Mi scusi, signor Gilioli

Ad Alessandro Gilioli che si arrabbia perché qualcuno sul web s’è azzardato a pigliare per il sedere i giovani rivoluzionari che da giorni farfugliano di abolizione del debito e di globali cambi di sistema portando avanti proposte inverosimili e campate in aria, vorrei dire un paio di cose, dal cuore.

Perché vede, caro Gilioli, far notare ad un giovane rivoluzionario assai compreso del suo ruolo che sta dicendo un mare di cazzate secondo me non è “buttare via il bambino con l’acqua sporca”, semmai, quel bambino è cercare di salvarlo. Perché se hai vent’anni e questa società che noi, tuoi padri e zii e cugini e fratelli maggiori, ti abbiamo costruito la schifi, hai ragionassima ad incazzarti di brutto, scendere in piazza e cercare di cambiarla. Ma se ti candidi, scendendo in piazza, a volerla cambiare, la prima cosa che devi dimostrare è che sei meno cialtrone, pressappochista ed idiota di noi, che siamo tuoi padri e zii e cugini e fratelli maggiori, e non abbiamo saputo far di meglio che costruire questa roba qua.

E allora, se hai vent’anni e vuoi fare la rivoluzione, non puoi giocare sul fatto che hai vent’anni, non hai avuto tempo per studiare cosa davvero non va e non hai tempo per fare delle proposte intelligenti, perché devi scendere in piazza a gridare il tuo sconforto e la tua rabbia contro quei coglioni dei tuoi padri, dei tuo zii, dei tuoi cugini e fratelli maggiori. Perché se hai vent’anni e vuoi fare la rivoluzione ma non sai nemmeno bene cosa vuoi rivoluzionare sei un coglione come i tuoi padri,zii, cugini e fratelli maggiori. E sinceramente di gente così ne abbiamo avuta già troppa.

35 Comments

  1. Galatea, scusa: io non sono un economista ma un fisico matematico, quindi potrei star dicendo una cazzata. Ma: l’altro giorno,in un pomeriggio, la borsa di Milano ha bruciato una trentina di miliardi di euro (perdendo il 4% circa, son tutti dati a memoria). Ora, l’ultima manovra economica “lacrime e sangue” aveva un ammontare dell’ordine dei sessanta miliardi. Dice niente questo? In un giorno la borsa brucia la metà di una manovra particolarmente pesante…hm
    Quando si parla di “non pagare il debito” si intende che non dobbiamo pagarlo NOI.
    È vero che una parte del problema risiede nel fatto che lo stato italiano è ipertrofico, pieno di clientelarismi, di inefficienze etc. Ma non raccontiamoci che sia solo questo: gli Stati Uniti, la Germania etc sono efficientissimi e la crisi li sta mettendo con la testa sott’acqua pure loro…
    Non si può lasciar andare a fondo una banca troppo grossa? Va bene, la si salva ma la si nazionalizza. Deixà è stata salvata due volte, era su tutti i giornali. Non era su molti giornali che è una banca che fa prestiti agli enti pubblici…ma stiamo scherzando?
    Gli slogan populisti sono una cosa fastidiosa, clear, e sarebbe bene avere un pochi di economisti preparati che fanno proposte serie (ma qui nessuno ha mai letto le pubblicazioni di banca etica o delle varie MAG sparse in giro per l’Italia? quelli sono economisti di professione!) ma cerchiamo di evitare di guardare il dito quando si indica la luna…

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  2. Mi trovo in una via di mezzo tra gilioli e questo post …Se non studi hai tutto il diritto di voler dar fuoco a chi non ha studiato e li in mezzo mangia e manda in fumo il tuo futuro.

