La civiltà non è cosa per deboli

Ho un pessimo carattere, io. Di quelli tignosi, incazzosi, che se la legano al dito per nulla. Se qualcuno mi offende o mi fa del male, o tocca in qualche modo qualcuno che mi sta a cuore, o anche solo sostiene cose che non stanno né in cielo né in terra, non reagisco bene, ma proprio per niente. La prima reazione d’istinto sarebbe quella di prendere la mazza da baseball e andare a spaccargli al testa, dopo avergli ridotto in polvere casa, perché sono piccola, ma potenzialmente violenta. Non sono buona e non sono moderata, io.

Se non lo faccio è perché rispetto una roba che si chiama educazione, e fa parte di una cosa ancora più ampia, detta civiltà.

L’educazione non è qualcosa che ti fa diventare buono, e nemmeno tollerante. E’ semplicemente una tecnica che ti spiega che ci sono altri modi e altri metodi, meno incivili e cruenti, per controbattere e rendere inoffensivi quelli che giudichi pericolosi in potenza o un atto. E allora impari che, se proprio proprio non ti capitano in casa loro, di notte, con una mazza da baseball e tutta l’intenzione di ammazzarti, non è civile partire per primi con la violenza. L’educazione non vuol dire che gliela fai passare liscia, anzi. Vuol dire solo che sai esercitare meglio di loro l’intelligenza e la furbizia, e trovi il modo di bloccarli lo stesso, restando nei limiti della legalità e dell’apparente buonismo. La civiltà è anche questo, forse è soprattutto questo: una lotta in cui la violenza viene sublimata, trova altre strade, non scompare.

Vivere in un mondo civile e democratico non vuol dire vivere in un’Eden rosato in cui tutti sorridono e si vogliono bene. Significa solo accettare che lo scontro passi dal piano fisico a quello intellettuale, le lotte si facciano a parole, con argomentazioni e contro argomentazioni, non con spade e lance. Le persone civili non sono buone, e quasi mai sono deboli. Spesso, anzi, sono più fetenti dei bruti che prendono in mano un sampietrino e lo lanciano a caso: perché il sampietrino è estemporaneo, finisce là, sul selciato o sulla testa di qualcuno, mentre una lotta civile di mosse e contromosse può durare anni, richiedere accurata pianificazione, determinazione testarda, sangue freddo e mente da scacchista.

Non è affare da mammolette, essere civili e democratici: ci vogliono testa e tenacia, conoscenza del sistema che ti attornia, compresa quella di tutte le sue zone d’ombra e i suoi bug, per sfruttarli a proprio vantaggio quando serve, o non rimanerne prigionieri.

Vale la pena? Non lo so. Come tutto nella vita, magari non è detto. Ma chi sceglie di essere civile e democratico, di solito, lo fa a ragion veduta perché crede fermamente che il caos e la legge della giungla ti bloccano là, nel caos e nella giungla, appunto, e l’esercizio dell’intelligenza, invece, te ne fanno uscire, anche se a piccoli passi. La democrazia non è una scelta di “bontà”, ma di interesse e di utilità: dovrebbe essere il miglior sistema che l’intelligenza umana è riuscita ad inventare per far sì che l’intelligenza abbia una chance sulla forza bruta.

Per cui se m’incazzo oggi con chi ha tirato uova marce e pomodori su Oscar Giannino alla Statale non è perché Giannino mi sia simpatico, o perché sono pietosa e buona. E’ solo perché sono civile ed educata, e quindi penso che se c’è qualcosa da contestare a Giannino lo si fa con gli argomenti dell’intelligenza, e smontando le sue tesi punto a punto, semmai, in modo implacabile e cazzuto.

Imbrattargli il cappotto è solo un’idiozia.

42 Comments

  1. Questo è giustissimo, nel mondo sereno di utopia.
    Qui, nel mondo real, a volte non si può essere gentili, anche se vogliamo aprire la porta alla gentilezza.
    E io che sono un povero sciocco continuo a pensare che uova e pomodori non sono sampietrini e bastoni. Sono già la sublimazione della violenza, da parte di chi magari, chissà, potrebbe contestare con una splendida logica Giannino, ma non se lo filerebbe nessuno.

    "Mi piace"

  2. In linea di principio sare pure d’accordo.
    Ma per smontare le sue argomentazioni con civili altre argomentazioni, bisognerebbe avere diritto di parola… una lontana memoria di quando nelle università si dibatteva e ci si confrontava.
    Fermo restando che non conosco il caso specifico, attualmente l’abitudine corrente dei papaveri come Giannino è di venire all’università non per misurarsi con i pareri di docenti e studenti ma per calare dall’alto un paio d’ore delle sue stupidaggini senza interferenze da chi la pensa diversamente.

