La strada è fatta di caldo ed afa impastate assieme. È l’una di un sabato di estate e non passa una macchina nemmeno per sbaglio. Per le zaffate torride che salgono dall’asfalto persino i papaveri rossi hanno degli attimi di sbandamento. Ondeggiano e poi si reclinano sul selciato, sconfitti.
L’anno scolastico è lì, alle tue spalle. Lo hai concluso chiudendo a doppia mandata il tuo armadietto in sala professori. Dentro i libri di quest’anno ammonticchiati serviranno anche per l’anno prossimo, e se non serviranno resteranno comunque lì, fino a settembre, perché fa caldo e non hai voglia di svuotare e scartare e buttare.
Gli alunni sciamano verso i tabelloni con i risultati, vociando. Lanciano sommessi gridolini di giubilo vendendosi promossi. I genitori più impiccioni sostano a lungo, confrontando i voti dei pargoli propri con quelli altrui e commentano con smorfie di invidia e di insoddisfazione se il figlio della vicina o il compagno di banco hanno avuto una votazione migliore del loro tanto coccolato erede.
Voltato l’angolo della strada c’è un gran silenzio, come se i campi attorno si fossero riappropriati di tutto. La scuola torna ad essere quello che è: uno scheletro di cemento brutto che resterà a lungo vuoto. È l’attimo della pace, quello in cui il mondo si ferma. La fine.
Torneremo. Ma non ora. Torneremo quando le giornate ricominceranno a riaccorciarsi e nell’aria si sentirà il fondo umido dell’autunno. Ora tutto è sole, vampa, caldo e silenzio.
Ora è estate.
Hai ragione ora e’ estate ,sognato ,atteso tutto l’anno e se gli anni passano ti accorgi della differenza di quando aspettavi con ansia il momento di indossare i vestitini con le maniche corte sperando di riempirli di piu’in alcuni punti e ti accorgi invece di non entrarci dentro ,e che l’abbronzatura e’meglio evitarla e non ti ricordavi questa voglia di non fare niente e anche l’estate si vela di malinconia…
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Ecco, uno dei vantaggi di insegnare è quella bellissima sensazione dell’Ultimo Giorno di Scuola, quando una libertà sterminata ti si allarga davanti.
Oh sì, verranno le riunioni e le programmazioni e i collegi finali (e l’esame, per molti) e un infinità di intralci, impegni e lacchezzi vari che lo riempiranno alla grande, quel tempo di libertà sterminata. Ma la sensazione dell’Ultimo Giorno dell’anno scolastico è di quelle che non hanno prezzo 🙂
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perfetta diagnosi di un mondo quello della scuola che d’estate chiude oi battenti Ma chi meglio di te poteva farlo?
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Ora è estate, un tempo che a molti fa paura, per il vuoto di impegni che porta improvvisamente con sè, togliendo la certezza di una routine che in qualche modo rassicura. A me, che in fondo sono rimasta un po’ bambina, l’estate pare un regalo: il tempo ritrovato, finalmente libero dalle troppe sovrastrutture accumulate nel resto dell’anno. Un tempo vuoto, ma non certo di senso, che non è necessario riempire ad ogni costo. Un tempo in cui essere liberi di annoiarsi, anche, e di tornare a desiderare il ritorno alla vita di sempre.
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basta che lo stipendio arrivi anche d’estate…
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Mi risulta che sia previsto per tutti i lavori dipendenti che lo stipendio arrivi.
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esatto, io d’estate ho sempre lavorato, e difatti mi hanno sempre pagato
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Anche a me. Pensa te che strano, eh.
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