Marco Antonio a Venezia

Marco Antonio, tesò, che je voi dire? No, davvero, diciamolo. Ci vuole fegato ad essere Marco Antonio.

Ad essere uno che sembra nato per perdere, perché la famiglia ha perso tutto durante le guerre civili e persino Silla si è dimenticato del nonno che per lui è stato ammazzato. Perché il padre viene ricordato dagli amici come un cretino, il patrigno si fa condannare a morte da Cicerone perché è il braccio destro di Catilina, la madre si arrabatta a tenere assieme una famiglia piena solo di debiti, con figli scavezzacollo che si ficcano in ogni possibile casino.

Ci vuole fegato a emergere da solo da qualcosa che è peggio del nulla, è il discredito. A farsi un nome come ufficiale finché Cesare non ti chiama con sé in Gallia, a sposarsi la vedova di Clodio per ereditare clientele politiche, e poi, sul più bello, quando Cesare muore, ritrovarsi tra i piedi il suo nipotino sconosciuto e fastidioso, che ti contende il potere.

Ci vuole coraggio ad essere Marco Antonio, e non darsi mai per vinti, sedurre donne potenti, scalare il potere a Roma, immaginare un impero diverso da quello che è stato poi, più tollerante, forse, più meticcio. Ci vuole coraggio ad essere Marco Antonio, e lui lo ha avuto, fino in fondo. Come si fa a non amarlo?


E se volete sentirne parlare, domani alle 17.00 al Museo Archeologico di Venezia ci saremo io e lui a presentare I lupi di Roma (e poi a fare un giro per il museo, tutti assieme). Siateci! #venezia #roma #storia #libri #libridaleggere #storia #storiaantica #storiantica #anticaroma

Patti chiari, amicizia lunga: voi potete scrivere quello che volete, io posso bloccare chi mi pare

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