    D’altra parte è bene accendere il cervello e pensare a cosa rimarrà dopo ilmucchietto di cenere

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  3. c’è di buono che, se pure il discorso in generale vale per una buona parte di noi ventenni, questo specifico tipo di cazzate (“aboliamo il debito”) credo siano in pochi a sostenerle. voglio dire, non rappresentano certo alcunchè mille persone in piazza in america e cento in italia…

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  4. Una rivoluzione è velleitaria per definizione. L’utopia è come l’orizzonte, per quanto uno possa camminare e camminare non potrà mai raggiungerlo. Infatti lo scopo di una utopia e quella di darci uno motivo per camminare in avanti e una direzione. Non certo un traguardo.

    Questi ragazzi, come me, vorrebbero un mondo migliore però magari vanno ai cortei col motorino che brucia petrolio, si mettono le polo firmate cucite da un sottopagato subappaltatore che lavora in nero a 4 euro a Barletta, si puliscono le terga con carta che proviene dalle foreste pluviali del borneo, si mangiano un tramezzino al tonno contribuendo all’estinzione della specie eccetera.

    Per cui, escludendo l’evenienza di diventare tutti Amish, è normale e naturale aspirare a qualcosa di diverso e di meglio magari vivendo anche qualche insanabile contraddizione.
    L’importante, per come la vedo io, è camminare nella direzione giusta. Consumare con morigeratezza, indirizzare le proprie scelte verso chi rispetta l’ambiente, chiedere che non vengano fatti condoni ma venga fatta pagare la crisi a chi l’ha generata, cioè gli speculatori di borsa eccetera.

    Poi non si potranno cancellare le transazioni finanziare e i debiti sovrani dalla mattina alla sera. Ma magari aspirare a nazioni che spendono solo quello che hanno e non lasciano debiti alle future generazioni potrebbe essere una richiesta non peregrina in se.

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  5. come dire che se non sono un chirurgo e non so come si tiene il bisturi in mano non ho diritto a protestare se mi fanno un’intervento sbagliato e mi rovinano per sempre

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  6. Se poi vogliamo metterci a parlare del debito dei paesi del terzo mondo verso di noi, che è sparito dall’attenzione dei media ma sul quale si basa la nostra economia…quello sarebbe da abolire a prescindere, è il cappio che tiene milioni di esseri umani nella miseria. Ma è chiaro che abolire quello manderebbe a fondo noi. Per come la vedo io è sempre più chiaro che non c’è una soluzione che permetta di salvare capra e cavoli. Personalmente ritengo che, visto che non c’è nessun genere di spinta verso la decrescita, che a mio parere sarebbe l’unica soluzione fattibile, ci faremo tutti una bella decrescita forzata. Ma nel frattempo, proviamo a tira fuori i soldi da dove ci sono.

    “Non penso di certo che tutti dovrebbero avere la stessa paga. Ma non c’è nessun motivo al mondo per cui un uomo dovrebbe avere una paga superiore di cento volte a quella di un altro. Un limite di dieci volte sarebbe perfettamente accettabile” (George Orwell, citato a memoria da “Il leone e l’unicorno”)

    Manager che prendono stipendi pari a duemila operai sono all’ordine del giorno: mai stato comunista in vita mia ma espropriare ‘sti qua sarebbe un gesto minimale di giustizia. Per non parlare delle rendite di posizione: quelli che han fatto soldi solo maneggiando capitale, soldi da soldi, senza produrre niente…l’economia speculativa è pari a sei o sette volte il pil mondiale, non sono bruscolini o casi rari: stiamo parlando di quantità di soldi che metterebbero facilmente a posto l’economia mondiale.

    Il punto è che le legislazioni nazionali sono influenzate da questi signori qui e non certo dal cittadino medio…negli stati uniti i redditi alti pagano in proporzione meno tasse dei redditi bassi. in italia si stava discutendo poco tempo fa se tassare o meno le entrate speculative-il che mi fa immaginare che per qualche motivo misterioso non siano tassate, no? c’è qualche specialista che può confermare?

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  7. Vorrei segnalarvi l’interessante puntata (riascoltabile qui http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/puntata/ContentItem-9749d929-c8f1-47ed-9142-931754e2871d.html?refresh_ce ) dedicata al tema degli indignati italiani e trasmessa stamattina da radio tre in “tutta la città ne parla”.
    Colpiscono, per il modo di esprimersi, per il linguaggio usato e i contenuti, soprattutto le risposte di una delle responsabili del movimento “indignati di Roma”.