    Come dici, la civiltà funziona finché puoi usare le parole. Se mi dai la parola, discutiamo, ma se pretendi di averla solo per te, a me restano pur sempre le uova marce… e inevitabilmente va a finire così.

    "Mi piace"

  3. @hacksaw: Gli spazi per avere parola si creano, se non si hanno a priori. Contestare qualcuno a pomodorate è solo uno scoppio di violenza.Altrimenti si devono avere le palle per fare le rivoluzioni sul serio, almeno. Non per tirare pomodori ad un tizio che sta entrando da un portone.

    "Mi piace"

  4. Insisto, tutto giusto nel mondo di utopia (ovviamente sono d’accordo con hacksaw)
    E quello spiacevole troncare con “o fai la rivoluzione oppure niente” mi pare solo un alibi, una versione manichea del “maaltrismo”

    "Mi piace"

  5. Le proteste ed i dissensi sono leciti solo se argomentati, secondo me. Esprimere la propria indignazione con lancio di oggetti, grida o fischi nasconde, a mio parere, l’assenza di argomentazioni da opporre. Ed è lo specchio del vuoto di idee della nostra società, in fin dei conti, in cui è più facile trovare consensi se ci si pone contro un nemico in modo da deviare l’attenzione dal fatto che quello che stiamo dicendo, in fondo, è niente.

    "Mi piace"

  6. Il problema è che la parola non puoi prendertela a forza, sennò finisce semplicemente a chi urla di più.
    Serve che venga concessa… il Giannino di turno se civiltà vuole, civiltà deve dare; e questo è assolutamente indipendente dalle idee che si hanno o non si hanno. Altrimenti finisce, piaccia o no, che i pochi che possono predicano dal piedistallo, e quelli che non possono tirano le uova.
    E a me non piace, sia chiaro. Ma se solo la contestazione ti lasciano fare, la contestazione fai.
    Forse qualcuno la preferirebbe col mitra o col tritolo piuttosto che con le uova… io no, grazie, meglio che a sanguinare sia solo l’orgoglio ferito di gente a cui ne resta comunque troppo.

    "Mi piace"

  7. La verità è che alla maleducazione ed alla “farsa” teatrale in Italia non mancherà mai terreno… e poi l’educazione e la correttezza sono ormai messi a latere della vita civile (o presunta tale!). Le arrabbiature e le scocciature sono più che giustificate… ma oltre all’indignazione che cosa ci resta? che cosa è ancora nelle nostra possibilità?

    "Mi piace"

  8. “Significa solo accettare che lo scontro passi dal piano fisico a quello intellettuale, le lotte si facciano a parole, con argomentazioni e contro argomentazioni, non con spade e lance”
    In realtà, poiché nella vita l’importante è vincere e non partecipare, la vera astuzia sta nello sconvolgere gli schemi, l’autentica strategia consiste nel portare il campo di battaglia sul piano che in quel preciso momento ti risulta più congeniale. Il bruto, contro cui hai pochissime speranze e che ti aggredisce con la mazza ferrata, lo devi circuire parlandogli della libertà, della democrazia, della civiltà; il sofista stile Ferrara, con il quale, in uno scontro verbale diretto, avresti indubbiamente poche possibilità di emergere grazie alla logica e alla dialettica, lo devi crepare di mazzate quando meno se l’aspetta.
    Splendido esempio di questo assoluto scombinamento degli schemi, è il film della Wertmuller “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto”, con un immenso Giannini (in questo caso Giancarlo e non Oscar) e una fantastica Melato. Uno dei miei preferiti. 😉

    "Mi piace"

  9. Spiegatemi una cosa, perché mi sfugge: Giannino viene invitato ad un convegno a parlare, all’Università Statale. Non è né un nazista, né un criminale, è un giornalista che si occupa di economia, e per quanto si possa pensare che dica castronate, magari, le ha sempre dette in maniera educata e rispettosa. Se viene invitato a parlare in pubblico è perché è una persona nota, e lo è diventata perché evidentemente è stimato ed è considerato autorevole.Si può non essere d’accordo, ma tant’è. E’ lecitissimo contestarlo in tanti modi, organizzando una controconferenza, facendo un sit in davanti a dove parla, invitandolo ad un contraddittorio in un altro convegno. Non si fa nulla di tutto questo:prima ancora che abbia detto qualcosa, qualsiasi cosa, dei tizi gli lanciano delle uova marce e dei pomodori addosso, dandogli del buffone e del fascista, e non lo fanno parlare.
    Questo è quanto. Se siete d’accordo con chi si comporta così, potete anche smettere di leggere questo blog. Non siamo compatibili.

