra i pochi che ci restano, e per Benigni che non reggo (che ci volete fare) con il suo populismo e il suo essere vero popolano del popolo che dice pane al pane e vino al vino, che ormai mi suona falso e vecchio e finto, ma anche lui è tra i pochi, e qualche volta mi fa perfino ridere.

    E come altre volte, quando finalmente parla qualcuno “di sinistra”,qualcuno che vorrebbe aspirare ad essere la coscienza critica di questo infelice paese, mi sono sentita sommergere da ondate di retorica, frane di ovvietà generica buttate lì allo scopo di farci provare, a noi “popolo della sinistra” generico sdegno, commozione ed esaltazione. Senza fornire informazioni, sollecitare un ragionamento, ma cercando solo di estorcere un’emozione allo spettatore con il trionfo dell’ovvietà, rassicurandolo sul suo essere un uomo migliore degli altri, quelli dell’altra parte.

    Il tutto allo scopo di? allo scopo di cosa? farci sentire che ci siamo? che siamo in tanti? che siamo forti? che siamo i più buoni e i più onesti? che siamo tutti ancora in grado di partecipare a una graaaaaande manifestazione di piazza per esprimere il nostro sdegno contro il governo?

    Ma per carità.

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  34. Mi sono dimenticata un’altra cosa. La stessa pena la provo quando mi arrivano via mail le petizioni per le giuste cause. Addirittura esiste un sito web: firmiamo.it. Mi ci ero iscritta tempo fa per sottoscrivere, oh ingenua, non ricordo quale petizione. Ora mi sommerge di e-mail pubblicitarie.

    Come se ne esce? Niente graaaaandi manifestazioni di piazza, niente petizioni, niente spettacoloni in tivu?

    Mi viene in mente solo una cosa che ho sentito dire qualche mese fa da Gherardo Colombo in giro per queste lande desolate a portare qualche Verbo diverso dal solito:
    “Quando i francesi hanno fatto la Rivoluzione nel 1789 non hanno aspettato di avere il permesso del Re.”

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  35. @Galatea e @mazzabubù: ho capito xkè la destra vince sulla sinistra. Di lì un gruppo di “personaggi di basso livello” che hanno capito che, però, una guerra si vince uniti dietro un’idea qualsiasi. Di qui un gruppo di scienziati dell’animo nobile che ancora non l’hanno capito.
    E continuiamo a combattere col fioretto contro la spranga.
    E facciamoci del male…

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  36. moltissime volte ho condiviso il tuo blog su facebook.
    moltissime volte, la quasi totalità, mi sono ritrovata a pensare quello che tu riuscivi a scrivere.
    moltissime volte mi hai fatto vedere le cose da un altro punto di vista, sempre interessante, sempre piacevolmente sorprendente.
    non stavolta.
    e me ne dispiace.
    soprattutto perché non sono riuscita a comprendere il tuo disagio.
    nemmeno un po’.
    mi spiace non sapere il perché.

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  37. Quoto Enzo e Paperoga, a me il programma è piaciuto e se devo dire che cosa mi ha insegnato è che non avevo idea che Falcone fosse stato attaccato proprio dalla sinistra. Per dirne una.

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  38. condivido alcune delle critiche di galatea, in particolare la “questione Vendola”. Però ho dormito benissimo, compatibilmente con altri problemi che esulano dalla trasmissione. Secondo me l’errore è nell’occhio che guarda aspettandosi chissà cosa da un programma di intrattenimento solo un po’ più intelligente della melassa informe della nostra tv generalista. In fondo l’intento di Fazio & C. è solo quello di fare programmi popolari senza smutandare vallette e veline o mostrare plastici di efferati delitti ma facendo parlare ospiti non banali.

    Però non sono gli autori del programma che hanno costruito uno spazio televisivo in cui certi personaggi possono avere con difficoltà spazio solo a furor di ascolti mentre generi, cognati, amanti e nipotine di sappiamo tutti chi vanno in prima serata con programmi orribili anche se li vedono in 42…

    Per me la cosa migliore del programma è stato il doppiaggio degli ascolti del grande budello e l’insonnia sicuramente provocata a qualche manager della raccolta pubblicitaria di Cologno Monzese.