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  8. Quello che voglio dire è che assieme ai “i giovani rivoluzionari che da giorni farfugliano di abolizione del debito” ci sono giovani rivoluzionari che magari non parlano di abolizione del debito ma di pagarlo in altri modi, e ci sono vecchi rivoluzionari che hanno una cultura media un po’ più alta della media e leggono riviste di economia che non vngono vendute assieme alla gazzetta dello sport e c’è gente che fa economia alternativa da una vita.
    In mezzo a un fracco di gente che protesta per motivi giusti c’è uno che dice una cosa che così come sta è una cazzata, (“abolire il debito” anzichè “far pagare il debito a chi l’ha creato”) beh…mi pare fisiologico. Prendere quell’unica cazzata e farne l’emblema di tutto il lavoro magari di anni che c’è dietro alla manifestazione di domani mi pare discutibile.

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  9. Se uno è ignorante è sta indignato, ne ha tutti i diritti, e c’è poco da sfottere.
    Se invece qualcuno incomincia a dire che per indignarsi bisogna almeno aver studiato perché e per come e avere la soluzione pronta e precotta, allora forse, ma sottolineo forse, quel qualcuno ha soltanto voglia di tenersi il suo mondo incantato, fatto di certezze dove l’ignoranza è soltanto un corollario trascurabile e dove si pensa che magari i movimenti di massa sono tutti fatti dalla genialità che si diffonde nella società con la velocità di una perdita di petrolio nel mare.
    Meno male che c’è qualche Galatea che prima o poi ci darà il LA per dare inizio ai grandi balli. Ma, mi raccomando, quel giorno ricordiamoci di passare prima dal parruchhiere…

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  10. @scialuppe
    Il fatto che ieri la borsa abbia perso X in capitalizzazione non c’entra nulla con il debito pubblico. In borsa si incontrano domanda ed offerta e se i venditori sono più dei compratori il prezzo scende. Chi perde i soldi è chi vende ad un prezzo più basso a cui ha acquistato il titolo A, B, C.

    Per quanto riguada il debito pubblico e l’obiettivo della protesta degli “indignados” italiani ieri ascoltavo in tv l’economista Fumagalli, quello che non vuole che si paghi il debito sovrano e sono convinta che dica tante cose giuste sui mercati finanziari, anche se non sono d’accordo con la sua soluzione per uscirne. E’ ovvio che il sistema finanziario mondiale ha bisogno di una grossa rivisitazione perché se lo si lascia così ci porta dritti nel baratro. Il debito sovrano, concordo con Fumagalli, è diventato un problema oggi perché è diventato l’obiettivo degli attacchi speculativi da parte di quei gruppi che possono muovere ingenti capitali (e non parliamo certo delle nostre 4 banchette) che speculano sui CDS (credit default swap). I CDS sono nati, come tutti i derivati, per coprire una posiszione finanziaria dal verificarsi dell’evento opposto. In teoria non sono negativi, nè sbagliati, è sbagliato il loro uso da parte di coloro che hanno evidentemente un potere che al momento non può essere nè controllato nè gestito. E’ su questo che secondo me deve concentrarsi chi governa il mondo e riflettere su come controllare queste situazioni e non sul sistema bancario in sè. Le banche in sè non hanno queste colpe, ecco perché penso che l’obiettivo delle manifestazioni di questi giorni sia sbagliata. Il debito è stato creato dai politici ed è ai politici che dovrebbe essere rivolta “la rivoluzione”.
    Oltre alla crisi finanziaria mondiale, come Italia, siamo poi all’interno di altre 2 crisi:
    1) la crisi dellla costruzione Europea così come è stata concepita e il ruolo nefasto della Germania che fino adesso solo ha preso e nulla ha dato;
    2) la crisi tutta interna al nostro paese.
    Se salta l’Europa difficilmente si riuscirà a tenere unito il nostro paese. Per cui al momento ci si gioca moltissimo e se l’Euro si dissolve in seguito al default di qualche altro paese europeo la moneta che lo sostituirà avrà un potere d’acquisto presumibilmente inferiore del 50% rispetto a quello attuale.
    Quindi pensiamo bene agli effetti delle varie soluzione 🙂