    "Mi piace"

  10. @Galatea
    Il tuo ultimo commento chiarisce meglio il punto e personalmente sono d’accordo. Il post, invece, mi lascia assai perplesso per quel manicheismo che altri han gia’ rilevato e che mi trova concorde: la societa’ umana, la storia insegna, e’ assai piu’ sfumata di “o parli o meni” che sembrano essere le uniche due scelte che ritieni opportune.

    "Mi piace"

  11. Tu ci hai espresso la tua idea di civiltà, io ti esprimo la mia. Per come la vedo io civiltà e l’insieme delle regole e dei comportamenti comuni che consentono ai soggetti più deboli di affermare i propri diritti, indipendentemente dalla volontà di quelli più forti.

    Girala come ti pare, continuo a pensare che il soggetto debole, che ha bisogno della tutela della civiltà non sia lui, che le sue idee ha i mezzi per continuare a esprimerle e farle arrivare a milioni di persone, alla faccia di chicchessia ogni santo giorno.
    Casomai il soggetto debole è chi lo contesta, che di mezzi di espressione per fare il pari con questa gente non ne ha e non ne avrà mai, al massimo qualche blog in faccia a giornali e televisioni, convegni e talkshow.

    E infatti finisci nell’assurdo di difendere Giannino con due incredibili “prima ancora che parli” e “non lo fanno parlare”, laddove questo signore da anni non fa altro che parlare in vita sua! Poverino, se per una volta non tocca a lui…

    Concludo restando comunque, fuor d’ironia, veramente compiaciuto che esistano persone civili a tal punto da non saper distinguere tra un uovo e un atto di violenza. Coloro che hanno vissuto e ricordano gli anni 70 potrebbero sorridere di questo fatto, ma in fondo l’esistere di persone che conoscono così poco la violenza da non distinguerla nemmeno, è veramente un buon segno.

    Poi, se questo ci rende incompatibili mi dispiace assai, ma non lo credo proprio.

    "Mi piace"

  12. è accettabile affermare che il lancio di uova o pomodori è inopportuno, controproducente in termini di strategia, ma non è giusto confondere il piano etico morale con quello della giusta e non avventuristica strategia politica

    il giannino, come nostrano esponente della cosiddetta scuola di chicago, è correo della ferocissima e durissima battaglia che i ricchi del pianeta compiono contro i diritti e le conquiste delle popolazioni, siano esse quelle della vecchia e civile europa, sia quelle dei paesi cosiddetti emergenti

    la storia non è una passeggiata amichevole fra un drink ed una partita a bridge, ma è uno spietato cammino, costellato di momenti di rottura, di momentanea tregua, ma sempre in un incessante attrito fra interessi di classi sociali diverse

    non c’è nessuna irenica condivisione fra un padre di famiglia che, in nome del mercato, si ritrova a 60 anni senza lavoro e ancora senza pensione, e magari si spara una fucilata per la disperazione, e un pontificatore dei sacrifici altrui come il giornalista in oggetto

    certamente, giannino ha diritto di pensare quel che crede e trovo errato e controproducente il lancio di uova, ma sul piano strettamente morale, il mio giudizio rimane almeno sospeso

    ognuno ha la sua visione del mondo, ed è giusto che galatea esprima la sua nel suo blog, ma è civile, appunto, anche dissentire

    "Mi piace"

  13. @Galatea
    Condivido. Punto.
    La dialettica del pomodoro è una dialettica debole, quella dell’uovo poi è proprio perdente.
    Impedire di parlare è sintomo di impotenza. Chi lo fa dimostra di essere frustrato e inetto e ha tutto il mio compatimento.

    Però dimmi una cosa: dov’è che si trovano le uova marce? Io al supermercato non le ho mai viste. C’è qualche negozio specializzato che riesce a procurarsele? Tipo: “Uova marce da manifestazione. Sgradevolmente puzzolenti. Insopportabilmente rivoltanti. Prezzo di lancio! Solo 3 euro la dozzina!”
    O magari si trovano su internet… ;oD

    "Mi piace"

