Dunque, Adriano, parliamo un po’ di te, che te lo meriti.
Sei uno degli imperatori più famosi al mondo, e, vogliamo dirla tutta? Nemmeno solo per merito tuo. Perché tu un certo fascino personale ce l’avevi, con quell’aria a mezzo fra l’intellettuale chic e lo sbrigativo soldato che si era fatto le ossa sui campi di battaglia. Eri, per dirla come Iglesias, un po’ un pirata è un po’ un signore, e il fascino del bad boy funziona sempre.
La tua fortuna però sta nel fatto che hai costruito il Vallo in Inghilterra, e siccome in Inghilterra di roba romana all’epoca non era rimasta tanta ma gli Inglesi erano nel frattempo diventati a loro volta signori di un impero, ecco che tu, imperatore un po’ loro, hai la fortuna che sei noto in tutti i paesi anglosassoni, dove magari gli altri imperatori li saltano con britannica indifferenza. E poi, Adriano mio, hai avuto anche la ventura di essere scelto come protagonista dalla Yourcenar, che con le sue Memorie di Adriano ti ha reso immortale, e forse assai più simpatico di quanto non fossi.
La realtà, Adriano, è che tu eri un uomo piuttosto scostante e freddo, con un carattere duro con cui non era consigliabile scontrarsi. Traiano non ti amava perché ti sentiva opposto a lui, troppo cerebrale, calcolatore. Eri uno che aveva studiato, e dello studioso avevi la tigna e la pignoleria, che però sono doti utilissime per gestire gli imperi, soprattutto quando il tuo predecessore li ha allargati di parecchio.
Eri però mediamente più affascinante di un nerd, e all’occorrenza più spietato. Se decidevi una cosa la pianificavi attentamente, che si trattasse di normare la tua successione o portarti a letto il giovane Antinoo. Finché sei stato vivo tutti, volenti o nolenti, hanno sempre dovuto fare quello che volevi tu, persino Traiano, che forse non ti voleva davvero come erede, ma fu raggirato sul letto di morte e firmò l’atto di successione da cadavere.
Gli unici per cui provavi dei sentimenti veri furono Plotina, la moglie di Traiano,a cui dovevi il potere, e Antinoo, di cui eri invaghito, anche se spesso si ha l’impressione che tu lo abbia considerato più che un compagno un giocattolo. Per il resto, un disastro: hai ignorato tua moglie, avuto rapporti contrastati con l’architetto Apollodoro di Damasco, spiato e fatto condannare innumerevoli cortigiani, anche se poi in quel covo di serpi che era Roma è difficile pensare che fossero così innocenti.
Hai lasciato di te molti ritratti, e tanti ti hanno studiato e vivisezionato. Eppure tu resti molto sfuggente, enigmatico, indecifrabile. Egoista, calcolatore, ma anche amante appassionato della cultura greca e disperato vedovo di Antinoo, poeta forse autore di un componimento elegante come animula vagula blandula, uomo di buon senso e di capacità pratiche, e anche vecchio sospettoso e irascibile, che teme insidie da tutti. Adriano, tu sei impenetrabile, allo sguardo moderno come lo fosti per i tuoi contemporanei. Probabilmente per questo ancora oggi parliamo di te, e cerchiamo di capirti.
E si, lo so, la morte di Adriano era ieri, #10luglio ma anche oggi va bene per ricordarlo con un #accaddeoggi
Di Adriano è celebre il libro della Yourcenar che non sono mai riuscito a leggere
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L’ho letto nella mia recentemente raggiunta (diciamo) maturità, e in tal modo l’ho davvero apprezzato. Lei iniziò il progetto poco più che ventenne e non riuscì a cavarne nulla: solo ad una certa età trovò il modo giusto per scriverne… Non è un libro per giovani 😉
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