    Se ancora non avete avuto modo di farlo vi suggerisco di leggere anche questo http://giovannacosenza.wordpress.com/2011/10/14/sei-indignatoa-non-lo-sei-sei-incertoa-due-o-tre-cose-per-riflettere-assieme/

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  11. Concordo con scialuppe e aggiungo le parole di
    Helena Janecek:
    “E’ trascorso un decennio in cui tutto è rimasto uguale, ma peggiorando a dismisura. I ragazzi che stanno incassando le prime manganellate davanti alle sedi della Banca d’Italia, allora erano alle elementari o all’asilo. Non dovremmo solamente stare a guardare anche loro con un residuo di speranza data in delega, non dovremmo consegnarli al rischio di essere isolati dalla radicalizzazione dello scontro alla quale questo governo morente sembra intenzionato consegnarli, forse capace, almeno in questo, di riuscirci. Ci vuole poco a essere messi meglio di un ragazzo italiano di vent’anni. Però in gioco non è solo il loro presente e futuro. Non per tornare protagonisti, ma cittadini, dovremmo essere in molti a cercare un modo per esprimere che il tempo della finzione è finito”

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  12. Ragazza col pallocino, l’esempio della borsa era solo per dire che i soldi in giro ci sono.
    Sul fatto che la “le banche non abbiano colpa”…bah. Come pure sl fatto che “la colpa sia dei politici” e non delle banche…anche qui ho dei dubbi. Non che “i politici” siano innocenti eh. Probabilmente dipende da cosa si intende per colpa…Anche sulla Germania sarebbe bello che mettessi qualche link per supportare la tua affermazione che “ha solo preso e nulla dato”. Faccio un poca di irona non malevola: e chi è che ha dato, forse i famosi forestali della regione Sicilia? Vado a leggere il documento da te linkato…

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  13. @ Ragazza col palloncina e Galatea: sono felice di vedere che tutto questo ambaradan è nato dall’articolo di Marino Seminerio-Phastidio (http://www.valigiablu.it/doc/563/indignati-protesta-informata-ecco-cosa-si-rischia-a-non-pagare-il-debito.htm), che a sua volta da cosa parte? Parte da un manifesto che dice “NOI il debito non lo paghiamo”. Al posto di intendere “NOI” come “noi lavoratori”, che è quello che farebbe qualsiasi persona conosca un poco il movimento e chi c’è dentro, lo interpreta come “NOI italiani”.
    Ci fa su una gran pippa il cui protagonista è il “gran consiglio degli indignati” (che non solo non esiste ma è diametralmente opposto alla forma di organizzazione sociale che questo movimento utilizza e auspica, dimostrando di nuovo di non conoscerlo) che decide che il debito non va pagato.
    Beh, insomma: va bene il pensiero critico e io sono contentissimo che qualcuno mi indichi i punti deboli del mio pensiero, dei miei programmi, delle mie convinzioni. Guai se non fosse così, sarei un autoritario.
    Ma prendere un paio di parole, stravolgerne il significato, ed esprimere le proprie opinioni su questa deformazione della realtà…boh. Vi sembra veramente un’operazione corretta? Secondo me, ma mi potrei sbagliare, la può ritenere corretta solo chi non conosce da vicino ciò che sta succedendo. Detto senza astio e senza ostilità.