  14. @Hawcksaw: Scusa, io continuo a non capire. Siccome Giannino o X (Mettiamoci Vendola o Bersani, per dire) hanno la possibilità di andare in tv e di far circolare le loro idee (evidentemente perché qualcuno li chiama e li vuole ascoltare), allora è corretto prenderli a uova in faccia se ci stanno sulle scatole? Cioè non è il fatto in sé che si condanna, ma dipende da chi ne è la vittima, in barba ad ogni forma di diritto, e se la vittima è famosa, poi, non può essere una vittima vera?
    Quindi, nel nostro piccolo, è lecito anche che un qualsiasi cretino aspetti sotto casa me o te (dal momento che con i nostri blog abbiamo comunque un po’ più di visibilità di altri) e ci tenda un agguato lanciandoci addosso pomodori? Oppure fammi capire: se Giannino viene invitato ad un convegno e noi no, è giusto che si prenda una valanga di uova prima ancora di arrivare al palco? La soglia qual è, allora: un convegno, due convegni, una cattedra universitaria, un tot di menzioni sui giornali?
    E tirare un uovo in faccia non è un atto di violenza? E’ un omaggio? Certo, sarà meno grave di tirare addosso un sampietrino o sparare, ma non mi pare una carezza. Non è abbastanza per condannare l’atto e dire che è una cosa ignobile? Finché non ci scappa il ferito grave o il morto lasciamo stare?
    Non lo so, io tendenzialmente non riesco proprio a seguirti. E trovo abbastanza inquietante scoprire gente che la pensa in questa maniera.

    "Mi piace"

  15. @Hacksaw
    Non c’è nessuna logica nel collegamento tra affermare i propri diritti da parte di un soggetto debole e toglierli ad un altro in base, lasciamelo dire, a criteri arbitrari.
    Attento ad affermare che si può togliere il diritto di parlare a qualcuno in base a criteri arbitrari. I soggetti forti ti potranno anche prendere in parola. E credimi chi ci rimetterà saranno sempre e solo i più deboli.

    "Mi piace"

  16. fermo restando che la violenza non è auspicabile e, quando possibile, bisogna perseguire altri mezzi per far valere le proprie ragioni, mi pare però che in alcuni commenti, ed anche nella nitida perorazione della padrona di casa, prevalga una concezione astratta ed astorica del diritto di parola

    una egualianza formale nasconde spesso la forte disugualianza sostanziale, determinata dai rapporti reali di potere, e questo viene spesso dimenticato nelle opinioni delle persone della sinistra non marxista, diciamo «liberal» di stampo borghese

    un diritto, una legge, una norma, è parte di una sovrastruttura che cela sotto l’apparente ugualianza la grande prepotenza del potere reale

    difendere il diritto del più forte, in base a concetti astratti, è di fatto una forma perfino un pò grottesca di servilismo

    però è ovvio che qui si discetta per diletto, per cui ogni opinione, a suo modo, è divertente da leggere

    "Mi piace"

  17. @diegod56
    Se parliamo di diritto È OVVIO che parliamo di concetti astratti.
    Comunque la difesa non è del diritto del più forte di parlare, ma del diritto di parlare. Che ovviamente vale per tutti. Almeno in Italia, stante questa costituzione.

    Come ho detto sopra se non difendi il DIRITTO DI PARLARE PER TUTTI, chi ci rimetterà saranno sempre e solo i più deboli.

    "Mi piace"

  18. “E allora impari che, se proprio proprio non ti capitano in casa loro, di notte, con una mazza da baseball e tutta l’intenzione di ammazzarti, non è civile partire per primi con la violenza.” Concordo.
    Ma è bene che si sappia in giro che non tutti hanno i tuoi strumenti culturali. E che lo scatenarsi dell’aggressività è relativa alla percezione della minaccia, che poi gli storici son costretti ad arrabattarsi per spiegare le cause di violenza e repressione..

    Se tutti quelli che hanno gli strumenti culturali abbassano un po’ i toni non sarebbe male, vista la generale diffusione di sintomi di crisi nervose. Ma se qualcuno non lo fa, sul palco o in platea, che facciamo?

    "Mi piace"

  19. ottimo alpistacchio,

    hai ragione nel ribadire il concetto costituzionale del diritto di parlare per tutti (non è elegante a mio sommesso avviso usare il maiuscolo in vece del corsivo)

    però tu stesso affermi, con limpide parole, che si tratta di un concetto astratto, nel senso appunto che non è il concreto dipanarsi dei rapporti di forza, ineludibili in ogni corpo sociale nelle sue articolazioni

    l’attuale mondo moderno, o meglio post moderno, prevede tutta una serie di asimmetrie di potere determinate dalla distanza siderale fra la parola del singolo, specie se poco abbiente, e la parola di chi governa i mezzi di comunicazione che non sono semplici amplificatori, megafoni, ma anche luoghi di rappresentazione, di costruzione della realtà

    a questo proposito consiglio la lettura, che tu, persona colta, non avrai mancato del classico la società dello spettacolo del grande guy debord

    per esser brevi, le categorie ottocentesche (o addirittura settecentesche) di ugualianza formale e giuridica, son del tutto inadeguate per afferrare lo sviluppo, l’inviluppo direi, dei rapporti di potere reali

    per cui, purtroppo, l’attrito fra istanze reali e codici giuridici a volte è ineluttabile

    antigone, nel voler dare degna sepoltura al fratello, dovette infrangere la legge di creonte, da sempre non c’è pace fra realtà e codificazioni del potere costituito

    "Mi piace"

  20. NO diegod56
    Tu avevi detto che si difendeva il diritto del più forte, in base a concetti astratti.
    La mia risposta è che è ovvio che per affermare valori concreti si parta sempre da un concetto astratto, non credi?
    Un governo può fare la patrimoniale e aumentare le tasse ai ricchi e diminuirle ai poveri in base a un concetto [astratto] di uguaglianza o, in gradazione, di equità.

