La sindrome di Teodora, ovvero perché le donne toste sono giustamente egoiste e fanno quello che vogliono

Ecco, Teodora, devo dirtelo: io ti adoro. Si capiva, eh, visto che sei la protagonista di ben due dei miei libri. Ma lo sei perché ti adoravo anche da prima. E ti adoro perche, Teodora mia, lasciatelo dire, di tutte le donne del mondo antico tu non sei moderna, no. Tu sei avanti, persino rispetto a noi moderne, che da te, tesoro bello, avremmo tanto da imparare.

Sei una ragazza tosta, per cominciare. Ma tosta che in confronto Chuck Norris è una mammoletta che distribuisce carezze ai bambini. Li vorrei vedere certi duri dello schermo e non a nascere come sei nata tu da una famiglia povera in canna, col padre che si arrabatta a sfamare gli orsi al Circo e crepa pure subito, e la mamma ex prostituta che si mette con il primo che capita, tanto imbranato da farsi licenziare subito subito. E tu che bambina impari a sgambettare e danzare per sbarcare il lunario, come una olgettina dei tempi antichi, perché sai ballare peggio di Belen, cantare manco, recitare meno della Arcuri, e in sostanza sei l’antenata di tutte le Ruby allo sbaraglio, che sopravvivono grazie a cene eleganti dei depravati potenti di turno.

Ma tu ti arrendi? Ma nemmeno per idea. Sei una spogliarellista, una donnaccia oer tutta Costantinopoli, ma non ti fai mettere i piedi in testa, non defletti. Studi. Sfrutti le occasioni. Un patriarca di Alessandria ti prende sotto la sua ala e tu riesci a conquistare Giustiniano, che fino ad allora era stato un single sposato solo con il suo lavoro, e invece alla fine sposa te. O meglio, tu sposi lui, perché si capisce subito che chi in casa detta legge non è l’imperatore, sei tu.

Non sei sempre simpatica, e anzi, talvolta sei proprio una stronza fatta e finita. Ma bisogna esserlo, nel tuo mondo, e anche nel nostro, se non vuoi che ti travolgano e basta là.

Tu, Teodora, non ti fai travolgere, mai. Anzi, combatti, e non recedi di un centimetro. Gli altri ti dicono che sei feccia, e tu ribatti colpo su colpo, non permetti a nessuno di umiliarti.

Teodora, non sei una donna remissiva. Hai l’orgoglio di una regina ben prima di esserlo, quando ancora non sei nessuno e tutti danno per scontato che sia tuo dovere non averlo proprio, l’orgoglio, ingoiare qualsiasi rospo, Perché sei donna e sei povera e quindi devi subire. È il tuo destino.

Il tuo destino un caspita. Tu, Teodora, il destino te lo costruisci e quando non fa quello che vuoi lo prendi pure a calci. Per questo guardi negli occhi imperatori, generali, patriarchi e papi, come si guardano quelli da cui non accetti imposizioni e nemmeno colate di paternalismo.

Sei una donna che si è fatta da sola, e ci tieni: non dimentichi mai da dove vieni e non ha intenzione di farti portare via nulla di quello che sei riuscita a conquistare. Perché è tuo, solo tuo, e ti sei sudata ogni briciola.

Io amo Teodora. Persino quando non sono d’accordo con quello che fa. La amo perché ha il coraggio di fare una cosa che a noi donne non viene perdonata mai: essere egoista.

Noi donne siamo quelle che devono essere sempre pronte a rinunciare, a farsi da parte. Che devono“stare un passo indietro” perché avanti ci devono essere sempre gli uomini, che siano i nostri padri, figli, mariti, fratelli, persino passanti. E noi sorridenti e remissive siamo considerate femminili quando ci sacrifichiamo o rinunciamo a quello che ci piace per loro.

Ecco, Teodora no. E vivaddio. Lei il potere se lo è preso, lo ha voluto e lo ha gestito. Facendo errori, magari, ma sono gli errori che tutti commenttono quando si decide di fare qualcosa appunto: solo chi non agisce non sbaglia mai.

L’hanno chiamata intrigante, subdola, testarda, ambiziosa. E lo è stata, certo. Come lo sono stati tutti gli uomini di potere, perché quello il potere richiede, se vuoi prenderlo e tenerlo. Ma se lo fanno gli uomini, queste sono considerate doti, se sei una donna difetti o vizi, per cui chiedere scusa.

Teodora no, tu non hai chiesto scusa mai. E di che, poi? A Giustiniano hai salvato più volte il trono, la corte l’hai creata tu, l’impero ti doveva ringraziare.

E forse a ringraziarti dovremmo essere anche noi, tue lontane discendenti, perché quello che ci ha insegnato dovremmo tenerlo a mente, e assicurarci di averlo capito bene.

Tu da primadonna hai sempre occupato la scena, hai saputo essere compiutamente femmina, e donna, ma non ti sei mai lasciata invischiare in quelli che erano gli stereotipi del nostro genere, e hai sempre fatto quello che strac@zz0 ti pareva.

Come dovremmo fare noi ragazze, su.

Domani alle 18.30 alla Ubik di Mestre in via Poerio ci sarà la presentazione del mio Teodora, i demoni del potere. Dove la protagonista sarà lei. Che dire? Siateci. Sennò Teodora si arrabbia e non bisogna mai far arrabbiare l’imperatrice.