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  14. @scialuppe
    non volevo irritarti con la piccola spiegazione su come funziona la borsa, per il resto le mie sono opinioni come le tue (visto che in questo campo ci sono fior di economisti che hanno idee diversissime). La mia affermazione sulla Germania nasce dal modo in cui ha gestito la crisi del debito greco che poi si è estesa all’euro. Se vuoi leggerti qualcosa di più dettagliato scritto da economisti ti fornisco volentieri alcuni link.
    http://phastidio.net/ il blog di Mario Seminerio
    http://www.noisefromamerika.org/ economisti italiani all’estero

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  15. Galatea, da un lato avresti ragione a pretendere più spirito critico: difficilmente vere rivoluzioni vengono condotte da greggi di pecore. Però i casini degli ultimi cinquant’anni non li hanno certo combinati dei ventenni, e non puoi pretendere che tutti nascano geni dell’economia. L’importante è che accanto a una spinta distruttiva e di protesta ce ne sia una costruttiva e competente, ma non è indispensabile che questi impulsi convivano nelle stesse persone

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  16. papibuldozer abbandono la discussione xché mi sono resa conto che alcuni commenti sono in attesa di moderazione. vi invito solo a rileggere meglio quello che è stato scritto e a considerare che tra il nero e il bianco esistono anche i colori intermedi. il mio contributo voleva solo servire a riflettere su chi, a mi modestissimo parere, avesse generato il debito in questi 40 anni e quindi a chi dovesse essere rivolta la protesta. detto ciò ammiro moltissimo che ha RIANIMATO la sua coscienza civile anche se non ne condivido in toto il bersaglio.

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  17. da parecchio tempo lo stato italiano ha un disavanzo primario attivo, cioè quello che spende in funzioni e servizi (tipo scuola, sanità, ecc.) è di meno di quello che incassa

    quindi non è certo lo stato sociale il posto dove bisogna stringere la cinghia già parecchio stretta

    però essendovi un debito molto grande lo stato deve fare cassa per pagare interessi, cioè soldi a chi i soldi già ce li ha

    è così è chiaro che continua un travaso di soldi dalle esigenze e i diritti dei cittadini al portafoglio di altri (legittimamente lo so)

    è inutile girare attorno al problema, c’è da decidere appunto «chi» deve pagare

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  18. Scusa Galatea ma a me, questa, pare la solita paternale.

    Premetto che sono sostanzialmente d’accordo con i vari Phastidio, Spetia e in generale tutti quelli secondi cui protestare contro la Banca d’Italia è fuori da ogni logica; premetto anche che l’impianto politico della proposta di Occupy Wall Street mi sembra uscita dagli anni ’70.

    Detto questo, dire ai ventenni che fargli il cazziatone equivale a “cercare di salvarli”, beh, mi pare una formidabile stupidaggine. O, appunto, il solito tentativo di fare la paternale.

    Woland ha ragione da vendere: la protesta da sola non va da nessuna parte. E allora, mi chiedo, perché invece di chiamarli *coglioni*, voi padri e zii non gli date una direzione? Perché non cercate di dargli una mano? Perché non ci dialogate? Io, ad esempio, ci vedrei delle praterie, per un partito come il PD, se solo riuscisse a comunicare con ‘sti ragazzi.

    Invece il rischio concreto è che la testa del gruppo venga presa dal solito collettivo che crede che il problema dell’Italia siano i terribili speculatori internazionali. Sarebbe un’altra occasione persa: per i ventenni, e pure per i loro zii.

    Ciao

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  19. Galatea,
    credo che gli indignati facciano bene a indignarsi e pazienza se non tutti hanno studiato, almeno si sono resi conto che qualcosa non va.
    La speranza è che tra questi che si fanno manganellare, ci sia qualcuno che abbia testa a sufficienza da tirare fuori qualche idea buona e valida, perchè come hai detto tu, di pressapochismo ce n’è già fin troppo.