    Per il resto se “l’attrito tra istanze reali e codici giuridici” si materializza nella ridicolizzazione di un relatore in un incontro pubblico presso una università pubblica tramite la dialettica del pomodoro, credo che siamo alla farsa della difesa della democrazia.
    Una farsa pericolosa ti ripeto. Perché come ho detto sopra se non difendi il diritto di parlare per tutti, chi ci rimetterà saranno sempre e solo i più deboli.
    E infatti Giannino non ha problemi, era in televisione anche ieri e ha parlato a qualche milione di persone e non alla qualche decina della Statale.

    "Mi piace"

  21. Sono abbastanza dibattuto, vedo la ragione da entrambi i punti di vista.
    Da una parte, l’idea apollinea secondo cui ognuno ha diritto di parlare e di esprimere le sue idee.
    Dall’altra il barbaro dato di fatto che non tutte le idee sono neutre, e che ci sono idee che vanno combattute strenuamente e con tutti i mezzi possibili. Esistono idee che non hanno proprio diritto di cittadinanza: idee che prevedono il sopruso, o che sono intrinsecamente foriere di ingiustizia o sopraffazione.
    E allora dipende da dove ciascuno mette il limitie, mi pare.
    Stabilito che i fascisti stanno al di là della recinzione (a mio parere, ma ho conosciuto perfino gente di sinistra che sosteneva il diritto di parola perfino per loro, cosa a cui il buon vecchio Popper ha risposto molto bene nei suoi saggi bollandola come un’idiozia in quanto, cito a memoria, “come non esiste la libertà di darti un pugno in faccia, non esiste la libertà di predicare i pugni in faccia”); stabilito questo dicevo: dove si mette il limite?
    La scuola di Chicago ha appoggiato da vicino pinochet e ha sempre causato sfracelli sociali ogni colta che le sue teorie son state applicate: lasciarli parlare?
    La conferenza era stata organizzata da Azione Universitaria, quegli adorabili angioletti che hanno contestato Fini quando ha rinnegato ufficialmente il fascismo e in particolare le leggi razziali…Giannino si presta a fare da spalla a simili figuri, che si fa?
    Capisco che ognuno possa mettere i paletti in punti diversi, capisco che si possa disapprovare un lancio di pomodori ma, stabilito che a mio parere con i fascisti si dialoga solo attraverso il mirino di un fucile, si rispetti il diritto di ognuno di mettere i paletti in questione dove cacchio coscienza gli suggerisce.

    La rivoluzione non è un pranzo di gala. Ed è vero che non ci siamo ancora ma credete che sia tanto lontana?

    "Mi piace"

  22. @Gigi
    Se i fascisti negano la libertà, tu non puoi combatterli negando la libertà, altrimenti passi dalla loro parte della barricata e diventi fascista (nei comportamenti) pure tu e finisci a combattere contro te stesso 😉

    "Mi piace"

  23. @ alpistachio: Gigi è un altro lettore assiduo di questo blog, non confondiamoci.

    Il tuo discorso non sta in piedi. Allora visto che i nazisti son violenti avremmo dovuto combattere il terzo reich con la nonviolenza…seeeh, tanti auguri!

    La libertà non significa “faccio quel cazzo che mi pare”. La libertà ha dei limiti ben precisi. Io non posso girare per la città a prendere a pugni chi mi pare. Se io faccio questo, è giusto che con la forza qualcuno me lo impedisca. Allo stesso modo, io non posso predicare che tutti i biondi devono essere sterminati. Se lo faccio, è giusto che qualcuno mi fermi. Se necessario, con la forza.

    E guarda che questo agomento era riportato da Popper, se non mi sbaglio in “cattiva maestra televisione” che lo portava fino al livello di dire che non esiste nemmeno la libertà di trasmettere programmi televisivi idioti, in quanto nocivi per la società. Popper era un liberale purissimo, e io che ti riporto questo sono un militante libertario da più di dieci anni.

