La signora Pina ed il dissenso olimpico

Scena: Salotto di casa Pattaro; protagonisti: la signora Pina, suo marito Gino.

«Ginooo! Ginooo! Dai mo’, mettiti bene la cravatta e la giacca, che dobbiamo andare da tua madre a cena!»

«Eh sono pronto, un attimo! Ehi, ma tu che fai tutta elegante?»

«Gino, ma ti sei rincoglionito del tutto? Come cosa faccio? Dobbiamo andare a cena da tua madre, per il suo compleanno, ti sei dimenticato? Sono sei mesi che mi rompi l’anima, mi hai fatto rimandare la pizza con mia cugina Luisella, il corso di Yoga, mi hai fatto girare tre giorni per negozi a cercare il regalo, mandato ogni giorno otto messaggini sul cellulare per ricordarmi l’evento, fatto mobilitare i nostri figli perché si tenessero liberi per andare dalla nonna…»

«Beh, sì, ma tu lo sai che mia madre è una rompiglioni unica. Me lo hai sempre detto.»

«Sì, d’accordo, amore, ma tu ci tieni tanto, per una sera vuol dire che farò finta di niente per farti contento, tu ci tieni…»

«Ma no, ma no, guarda che è proprio una rompicoglioni. Io l’ho sempre detto e fatto notare, in tutte le occasioni. Poi vuol sempre fare come le pare, non rispetta le opinioni altrui, se dici qualcosa che non le va ti sbatte fuori di casa, è egoista, maleducata, fa pesare il fatto che ha i soldi, ti ha sempre trattato da schifo, ti dà torto su tutto, ti voleva persino mettere contro i nostri figli, ha cercato di far naufragare il nostro matrimonio, è una megera, un’arpia, e io non la sopporto, detto per inciso: fosse per me la strozzerei ogni volta che apre bocca! Sinceramente, per me ‘sta festa di compleanno è una pagliacciata, ci ha invitato solo perchè vuol fare bella figura con i vicini mostrando una bella famiglia unita, è tutta propaganda, la sua solita ipocrisia, una operazione di facciata per poi, da domani, continuare a comportarsi come caspita le pare, fregandosene di tutti noi e senza rispettare le regole base della buona educazione! Sinceramente, mi stupisco che tu voglia andare ad una festa simile.»

«Ma tesoro, io mica voglio andarci…cioè io mi adattavo perché lo avevi deciso tu, ma se hai cambiato idea, sono contentissima, io per me figurati, queste cose te lo sempre dette…»

«Ecco, appunto, adesso è il momento di passare dalla parole ai fatti, Pina. Basta mugugnare di nascosto, quando non ti sente nessuno. Ci vuole una presa di posizione forte, un atto chiaro da parte tua, troppo comodo stare zitta per non urtare la sua sensibilità!»

«Un atto forte?»

«Ma sì, non so, non presentarti proprio, dicendo che lo fai perché mamma ti sta sulle balle, non, come al solito, accampando la scusa del mal di testa; oppure andarci ma sputare sulla torta mentre lei soffia sulle candeline. Insomma, un gesto, una dichiarazione pubblica e inequivocabile, Pina, mica si può lasciargliele correre tutte, a quella stronza!»

«Hai ragione, Gino, sarei una ipocrita. Quasi quasi non vado, come ha fatto l’anno scorso la cugina Marisa, che è andata in crociera apposta nel periodo del compleanno di tua madre e manco le ha telefonato per fare gli auguri.»

«Oh ecco, brava, così si fa!»

«Allora mi tolgo il vestito e mi metto le pantofole, resto a casa.»

«Giusto, brava. Senti, visto che vai di là, mi prendi l’altra cravatta, che questa con la giacca blu non ci sta bene?»

«Perché, scusa, tu dove vai?»

«Al compleanno di mamma, no?»

«Ma come? Vuoi che io le faccia uno sgarbo pubblico e tu ti presenti e le siedi accanto???»

«Be’ scusa, mica vorrai che dica di essere ufficialmente d’accordo con te, che, dopo, con la vecchia arpia mi tocca pure litigare!»

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