La guerra è una cosa orrenda, e noi occidentali lo sappiamo da sempre perché il primo poema della nostra letteratura, l’ #iliade questo ci ricorda: che la guerra è uno schifo per tutti. Vincitori, vinti, carnefici e vittime finiscono col perdere tutto e sacrificare le cose più care, perché la guerra è un tritacarne, e quando ci finisci dentro non hai scampo.
L’esempio migliore è lui, Agamennone, che trionfa su Troia come leader incontrastato. Ma a che prezzo, signora mia, lo sa solo lui.
Per arrivare a Troia deve sacrificare una figlia, e per sacrificare intendiamo proprio sgozzarla, su un altare, ad Artemide, per avere vento migliore.
Poi deve rinunciare ad una schiava di cui si è incapricciato, Criseide. E voi mi direte, vabbe’ è solo una faccenda di letto. No, è una faccenda di passione: è per quanto possa sembrare secondario, Criseide per Agamennone non è solo un simbolo, o un capriccio. In mezzo alla guerra e a un matrimonio ormai finito, Criseide, che lei sia consenziente o meno, è la sua boccata d’aria, la sua via di fuga. E decide di lasciarla, per il potere.
Poi litiga con Achille. E da qui malumori, crisi di autorità, sospetti sulla sua capacità di leadership. Che non è poco per uno come lui, per cui il potere è tutto. E alla fine, obtorto collo, anche se non lo ammette, anche se rigira la frittata, ad Achille deve chiedere scusa, umiliandosi. Perché per il potere Agamennone deve ingoiare ogni rospo. Direte che è poco, mentre le città cadono, la gente muore, il mondo è travolto dalla violenza insensata.
È vero, è poco, ma per Agamennone è tutto. Perché per lui la faccia, la reputazione sono tutto ciò che possiede, il fondamento del suo potere. E lui le perde, o meglio, non le ottiene mai. Gli obbediscono per paura, e malvolentieri, perché lui fa la voce grossa, ma sotto sotto il suo carisma è quasi a zero. E lui forse alla fine manco lo vorrebbe più il potere: vorrebbe tornare a casa. Ma anche qui Agamennone è solo tollerato per paura. La donna che si porta dietro è una renitente principessa troiana che lo segue per forza. A casa lo attende una moglie che lo odia e si è ricostruita una vita con l’amante. La reggia, la sua reggia, gli è estranea, la famiglia non è una famiglia, e in fondo non è mai stata sua.
E Agamennone muore travolto dagli eventi, che lui stesso ha causato ma di cui è vittima, come tutti. Senza mai afferrare davvero quel potere, quel potere a cui ha sacrificato tutto. Senza ottenerlo mai, perché questo è il suo destino, la sua maledizione. #mitologia #mitologiadigalatea #anticagrecia #grecia nella foto Maschera di Agamennone, fonte Wikipedia
è un film che ci scorre davanti al naso tutti i giorni. Non cambia nulla sotto questo cielo
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