    La libertà è relazionale. E a me non interessa “essere migliore dei fascisti”, mi interessa che le loro idee non si propaghino all’interno della società. Poi puoi anche pensare che io sia uguale a loro ma tanto io so che non è vero e ciò, assieme alla compagnia di Popper, mi basta.

    "Mi piace"

  24. Il problema è: cosa ne facciamo di uno che predica teorie economiche devastanti che mettono in mutande interi continenti, applicate da dittatori sanguinari in passato e al momento causa della peggiore crisi economica dal 1929 in poi, ma non predica l’omicidio o l’odio razziale? BOH. Io non so cosa pensarne. Ma se uno pensa di prenderlo a pomodorate in faccia (così non si sporca il cappotto) certo non mi scandalizzo.

    "Mi piace"

  25. Non ho il piacere o il dispiacere di conoscere questo Giannino quindi mi astengo da ogni commento nei suoi confronti, ma la tua teoria sul dialogo e sull’apertura vale abbastanza e regge il confronto con sufficienza con le dissacranti opposizioni sociali del vivere di oggi. Ricordiamoci a prescindere da tutto che se qualcuno ti attacca fisicamente tu che fai? Non reagisci?

    "Mi piace"

  26. Concordo pienamente con Luigi. Giannino è uno degli esponenti e spin-doctor, delle peggiori teorie economiche della destra fascista – che hanno tra l’altro ridotto l’Africa alla fame e distrutto economie un tempo floride (Argentina ad esempio). E’ come se qualcuno invitasse un emissario di Pinochet a promuovere il genocidio.
    Lasciarlo parlare? Ma scherziamo?
    Han fatto benissimo a prenderlo a pomodorate e uovate. E gli è andata ancora bene.
    L’Italia s’è desta.

    "Mi piace"

  27. La scuola di Chicago ha appoggiato da vicino pinochet e ha sempre causato sfracelli sociali ogni colta che le sue teorie son state applicate: lasciarli parlare?

    ottimo luigi, il problema è che, da un punto di vista morale, tirargli le uova è molto poco rispetto alle colpe che hanno certe idee (che appunto sono foriere di enormi crudeltà anche concrete)

    però tirargli le uova è molto sbagliato perchè in definitiva gli si offre una opportunità mediatica favorevole, per esempio un untuoso e scaltro vittimismo (subito raccolto dagli astratti ed ingenui garantisti anche di sinistra)

    quindi, è stata una pessima idea quella di tirargli le uova e i pomodori

    ognuno comunque la pensa come crede, ed è giusto che scriva quel che pensa, io apprezzo sempre chi confuta con sincerità il mio punto di vista, anche se magari con argomenti a mio avviso fragili ed ingenui

    "Mi piace"

  28. La storia di questo Giannino è quella di un “liberale” che vive di contratti con aziende editoriali assistite dallo Stato, scrivendo articoli contro lo Stato imprenditore.Fra le cose divertenti di questo liberista ricordo la sua partecipazione al comitato scientifico della Fondazione Italia-Usa,che ha premiato, tra gli altri , Pier Francesco Guarguaglini.O si tratta di uno sfortunatissimo caso di omonimia o si tratta di un caso di schizofrenia cronica o Giannino si è dimesso dalla Fondazione in segno di protesta e non lo ha detto a nessuno.Giannino teorizza il taglio delle teste, ma non del suo giardino.Quando sei nella merda e senti parlare questi buffoni in giacca e farfallino, ti senti preso per il culo e reagisci, male, ma reagisci.Si chiama fallo di reazione, ti becchi il cartellino rosso, ti squalificano per settimane, ma ti sei tolto una soddisfazione.E che cazzo!:)

    "Mi piace"

  29. @ Diego: Sì, probabilmente tirargli pomodori non è una mossa molto intelligente per i motivi che dici tu. Ma, ripeto, non mi scandalizza particolarmente che qualcuno lo faccia. Mi chiedo solo fino a che punto arriverei io con i paletti, tutto lì. In genere credo che dipenda dalle condizioni ormonali momentanee (non solo per me, in generale dico).

    "Mi piace"

  30. Non è né un nazista, né un criminale, è un giornalista che si occupa di economia, e per quanto si possa pensare che dica castronate, magari, le ha sempre dette in maniera educata e rispettosa.

    Vado a memoria, ma non era quello che diceva che un paio di bastonate agli studenti in manifestazione ci stanno benissimo, a casa a testa china e zitti?
    No perché fino a un paio d’anni fa io mi ricordo un Giannino arrogante ai limiti dell’insulto, una versione stronza di Ferrara, per dirla altrimenti.
    Appunto uno che esplicitamente diceva “libro e manganello”, altro che educato e rispettoso.