    Questa crisi mondiale è stata innescata in due tempi principali, uno in cui speculatori senza coscienza hanno comprato e rivenduto debiti privati rischiosi facendoli lievitare fino a scoppiare; un altro in cui gli stati sovrani si sono trovati con le pezze al culo perchè di questi e altri prodotti finanziari a rischio si erano riempiti le tesorerie perchè anche gli stati sovrani investono in borsa.
    Poi c’è l’Italia, che se fallisse trascinerebbe con sè la Francia e poi la Germania e via via tutti gli altri, con un debito abnorme che non dovrebbero pagare i ventenni, ma chi l’ha prodotto: i capitani d’azienda i broker inetti, ma con buone uscite che pagherebbero il debito di un piccolo stato africano, e politici più o meno corrotti, conniventi e incapaci con stipendi da capogiro e pensioni d’oro arrotondati da mazzette e “presentini”…

    se poi qualcuno sa spiegarmi perchè dobbiamo pagare lo stipendio a quasi 1000 dipendenti che non raggiungono la quota di produzione… alle camere sì che ci sarebbe da fare tagli orizzontali!

    Buone indignazioni a tutti! Tanto il debito lo pagherò, come tutti noi, un tanto al mese!

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  20. Io quello di Galatea me lo voglio immaginare come un “invito” ai giovani manifestanti a riflettere, onde evitare gli errori commessi dalle generazioni precedenti, e quindi voglio leggere in positivo le sue parole.
    Detto questo, credo che il paragone postato da Diego (https://ilnuovomondodigalatea.wordpress.com/2011/10/14/mi-scusi-signor-gilioli/#comment-24378) calzi a pennello con lo stato d’animo di chi vanta il sacrosanto diritto di scendere in piazza, fosse solo per il piacere di pisciare dentro un bancomat o per reclamare uno spazio/vita in questa società.

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  21. Personalmente ritengo che il problema non siano i mille dipendenti ma il fatto che non
    raggiungano la quota di produzione…Vorrei far presente che per quanto le spese per mantenere il parlamento siano insopportabilmente alte, si tratta all’incirca di un cinquantesimo del disavanzo. Dimezzare il numero di parlamentari è una proposta populista che non serve ad altro che a rendere più facile raggiungere la maggioranza a colpi di corruttela, e a staccare ulterormente i parlamentari dal territorio che li ha eletti, che sarebbe inevitabilmente grande il doppio, in media. I problemi dell’Italia sono dovuti ad un apparato statale ipertrofico ed inefficiente, e ad un uso clientelare della spesa pubblica, problemi che non si risolvono diminuendo il numero di parlamentari. A parte che lo stesso risparmio si otterrebbe dimezzando loro gli stipendi…
    Simone, scusa, ma “nvece il rischio concreto è che la testa del gruppo venga presa dal solito collettivo che crede che il problema dell’Italia siano i terribili speculatori internazionali”: invece di fare sottili ironie mi spieghi tu chi è che ha fottuto completamente l’economia internazionale? Forse gli operai?

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  22. ammetto che dietro ‘sto clamore e successo degli “idignatos” (non ho sbagliato,è che sono solo la copia italiana degli indignados spagnoli) qualche sospetto c’è. perchè hanno avuto più attenzione mediatica loro, che l’ intero movimento 5 stelle e grillo insieme, che in italia sono una realtà ben più costruttiva e “rodata”?
    non è così banale, se ci pensate bene… il solo fatto che sia un “movimento” mondiale non è una spiegazione sufficiente.

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  23. @Luigi: hai ragione il costo della politica è solo un cinquantesimo del disavanzo, ma non è populista l’idea di voler ridurre il numero dei parlamentari… in Gran Bretagna se la cavano egregiamente con soli 650 rappresentanti con uno stipendio di “appena” 80 mila euro all’anno ( i nostri sono più di mille e guadagnano una media di 140 mila euro poi vanno aggiunti i consigli regionali e i vari benefit).
    Certo il problema non lo risolviamo! Ci arrivo anch’io che non basta… In ogni caso mi accontenterei che facessero il loro lavoro e che non estendessero i benefit a parenti e amici.

