La mitologia di Galatea: Vita da ninfa, ovvero quando l’Olimpo è un posto pericoloso per le donne


Diciamocelo, di tutti i ruoli divini, la ninfa era il più scomodo e pericoloso. Povere fanciulle, sono l’esempio di come pure il mondo degli dei è sessista da fare schifo, e se sei una bella figliola il tuo destino è quello di passare la vita a cercare di evitare che qualcuno ti molesti.

Le ninfe, sventurate creature, l’eternità la passavano così, e schivare dei che le inseguivano, le smanacciavano, le violentavano, le mettevano incinte e poi, da bravi maschi per quanto divini, pur sparivano con la scusa di essere impegnati a reggere l’universo, lasciandole con figlioli che definire problematici era riduttivo.

E questo quando andava bene, perché se invece le ninfe non ci stavano, come Dafne con Apollo, per scappare alle indebite attenzioni toccava loro trasformarsi in alberi, rocce, montagne, e ciao. Che poi se erano gli dei a mettere loro una mano sul sedere, erano pure fortunate, perché in giro c’erano pure i satiri, che oltre che stupratori erano pure brutti e puzzavano di capra.

Ditemi voi se si può campare così. Infatti le ninfe cercavano di stare per la maggior parte del tempo per conto loro, nei boschi, nei laghi, nel mare. Daje torto, porelle.

Col rischio però che dicessero di loro che erano asociali o un po’ lesbiche, come quelle che stavano nel corteggio di Artemide.

Le altre invece, visto che gli dei zompavano loro addosso di continuo, si prendevano la fama di essere pure facili, e voilà.

Insomma, povere ninfe, diciamolo: erano donne. E se sei donna, comunque ti comporti fai male. Pure se sei una dea, non si scappa. #mitologia #mitologiadigalatea #ninfe

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