    Ora io sono perfettamente d’accordo che una sana smerdata pubblica funzionerebbe meglio dei pomodori, peccato che al prossimo dibattito in TV inviteranno Giannino, e non chi ne ha razionalmente contestato le tesi.

    Poi dire “allora facciano la rivoluzione” e “che facciamo, se non ci scappa il morto facciamo finta di nulla?” mi pare un pelo contraddittorio, come atteggiamento…

    "Mi piace"

  31. siccome ritenete che Giannino è fascista allora si merita di ricevere uova marce, perché no lui non deve parlare per esprimere la propria opinione, richiesta tra l’altro da ho lo ha invitato al convegno, e impegnati a stabilire confini tra i deboli e i potenti e chi ha il diritto o meno di compiere questi atti vergognosi e ben poco dignitosi, non vi accorgete che questo è l’unico atteggiamento veramente fascista. Galatea non ho parole per dirti quanto effettivamente concordi con te…concordo pienamente su TUTTO ( trovo anche abbastanza spocchioso criticare la scelta del maiuscolo invece del corsivo, lecito esprimere opinioni stilistiche, ma, perdonano, antipatico)

    "Mi piace"

  32. arrivo volontariamente in ritardo. diego ha scritto esattamente quel che penso e comprendo pure le ragioni di luigi. il resto è buonismo da “fine-ricreazione”, per rimanere nell’ ambito “galateano”. ovvero quel buonismo che permette al vero bullo il giorno dopo di continuare nella sua “operazione umilia-nerds”.

    del resto di giannino non m’ interesso, ha già detto parecchie stupidaggini in passato, dunque non merita troppe attenzioni mediatiche ed il fatto che goda invece di questo privilegio dovrebbe essere sirena d’ allarme per molti.

    trovo invece molto interessanti i nuovi stratagemmi emergenti che la polica prende in prestito da altri “palchi”:
    http://papibulldozer.wordpress.com/2011/12/05/lacrime-di-fornero/

    "Mi piace"

  33. @ Greta: leggi bene. Io non ho visto che nessuno abbia scritto che è un fascista. Infatti per quanto mi riguarda è proprio questa la fonte del dubbio, e bada bene sto parlando di dubbio.
    Te lo ripeto: Giannino fa parte di una scuola economica che ha causato milioni di morti per fame in giro per il mondo, sfruttamento delle risorse naturali, inquinamento e via avanti. Dicesi scuola di Chicago, neoliberismo o più colloquialmente turbocapitalismo.
    Non è un assassino in divisa, ma pur sempre complice di assassini, anche se ben vestito ed intellettuale.
    Un po’ come il buon vecchio professor Gentile.
    Ora, ribalto la questione: a Pinochet tirare uova in faccia mi sarebbe parso proprio il minimo, se tu dici che Pinochet deve essere libero di parlare, siamo su due mondi diversi ma non è questo il problema.
    Ma i suoi complici in giacca e cravatta con cattedra universitaria?
    Possibile che questi fini intellettuali non si rendano conto delle conseguenze delle politiche che van predicando?
    Se se ne rendono conto son dei criminali, se non se ne rendono conto son degli idioti.
    Per me, un criminale non ha diritto di parola e un idiota che propaga teorie pericolose nemmeno.

    Ora ho estremizzato, la mia posizione è molto più sfumata…ma per favore cerchiamo di capire che da Voltaire in qua qualcosa è cambiato, son stati inventati i mezzi di comunicazione di massa e la società è molto più accentrata e gerarchizzata…

    "Mi piace"

  34. meglio ribadire, a mio modesto avviso, i due punti cardine del problema, intorno al quale si sono dislocate diverse, e tutte, ripeto tutte, sensate opinioni

    tutti siamo, penso, contrari all’uso della violenza, ed io, da cristiano quale cerco, con modesti risultati senz’altro, di essere, son contrario all’uso della violenza perfino nei confronti di una persona cattiva

    c’è un problema però che fa da sfondo: le idee espresse dal giannino, si possono ritenere violente? tali da far comprendere (non giustificare, ma comprendere) la reazione balistica con l’uso di uova e quant’altro di alimentare natura?

    taluni in questo alato consesso ritengono che le idee espresse dal prezioso intellettuale iperliberista siano, di fatto, la causa di tante innobinabili sofferenze per le persone e per il pianeta

    altri, ritengono di no, o quantomeno che non vi sia nulla di violento nell’esprimerle

    questo discrimen determina i due atteggiamenti sull’evento in questione, ed entrambi hanno una loro ratio, e sarebbe stupido, da chiunque dell’una o dell’altra opinione, disprezzare quella altrui, perchè ognuno ha il suo habitat morale e culturale

    dobbiamo imparare tutti la tolleranza delle idee altrui, senza deflettere dalle proprie, sempre comunque senza nessuna pretesa di aver ragione per forza

