Che in fondo fai sempre gli stessi errori, da quando avevi sei anni. Ti innamori del bello del primo banco, che non ti fila manco di striscio. Che poi non è nemmeno bello, ha i brufoli, parla con la zeppola e se la tira, e non sa manco che esisti, ed è per questo che a te piace. Soffri per un suo sorriso che non arriva quasi mai, e quando arriva è lasciato come qualcosa di perso per caso, e non destinato proprio a te. E invece il compagno di banco, quello che è innamorato di te, non lo fili. E non è perché ha i brufoli, è che, sotto sotto, pensi che se gli piaci tu qualche magagna deve avercela, e bella grossa, perché non è possibile che uno davvero figo si innamori di te, o non è figo davvero.
E poi continui, negli anni, a fuggire quelli che ti vogliono bene, e a cercare gli altri, e quando quelli ti rifiutano, o ti buttano via, a sceglierne altri ancora, per ripicca o per noia, ma solo fra quelli di cui non ti importa granché, proprio perché di loro non ti importa molto, e sei sicura che a loro, in fondo, non importa molto di te, dato che sei convinta che solo chi ti è indifferente sia eliminabile, e non ti farà mai davvero soffrire.
Così inanelli i giorni e le storie, archivi i ragazzi e poi gli uomini come file da abbandonare su uno scaffale, in quella routine burocratica che diventano i tuoi amori infelici. Ti dici che tanto è così per tutti, che è l’immutabile cerchio della vita: conoscersi, piacersi forse, annoiarsi e non piacersi più.
E ricadi nel loop infinito di inseguire chi non ti vuole, ignorare chi ti vorrebbe, e prenderti per un po’ chi non vuoi davvero. E se ti capita qualcuno che dice: «Mi sono innamorato di te» lo guardi come si guarderebbe un folle, o almeno uno tanto strambo. Oppure, peggio, senti una stretta al cuore, forte, sapendo che per quanto tu lo desidereresti, non lo potrai mai ricambiare.
Perché il tuo dramma non è innamorarti degli uomini sbagliati, ma non saperti innamorare di quelli giusti.
È un post di fantasia, che non fa riferimento ad uomini, donne e amori reali. O forse no.
Sigh sigh…
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Bello, complimenti.
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Sei stata radiografica.
E come ogni radiografia, anche le tue parole hanno altissima risoluzione, e un po’ fanno male.
Accetta di piacere per quello che tu, di te, consideri ovvio.
Convinciti di quanto ovvio questo non sia confrontando le tue idee ‘scontate’ con quelle dei molti.
(scusa, non ci conosciamo neppure, fai finta che queste parole io le stia dicendo a un’amica che mi ha fatto il tuo stesso discorso :D).
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Dovresti dare una chance ad alcuni blogger…
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Gians, non sono blogger, sono dei troll.
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Tutte queste perplessità non sono sugli uomini, ma sulla mamma.
Per una donna l’amore per la sua mamma è la fonte di tutti i successivi innamoramenti.
Quando si dubita di quello il dubbio ci cammina sempre accanto.
(per gli uomini è il papà).
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Un’altra seguace dell’antico Dio Azteco Amikinontamanonamikitàma (Stefano Benni) 🙂
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innamorarsi è un lusso letterario, chi pensa al castello incantato, alla fine, non avrà neanche una villetta a schiera
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sto vivendo la stessa situazione, in scala minore forse…
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E se il vero conflitto fosse, invece, tra il bisogno di libertà e quello d’amore?
Forse bisogna lavorare sulla composizione di queste due necessità, invece che sulla ricerca del partner “giusto”. Ovvero: ‘come’ innamorarsi, prima che ‘di chi’.
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Spero sia così. Ma d’altra parte, troppo facile ritenerli “sbagliati” solo perché non li possiamo avere 😦
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Non avrei messo la virgola dopo “desidereresti”. Però l’avrei ricambiat(a), nel mio modo, che forse è il tuo, o non lo so, ma è un modo del quale occorre farsi una ragione: di più, una premessa. Al di là di mamma e papà (pensavo fosse il contrario – Giosby docet): come dice Finardi, “… mollare le menate e mettersi a lottare”. Penso di avere avuto molto, di avere dato anche molto (anche se non per quanto avrebbero voluto), e di non avere avuto qualche icona che forse esisteva solo nella mia fantasia e che, anni dopo, mi ha detto “sai quanto mi piacevi?”. Che belle che siete voi donne! …
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Beh in fondo, per alcune, è come dice meravigliosamente bene Galatea, forse perché sanno, vedono che quando le altre (o magari loro stesse) si sono lasciate amare, magari incredule per tanto amore, poi dopo non si sono più riprese dalla volgarità del tradimento e dell’abbandono.
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Visto che la padrona di casa consigliava in qualche post fa agli uomini che vanno a prostitute di farsi curare da uno psicologo (e che lei avrebbe pagato loro il trattamento) in quanto incapaci di avere una relazione seria con una donna, possiamo dire, per par condicio, che anche la ragazzina protagonista della situazione di questo post forse dovrebbe anche lei andare dallo psicologo per il medesimo motivo?
O i consigli valgono in un senso solo?
Metto subito in chiaro che io la parcella alla ragazzina non gliela pago..
Gigi
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Chissà perchè il discorso mi è TALMENTE chiaro…
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io ho sempre pensato che il sentirsi attratti da quelli che non ci considerano fosse invece un eccesso d’ ego e non solo perchè consideriamo pazzi o banali quelli che invece attiriamo come il miele con gli orsi. eccesso d’ ego scatenato dal fatto che non possiamo neanche solo pensare che ci sia qualcuno che non sia interessato alla nostra persona, e quindi lo dobbiamo convincere del contrario, del tipo:” la tua vita senza di me non alcun senso, come fai a non accorgertene?”. del resto quelli che ci si appiccano addosso in fondo l’ hanno già capito, con loro non c’è bisogno di alcun lavoro di persuasione.
con l’ età sono diventato pigro ed ora godo molto delle attenzioni gratuite, l’ opera di persuasione necessita di troppa energia e i tempi di recupero sono troppo lunghi. andava benissimo a 16 anni, a 35 è tempo sprecato. nel mio caso specifico, s’intende.
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Diciamo che quella è una tipa che odia la mediocrità.
Una tipa esigente, anche con se stessa, che non si dovrebbe crucciare più di tanto.
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Questo direi fa il paio con il tuo poster su Didone, che pure apprezzo molto. Tutti e due i post sono un’ottima radiografia della mia situazione. Grazie. Quanto al problema che mi (ci) affligge penso che possa trattarsi di un tipo di distorsione cognitiva che si riverbera sulle dinamica del desiderio. Che vuol dire? Vuol dire questa roba qui, in soldoni:
http://depressioneansia.blogspot.com/2010/01/le-distorsioni-cognitive.html
+
il fatto che a forza di distorcere uno coltiva solo certi desideri, gli altri non sorgono, si atrofizzano.
Non è solo questione di essere esigenti. Certo, quello rende le cose complicate, ma non impossibili.
E’ questione di aver desideri che nascono da una visione (fortemente) distorta di noi e degli altri.
Questa per il momento è la mia ipotesi. Quando dici che è straziante “sapere che per quanto lo desidereresti non lo potresti mai ricambiare” mi sembra di capire che pensi che questa sia una condizione immodificabile. Lo pensi davvero? Io non so cosa pensare, non mi attira l’idea di andare in terapia, ma forse sarebbe una buona idea…
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Cert post, letti in certi giorni, sono un po’ un colpo basso. Fortuna che è un post di fantasia.
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