
È la parola che ti frega. Duello. Quando una sente dire una frase così, la mente va ai cavalieri medioevali con le armature tirate a lucido, contorno di madamigelle dal cappello a punta di cono e veli svolazzanti, che seguono la giostra con trepidante ansia per il proprio campione. Oppure pensa a improvvisati D’Artagnan dalla gorgiera in pizzo, guantoni, stivaloni, casacca e gualdrappa negligentemente cascante sulle spalle, che all’alba, a mezz’ora di distanza l’uno dall’altro, cercano di infilzare quattro avversari in fila; o a spadaccini settecenteschi con il pallore un po’ blasé di Casanova, nella nebbia lagunare, che, dietro ai muri dei conventi, infilzano importuni fratelli per rapire belle monacate a forza ma inclini a tutt’altra vocazione. O gentleman in marsina e cravatta dal nodo alla Brummel, con padrini e pistole, che mirano nella placida, silenziosa e falsamente naturale compostezza di un giardino inglese.
Invece oggi se un parlamentare finiano sfida a duello Belpietro non si chiede soddisfazione schiaffeggiando il bruto con un guanto previo inchino, non si mobilitano duchi a far da padrini. Si dice:
E buona grazia che si evita la lotta nel fango e l’ “Esci fora che te corco!”
I tempi, signora mia, sono quelli che sono.
che nostalgia per i cari e amati gentiluomini dell’ottocento
"Mi piace""Mi piace"
Non vorrei sbagliare ma credo che gli ultimi duelli qui da noi siano stati fra giornalisti.
"Mi piace""Mi piace"
non ci sarebbe soddisfazione nemmeno ad aprire un giro di scommesse.
"Mi piace""Mi piace"
Peccato che abbiano reso illegale il duello. Ci si sarebbe potuti liberare di qualche imbecille testa di cavolo. Ma che dico? Di solito erano loro, gli idioti, a sopravvivere ai duelli….
"Mi piace""Mi piace"