Il piccolo Giovanni Francesco Saverio Alfonso Albino Maria Crespano ha troppi nomi per essere un cosino che non ha nemmeno un anno e mezzo. Del resto glieli hanno appioppati a tradimento, in una cerimonia che per fortuna ricorda quasi per nulla e dimenticherà del tutto: in cui il padre che lo teneva in braccio e la mamma fingevano di guardarsi e invece facevano di tutto per non incrociare gli occhi, la nonna e il nonno sorridevano come due che avevano avuto una paresi, gli invitati parlottavano di nascosto alle spalle dei nonni, e il prete gli buttava sul capo chissà perché dell’acqua, cianciando di quanto siano belle le famiglie unite che tirano su assieme tanti pargoletti.
Ché lui, Giovanni Francesco Saverio e tutte quelle robe là, invece, anche se piccino e manco duenne, della sua famiglia una cosa l’ha già capita: è un gran caos, e soprattutto a tirare su altri pargoletti non ci pensa proprio, perché da quel poco che intuisce già fan fatica a tirare su lui.
Veramente cosa sia questa roba, la famiglia, non gli è neppure tanto chiaro. Sa che la mamma – lui lo sa cos’è la mamma: è quella cosa che ti dà il latte e ti fa le coccole e ti cambia i pannolini… cioè, no aspetta, quella è la tata – grida sempre al telefonino con il papà, che è quel tipo che ogni tanto viene a prenderlo e gli dà bacioni su bacioni, e sembra tanto triste, ma gli porta dei giocattoli, e poi escono per due ore e poi lo riporta dalla mamma, ma badando bene di non incrociarla mai: ecco quello è il papà. Però al telefono quando si parlano, la mamma e il papà, gridano sempre e litigano forte, perché questa cosa del litigare il piccolo Giovanni Francesco eccetera l’ha già capita: vuol dire che la mamma urla urla urla cose tipo: «I soldi, mi devi dare i soldi, non me ne frega un cazzo se non li hai, li trovi, che per quella troia con cui vivi li trovi, e allora li trovi anche per me!». E lui, cioè il piccolo Giovanni Francesco Saverio eccetera, cosa siano i soldi non lo sa bene, ma devono essere proprio una cosa importante, perché la mamma li vuole e strilla per averli, soprattutto perché è convinta che l’altra, la troia, ce li abbia, invece. E non gli è ben chiaro cosa voglia dire “troia”, ma da come lo dice la mamma gli sa che non deve essere una cosa bella, eh.
Poi ci sono i nonni. Che sono buoni i nonni, perché gli danno tanti ma tanti baci. Però sono anche sempre tanto tristi, da un po’ di mesi. E quando vanno lontano dal suo passeggino e parlano fra loro, li sente che usano anche loro la parola “soldi”, per spiegare alla mamma che non gliene possono dare tanti neanche loro, adesso, anche se gli accordi di prima dicevano così, e per sgridare il papà perché non ne può più spendere come prima, perché i soldi, eh, i soldi non ci sono più, e poi lo ripetono, e alla fine il papà si arrabbia a comincia a litigare con i nonni, o i nonni cominciano a litigare con la mamma o la mamma, per telefono, litiga con il papà.
E sono sempre tanto tanto tristi, e anche un po’ arrabbiati quando parlano di questi soldi, tutti, e allora il piccolo Giovanni Francesco Saverio eccetera cosa sia la famiglia non l’ha ben capito, ma cosa siano i soldi s’è fatto un’idea. Devono essere una cosa che fa diventare infelici le persone.
Poi un giorno il piccolo Giovanni Francesco Saverio Alfonso Albino Maria Crespano crebbe e si trovo` fidanzato con una bella ragazza che si lamentava sempre che lui non le organizzava mai nessun bel viaggio, con l` affitto da pagare, la macchina dal carrozziere, le rate del computer nuovo e la mamma in carrozzina che necessita di una badante.
Allora il non piu` piccolo Giovanni Francesco Saverio Alfonso Albino Maria Crespano si accorse che i soldi non faranno felici le persone ma servono.
Gigi
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complimenti galatea, mi ricorda un bellissimo racconto di moravia
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chiedo scusa se posto due volte, ma ho omesso il link che mi pare opportuno
il senso è lo stesso: i soldi, anche se non è il bambino ma un qualcuno che viene da un altro mondo, a stupirsi
http://www.youtube.com/watch?v=xlmN59RyNHw
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Brava. Veramente bello.
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