La signora Veronica Lario è preoccupata. Quando una donna è preoccupata, ma non è la signora Veronica Lario, va a prendere un caffè con sua sorella, convoca l’amica del cuore; al massimo, come una Franca Valeri d’annata, chiama mammà e le attacca un bottone che non finisce mai, tanto c’ha il contratto del cellulare tutto incluso.
Ma la signora Veronica Lario è la signora Veronica Lario, per cui, se è preoccupata per qualcosa, non si limita a stracciare le scatole ad un qualche parente o vicino, ma trova subito un giornalista della Stampa pronto ad intervistarla per lasciarle estrinsecare tutta la sua preoccupazione. Si chiede infatti angosciata:«Oggi in Italia manca un’opposizione. Dov’è? Chi la fa? Si è inaridita e questo non è un bene neppure per il governo. Un’opposizione forte costringerebbe la maggioranza a sforzarsi di essere migliore, a misurarsi su un livello di confronto politico più alto. Non c’entra essere di destra o di sinistra, il punto è che ciò sarebbe di aiuto al Paese. Invece la maggioranza pensa a sfruttare il fatto di avere un avversario debole, non a elevare la coscienza collettiva. E mio marito governerà ancora per dieci anni».
Ora, non per dire, ma se un giornalista della Stampa passa dalla moglie del mio vicino di casa, scopre che anche la signora in questione ha le stesse perplessità e si fa le stesse domande, precise precise, con due sole differenze: che il mio vicino di casa non è il Presidente del Consiglio e che la moglie del vicino se le fa, queste domande, con un tono ancora più angosciato, visto che vota a sinistra da una vita.
Certo, il pathos con cui la signora Veronica Lario sente il problema dell’opposizione mancante è influenzato da qualche cosa in più: è chiaro che se questi imbranati oppositori facessero il loro lavoro come Dio comanda, il Primo Marito Silvio Berlusconi sarebbe un pelino più impegnato di come è ora, e questo avrebbe delle ricadute positive sulla vita della signora Veronica Lario, come per esempio il vederlo ancora meno; il che lascia supporre che, quando la signora Veronica Lario si arrabbia per la mancata grinta di Veltroni e company abbia un problema tutto privato e molto pressante, e cioè quello d’essere costretta, per l’ignava di questi debosciati sinistrorsi, a sopportare Silvio più di quanto avesse pensato di dover fare quando lui annunciò che si buttava in politica.
A questo punto, mi pare chiaro che l’intervista della signora Veronica Lario alla Stampa non è l’equivalente di uno sfogo al caffè con un’amica, o di una lunga telefonata a mammà in stile Franca Valeri; è che la signora Veronica Lario, porella, il marito non lo regge più, ma non sa come cercare aiuto: per evitare che faccia impicci come ha già fatto in passato, ad Arcore forse le hanno tolto carta e penna per scrivere a Repubblica, e le controllano anche le telefonate con le amiche, per cui, per far trapelare il suo disagio, la signora Veronica Lario non può che far arrivare per vie traverse, usando la Stampa ed una intervista apparentemente inutile, un messaggio a Walter Veltroni, che è notoriamente un gentiluomo. E il messaggio angoscioso è: Walter, insomma, datti da fare, perché se non lo fai tribolare almeno un po’, io mi ritrovo con Silvio tra i piedi tutto il giorno, e non lo reggo.
Walter, suvvia, sii cavaliere. Se l’opposizione non la fai per il paese, falla almeno per Veronica.
…incredibile, per una volta sono d’accordo con Veronica! 😀
mi chiedo però, a che pro rilasciare dichiarazioni del genere? sottile vendetta nei confronti di Silvio??
mmmm la donna sta iniziando a parlare e questo non è utile, per un uomo politico ….
(e noi ovviamente, ce la ridiamo!)
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