    "Mi piace"

  35. @ Diego:
    -> “tutti siamo, penso, contrari all’uso della violenza”

    Io no. Non sono un non-violento. Credo che in certi casi la violenza sia una necessità. Una extrema ratio che comunque va presa in considerazione quando non ci sono altre alternative: perchè sono convinto che in certi casi la non violenza non sia praticabile.
    Sono contrario all’esaltazione della violenza, al gusto della violenza, alla predicazione della violenza, ma non della violenza in sè. Il che non significa che mi piaccia, come non mi piacciono gli aghi (ma alle volte una puntura è necessaria).
    Dopodichè non sono convinto che questo fosse il caso di utilizzarla, ma questo è un altro discorso.

    Per il resto hai focalizzato bene, i punti sono due:

    a) ho il diritto di impedire di parlare ad una persona la cui ideologia causa milioni di morti? (metodo)
    b) l’ideologia della persona in questione causa o no milioni di morti?(merito)

    Chi risponde (sì, sì) ritiene giusto imbrattare giannino, tutte le altre combinazioni di risposte implicano la disapprovazione dell’atto in questione.

    "Mi piace"

  36. vedi, caro luigi, il tuo ragionamento è corretto, secondo me, però bisogna anche pensare che la connessione fra idee e fatti, fra opinioni ed eventi storici, non è poi così immediata

    per esempio: se io mi professo cattolico, non trovo giusto mi siano imputate le colpe dell’inquisizione, così come se una persona si professa comunista, è davvero stupido imputargli i crimini di stalin

    il problema è che in effetti, la questione del liberismo come ideologia dominante il pianeta, non è storia ma è attualità del presente, e dunque in parte non possiamo non tenerne conto, nel giudicare

    insomma, per chi non ama le frettolose verità un tanto al chilo, c’è molto da ragionare prima di esprimere un giudizio tranchant

    "Mi piace"

  37. Caro Diego,
    dipende. Esistono comunisti che disapprovano l’operato di Stalin, e comunisti che tuttora lo esaltano (pochi, per fortuna, ma ti garantisco che ci sono). Ai secondi è giusto imputare una corresponsabilità morale nelle colpe del suddetto, perfino se non erano ancora nati all’epoca. Stesso discorso per quanto riguarda l’Inquisizione.

    Il liberismo è effettivamente attualità, e questa può essere un’attenuante, ma ritieni che sia un’assoluzione? Tutti i regimi della terra sono stati attualità ad un certo punto della storia.

    Il problema in effetti è molto complicato. Che dire di un sostenitore ideologico in buona fede di un regime, che non si è mai sporcato le mani di persona?
    Che dire delle maestre in buona fede che per decenni hanno insegnato l’inno della DDR ai bambini?
    Che dire degli artisti in buona fede che, cresciuti all’interno del sistema, dipingevano il realismo socialista?
    E che dire di tutti gli elettori berlusconiani in buona fede?
    Di tutti coloro che hanno eletto Gerge Bush in buona fede? Sono complici dei suoi crimini in Iraq?
    Io sono un filiosionista da sempre: sono complice delle atrocità commesse dall’esercito israeliano durante l’operazione Piombo fuso? E tutte le altre?
    Se un palestinese mi tirasse addosso un pomodoro, forse qualche ragione ce l’avrebbe…

    "Mi piace"

  38. mi dispiace ma ritengo che il diritto di parola spetti a tutti. Per il resto ci sono altri modi molto più intelligenti per manifestare sdegno e rabbia. Se poi le parole si traducono in fatti diventa violenza penalmente rilevante, se bastassero le parole la gran parte di noi probabilmente sarebbe stato almeno una volta detenuto. Uova marce sono soltanto disgustose e codarde.

    "Mi piace"

  39. Provocazione e poi mi taccio. Io ritengo che lo stupro etnico in caso di guerra sia non solo doveroso ma addirittura meritorio, oltre che gradevole e utile per mantenere alto il morale dei soldati. Voglio fare una conferenza in proposito. Anzi, credo che sia utile anche stuprare tutte le negre che vengono in Italia e ci invadono, anche se non siamo in stato di guerra. Greta, ho diritto di parola?

    Questo solo per vedere se arrivi fino in fondo con l’idea della libertà di parola che teorizzi o se anche tu metti dei limiti, magari diversi dai miei.

    (serve che mi scusi e specifichi che non lo ritengo sul serio?in tal caso mi scuso e lo specifico. ma c’è un sacco di gente che lo pensa quindi l’esempio è realistico.)

    "Mi piace"

I commenti sono chiusi.