    Chiaro che se nella nostra Costituzione si fossero ricordati di scrivere che non possono partecipare alla vita politica attiva i condannati a reati penali gravi anche contro il patrimonio, oggi avremmo vita più facile…

    ma stiamo parlando di crisi economica e quindi non solo di politici…

    una domanda (senza retorica, perchè davvero non lo so) qualcuno sa quantificare quanto è stato speso dallo Stato Italiano per salvare di volta in volta la Fiat? e i soldi sono mai stati restituiti, almeno in parte?
    grazie

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  24. @luigi: nessuna ironia, ero perfettamente serio. E quando temevo che la manifestazione italiana andasse in vacca (permettendo ai padri e zii di dire fieramente “ve l’avevo detto”), è perché immaginavo i limiti della protesta italiana. E se stai guardando Skytg24 o RaiNews, allora converrai con me. Sarà anche stata la manifestazione più grande del mondo, ma quella di Roma è lontanissima della proteste di Wall St e Plaza de Cataluna.

    Per il resto:

    Il fatto che l’Italia stia affondando non è un problema di malvagi speculatori, e non è neanche un problema strettamente economico. È un problema di classe politica. L’attuale crisi di debito sovrano è esattamente questo: un problema di inazione, credibilità e coraggio da parte della politica. Il fatto che i giovani siano senza futuro non è a causa dei terribili Hedge Funds (che da questa crisi hanno ricavato solo perdite) o, come dicevamo, degli speculatori. La mancanza di futuro è totalmente sulle spalle dei politici.

    Ciao

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  25. @ Simone: a mio parere ti sbagli. Ciao,
    @ Vale: in effetti l’Inghilterra è uno dei paesi più classisti d’Europa. Quindi non la prenderei certo ad esempio se vogliamo aumentare il tasso di democrazia e di rappresentanza. Ciao

    Luigi

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  26. Il movimento che è sceso in piazza è un po’ più complesso, non è che si può pensare che ci siano dei simpatici ragazzi che si trovano su facebook e lanciano una manifestazione nazionale, rovinata dai soliti “incapucciati”. Quello è il favoloso mondo di Repubblica, mi spiace darvi un trauma ma, come babbo natale, non esiste.

    La questione del debito è complessa, ed è diversa da paese a paese. Ad esempio per il caso greco è mio parere che non si possa fare altro che non pagarlo, perché se il tuo PIL decresce (per colpa delle politiche di austerità) non c’è alcun modo per potercela fare.
    E anche i cittadini islandesi hanno fatto bene a non pagare il debito delle banche, non trattandosi del loro debito.

    Il caso Italiano è ben più complesso.
    Tuttavia rimane vero lo slogan “noi la crisi non la paghiamo” (come dicevamo 3 anni fa…). Dove per “noi” non si intende “gli Italiani”, ma le persone che hanno già pagato fin troppo a questo sistema economico, in particolare i giovani.

    @simone, è intuile dire che non bisogna protestare contro la banca di Italia. Nel momento in cui il suo governatore Draghi si mette a fare politica inviando una lettera al governo in cui esce da qualsiasi forma di democrazia prescrivendo persino come riformare i licenziamenti, allora come cittadino io ho tutto il diritto di chiedere a questo tecnico come si è permesso di fare una cosa del genere senza essere stato eletto da nessuno.
    Perché è sempre bello scendere in piazza contro il pericolo democratico Berlusconi, ma una cosa del genere è stata molto più grave. Eppure nessuno ha fiatato.

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  27. Islanda… qualcuno la cita? mi pare di no. ecco io vorrei che l’italia si svegliasse islandese.. lo so che è un sogno che non si realizzerà ma cavoli! loro si che la stanno facendo sul serio la rivoluzione. pacificamente, su internet, tutti insieme, decisi a non pagare i casini delle banche, decisi a riscrivere la costituzione in maniera che non si ripetano gli sbagli fatti… ISLANDA… avete presente? penso di no. ne i media ne la rete ne parla… è troppo pericoloso far sapere che si può fare la rivoluzione senza imbracciare fucili… si perde tutto il romanticismo e i caporioni si ritrovano un gregge pensante… no no… non è il caso…

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