La discriminazione e la maglietta rossa

Se ieri hai messo una maglietta rossa per esprimere solidarietà ai migranti che affogano in mare, oggi ci sono quelli che ti criticano perché  così hai compiuto un atto di feroce discriminazione contro gli italiani poveri, i terremotati, gli anziani abbandonati nelle case di riposo,  gli esodati,  i disoccupati, insomma tutte le altre categorie non comprese nella manifestazione di ieri.

Se lo dicono loro, che hai compiuto un atto di ingiusta discriminazione, credici. Loro sono dei campioni nell’evitare discriminazioni. Infatti, a memoria d’uomo, non si ricorda che abbiano aderito mai, mai, mai a nessuna manifestazione in favore di terremotati, esodati, anziani in casa di riposo, esodati e disoccupati o connazionali in difficoltà per qualche motivo. Mai, mai, mai.

Ma mica perché non gliene frega in realtà nulla di tutte quelle categorie, eh.

È proprio per evitare di discriminare.

5 Comments

  1. Mi sto accapigliando online, con un paio di tipi, proprio ora su uno degli argomenti che nomini; naturalmente nessuno di loro s’è mai smosso per alcunché a scendere in piazza, eccettuata forse la vittoria del mondiale di calcio 2006.

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  2. Forse sono un po’ cattivo, però mi viene da dire che un po’ di discriminazione sarebbe giusta, nei confronti degli idioti “rossofobici”.
    Ma poi penso che in fondo la loro vita è così triste che in essa hanno già una grossa punizione.

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  3. Ah. la discriminazione: il vero male del secolo, e voi profani che non ve ne rendete conto… Noi profani, mi correggo. In effetti anch’io stento a rendermi conto della portata della cosa. Come con il rendersi realmente conto delle dimensioni dell’universo, sapete, no? Con la stupidità è un po’ la stessa cosa.

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  4. purtroppo è una critica frequente, e, nella sua malignità, anche efficace; è sempre lo stesso gioco: accusare chi si occupa degli ultimi di trascurare i penultimi; è uno dei frutti velenosi d’una società che sarebbe malata anche senza il problema dei poveracci che affogano dai gommoni; una società divenuta profondamente corporativa, dove ognuno fa lagna e vittimismo per la sua categoria specifica; cosicchè chi guarda agli ultimi appare uno che sta troppo bene e per questo fa il solidale; certo sono critiche ingiuste e cattive, ma non le possiamo sanare se non usciamo, ognuno, fuori dalle logiche corporative

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  5. Cosa vuoi. Loro non discrimina più nulla, perché sono degli ectoplasmi che escono dalle manipolazioni del grande medium. Ovviamente il cervello è stato donato alla patria come l’oro di una lontana memoria.

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