7 Comments

  1. Che tristezza..che pochezza…ricordo quando una preside aveva imposto alla segreteria di non chiamare per le supplenze la bidella Mara che all’anagrafe era Andrea..

    "Mi piace"

  2. Tutto sacrosanto, del resto il sottosegretario appartiene alla zavorra NcD, cosa potevamo aspettarci?
    Ma mi piacerebbe vedere un analogo stracciar di vesti quando sono i pargoli ad impedire di parlare in modo violento, specialmente quando si tratta di ebrei, olocausto e storie connesse.

    "Mi piace"

  3. Sono sicuro che fare il genitore non sia per niente facile, e spero che un giorno io ne sia veramente capace. Spero veramente di riuscire a dare i giusti valori ai miei figli e a fargli comprendere il rispetto per il prossimo, di ogni sesso ed etnia.
    Di questo passo, continueremo ad essere un paese arretrato, con tanta tanta discriminazione…

    "Mi piace"

  4. Cara Galatea, io che sono di Modena mi vergogno come una ladra, anche se non credo che il problema stia nella città. Quando ci mettono la religione a scuola nessuno si pone il problema di come vogliono educare i figli i genitori. Certo, c’è l’esonero, ma a prezzo di esclusione e poi non ci sono le insegnanti per la materia alternativa. Un pezzo di mondo negato quello gay, lesbico e omosessuale.

    "Mi piace"

  5. Non riesco a loggarmi sull’espresso, ed è strano perchè partecipo spesso al blog dell’amico luigi bruschi

    allora scrivo qui

    Molto interessante nell’articolo la questione della verità «annacquata» nella pretesa pluralità di voci, di prospettive, un modo assai insidioso e diffuso per neutralizzare le verità

    riporto un bel brano dell’amico Vladimiro Giacchè, tratto da «La fabbrica del falso», ediz. Derive Approdi

    «La comunicazione è formalmente indifferente ad ogni contenuto, e anzi si sottrae a ogni determinazione, come se fosse la peste. Aspira ad essere contemporaneamente una cosa, il suo contrario e tutto ciò che sta in mezzo tra i due opposti. […] In questo modo ogni enunciato significativo viene reso ottuso, appiattito, banalizzato. In questo modo, più in generale, viene neutralizzata la verità. Non perché ad essa si sia sostituito il falso. In un modo più sottile e, insieme, più pericoloso: instillando l’indifferenza nei confronti del vero, e la convinzione che non sia possibile né utile cercare e dire come stanno le cose. All’asserzione vera non è contrapposta un’asserzione falsa: è contrapposta la chiacchiera, l’indifferenza tra le asserzioni.» (p. 185)

    "Mi piace"

I commenti sono chiusi.