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  39. @giovanni: giusto. Prendiamo anche noi la spranga. Comportiamoci esattamente come loro. Infarciamo ogni trasmissione “nostra” (ma “nostra” poi perché? Non si può fare una trasmissione e basta, senza che necessariamente sia etichettabiile come “di una parte”?) di politici a caso, purché siano “nostri”. Facciamo passare l’idea così che combattere la mafia sia una cosa “da comunisti”, che rispettare le persone omosessuali sia un segno distintivo solo di chi sta a “sinistra”. No, per carità, prego. Ci facciamo tanto del bene, così.
    @lanico: spiacente, si vede che proprio non riesco a spiegarlo. Si vede che sono una delle poche (non l’unica, perché nei commenti c’erano altri che si trovavano nella mia stessa condizione) che proprio prova un certo fastidio a pensare che la via di uscita per combattere il modo di fare di questa destra non sia comportarci specularmente a loro.

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  40. galatea,
    proprio per questo non capisco.
    perché non mi sembra che si siano comportati specularmente alla destra.
    io ci trovo un abisso.
    e, per inciso, a me vendola commuove.

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  41. D’accordo con LaNico. Oltre al fatto che ribadisco: tutti giocano con regole diverse. C’è poco da fare. È come quando si è passati dalla spada alla pistola: tutti a dire che era ingiusto, che così anche il vile poteva uccidere il più coraggioso. Giusto, vero, bravo, bis. Però intanto se continui a voler andare solo di scherma perdi.

    La pistola, prima o poi, devi imparare a usarla. E non è che puoi tornare indietro al mondo di prima: devi combattere in quello nuovo. Se questo mondo ha regole più sporche e brutte, pazienza. Le cambieremo. DOPO aver giocato nella maniera giusta e aver vinto.

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  42. Ti piacerebbe vivere in un paese dove campare signifca far cose normali, rispettando le regole del vivere civile, senza il bisogno di un martire, un santone o un capatàz i quali, da una parte o dall’altra, ti vengano a dire come fare.
    Ma non è il caso di questo paese, purtroppo.
    Che quali figure di spicco del secolo scorso lo stivale abbia avuto un maestro elementare di predappio convinto d’esser invincibile, un maestro elementare di genova convinto d’essere il migliore, nonchè svariati pretacci assortiti a far la predica, spiega tante cose.
    A me basterebbe che un pubblico amministratore sapesse fare il suo mestiere nell’interesse di tutti i cittadini: a leggere i commenti qua sopra, invece, pare indispensabile che strappi la lacrima.
    Inchino e baciamano.
    Ghino La Ganga

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  43. @Ghino:

    Un pubblico amministratore sì, ma un politico di respiro nazionale no: pretendo che mi sappia indicare una direzione e far muovere la gente nella stessa, altrimenti si limita ad amministrare l’esistente. Il che rispetto all’attuale sarebbe tanto, ma non basta comunque; un politico deve guidare, e per poter guidare deve saper strappare lacrime o sorrisi. Deve essere attore, oltre che amministratore. E infatti molti dei politici più influenti della storia, o anche quelli attuali, il senso drammatico e l’oratoria li sanno/sapevano usare molto bene.

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  44. per Luca Venturini:
    beh,se a te interessa che un politico sappia usare il senso drammatico e l’oratoria, allora sei nel paese giusto. Specie se metti i risultati in secondo piano. Ma sì, hai ragione Tu: meglio un politico che infiammi le folle, di uno che sappia affrontare i problemi senza tanti strilli. Il tuo ragionamento sulle pistole aveva già chiarito molto, del resto. Stai bene,passo e chiudo.
    Ghino La Ganga

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  45. @Ghino:

    Scusa, ma quando ho detto di mettere i risultati in secondo piano? La retorica e l’oratoria sono funzionali a portare la gente a voler fare qualcosa, cioè ad ottenere dei risultati.

    Comunque no, non vivo affatto nel “paese giusto” da questo punto di vista. Vatti a leggere uno dei discorsi di Obama, per dire. Ha fatto alcune buone cose in USA, altre meno bene, ma è innegabile che 1- non sarebbe arrivato lì 2- non sarebbe riuscito a fare quello che ha fatto, senza la sua magistrale e ormai proverbiale arte oratoria. Ovviamente non basta è non è stato l’unico ingrediente. Ma è stata fondamentale.

    I nostri politici, in confronto, fanno discorsi da assemblea di istituto delle superiori.

    Comunque ribadisco: un buon amministratore è un tecnico, è uno che serve, anzi è indispensabile. Ma un leader, o comunque un politico, è un’altra cosa. E io onestamente non solo voglio, come cittadino pretendo, di avere una classe politica che sappia indicarmi (e realizzare) una visione del futuro.

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  46. Concordo con te pur non avendo visto il programma: non ho la tv da anni, per fortuna. (Vogliamo poi spendere qualche parolina sul fatto che anche questa trasmissione era prodotta dalla Endemol? Ecco.)

    (P.S.: “understatement”.)

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