Amalasunta, la figlia di Teodorico

Eh povera Amalasunta, parliamo un po’ di te. Perché di cose da dire ce ne sono tante.

Sei una di quelle donne, Amalasunta, che sulla carta nascono con la camicia,anzi con tutto il guardaroba firmato. Sei figlia di re, Teodorico, unica e preferita, perché tuo padre per te stravede. Ti affianca i migliori maestri, ti fa tirare su dai suoi amici Severino Boezio e Cassiodoro, la champion’s league degli intellettuali del tempo, del resto lui è re dei Goti e legato imperiale per l’Italia, mica un barbaro qualsiasi.

Tu cresci a Ravenna, fra lussi e mosaici, in una corte internazionale. Parli gotico, ma soprattutto greco e latino, e sei bella, elegante e fiera, come tutte le donne che nascono al comando e sono per sangue regine. Ti fa sposare, tuo padre, un principe Goto e spagnolo, un lontano cugino. E qui cominciano i guai. Perché Eutarico a corte litiga un po’ con tutti, ed è arrogante da far girare le scatole anche ai santi. Ma in fondo la sua unica funzione è quella di procurare a Teodorico un erede maschio, e ci riesce. Dopodiché ha il buon gusto di morire in fretta, e nessuno lo rimpiange, nemmeno tu.

Quando Teodorico comincia ad inveccchiare male ti preoccupi, perché il regno è instabile, e tuo figlio Atalarico un bambino. Ma tu sei tosta, e li freghi tutti. Quando babbo muore, ti fai proclamare reggente. Non è facile guidare un regno con i Goti, che di donne al potere non vogliono sentir parlare, Amalasunta mia. Ma tu mica ti fai scoraggiare. Sei più furba di tutti i Goti messi assieme, tu, e quindi difendi il regno e quello scapestrato di tuo figlio, che purtroppo non ti somiglia ma ha il crine del papà.

E poi va tutto a rotoli, Amalasunta, e non per colpa tua. Ti tolgono il figlio, ti tolgono parte del potere, e tu a quel punto speri che Giustiniano, che era un tempo alleato di tuo padre, una mano te la dia. Dicono che tu ti offra anche di sposarlo, e del resto lui sta insieme ad una donna che è una poco di buono, mentre tu sei principessa e gli porteresti l’Italia in dote. Ci credi, forse. Se non che la poco di buono è Teodora, che non è certo disposta a cederti il potere, e ancora meno il suo uomo.

E così Amalasunta no, non va. Sei una di quelle principesse che nascono bene, e poi la vita si diverte con maligna soddisfazione a togliere loro tutto. Ma loro combattono, nonostante tutto, fino all’ultimo, senza mollare il colpo. Per questo, Amalasunta, lasciatelo dire: ti stimiamo tutte, noi.

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