
Sono le 11.30. Suona il telefono. E’ Giulia.
«Ciao bella! Come stai? Sai, stavo pensando per stasera di andare a fare un salto al Pagoda che mi han detto che lo han rifatto tutto…»
«Mmmbfmnnn» bofonchio.
«Come??»
«Mmmbfnngg»
«Non ho capito niente! Ma che fai, mangi? A quest’ora???»
Mi rendo conto in un attimo che tentare di spiegare a Giulia, beatamente spaparanzata sulla sua sdraio in spiaggia, che stamattina mi sono svegliata alle sei, non ho fatto colazione, ho accompagnato mamma dalla cugina, poi sono tornata a casa, ho tentato di riordinare scarpe e borse dentro l’armadio per evitare pericolose frane modello slavina, e quindi, alle 11.30, quando ho aperto il frigo per prendere da bere, la visione della pasta fredda con pomodorini, mozzarella e basilico e di fianco il melone tagliato a spicchi mi sono sembrati una tentazione cui non era possibile resistere, nonostante l’orario assurdo. Per cui non tento neppure di imbarcarmi in una giustificazione, inghiotto in fretta il boccone e provo a tradurre tutto ciò in termini che per lei siano accettabili.
«Sì – dico – sai oggi ho deciso di fare un brunch.»
Infatti Giulia resta perplessa un attimo e poi ribatte. «Ah, ok. Allora ci vieni stasera al Pagoda?»
L’importante, nella vita, è saper trovare quando ti servono le parole giuste.