
Brunilde Forner e il Destino hanno un conto aperto. Bisogna proprio che il Fato decida di farti uno sgarbo per combinarti come ha combinato lei: Brunilde Forner, a dispetto del nome da valchiria, è bassa, ma così bassa, per dire, che persino io la guardo da sopra in giù senza tacchi, e ciò implica che la Brunilde riesca a fissare dritto negli occhi giusto giusto il Grande Puffo. Oltre che bassa, la Brunilde è tozza, massiccia come un comodino squadrato: ha gambette corte corte, braccini corti corti che paiono manichette attaccate al corpo come quelle degli idranti, senza giunture per i polsi o le caviglie; manine paffute con dita a salsicciotto, collo che pare un cuscino tubolare per la cervicale e un volto tondo, gonfio e rosso come se l’avessero presa sempre da poco a schiaffi. Non appena apre bocca, ti sorge il sospetto che l’ultima ipotesi non sia poi così peregrina: Brunilde Forner è così acida ed insopportabile che se il Destino le fa qualche brutto tiro, solidarizzi con Lui.
Nel bar di Clara Brunilde staziona tutto il santo dì, occupando, con un caffè, uno dei tavolini fuori: nessuno le vieterebbe di entrare e sedersi ad uno di quelli interni, ma lamentarsi a voce alta del troppo caldo quando è caldo e del troppo freddo quando è freddo è uno dei suoi passatempi preferiti. Così si punta lì, sulla sedia, come una guardia nella sua garitta, e coinvolge, volenti e nolenti, quelli che passano nelle sue tirate. Pensionata, abita in una delle case del Comune, con un affitto ridicolo, contando che da sola ha un appartamento di non so quanti metri quadri e in una palazzina mediamente decorosa, in cui gli inquilini non comunali, ma in affitto da privati, pagano sui cinquecento euro al mese. Ma i suoi cento le paiono un insulto, se ne lagna in continuazione, tanto che non li paga mai e quando li paga se li autoriduce: “Io che sono povera pensionata devo pagare? Per un appartamento dove in cucina ho persino due mattonelle scheggiate? E poi lo sapete che ho la scala piena di Albanesi e Marocchini, che quando mio figlio mi viene a trovare mi vergogno per la puzza di cipolla che c’è? Tutta colpa di questi comunisti che vogliono metterci in casa pezzenti da ogni parte del mondo!”
Ma non sono solo gli extracomunitari, a preoccuparla: è l’intero universo che va a rotoli, e con il preciso intento di farle dispetto. Così il figlio, un gioiellino di figliolo come non ce n’è di eguale, se finisce in galera per spaccio è perché i giudici sono comunisti, e ce l’hanno con lui perché è giovane, bello, ha la spider e codino ed abbronzatura modello Fabrizio Corona. Se la nipote alle superiori non si becca sempre ottimi voti, ma solo note e richiami perché passa il tempo a fumare nei bagni della scuola e fare manche, la colpa è dei comunisti, perché si sa che gli insegnanti delle scuole pubbliche lo sono tutti, a prescindere. Se la mutua – lei la chiama così – non le passa gratis le medicine, compreso il balsamo per il pediluvio al callo, e anche la settimana alle terme, la colpa è dei comunisti, perché i medici sono tutti comunisti, questo è ovvio, così come gli infermieri, i barellieri e financo i cuochi delle mense ospedaliere e i Direttori Sanitari, e tutti costoro passano la vita, in un perenne Comintern, a mettersi d’accordo per tramare contro di lei.
Farle notare l’assurdità delle sue sparate è inutile, perché lei ti guarda iratissima e sibila un “Comunista!” che chiude la conversazione come una lapide, ed è sottinteso che la lapide in questione è destinata a te. Perché la Brunilde, va da sé, è di destra, convintamente e irrevocabilmente, come e più di un qualsivoglia Cetto Laqualunque. Non è una scelta politica, è un moto dell’animo, il suo, perché è convinta che essere povera ma di destra ti renda un tantinello meno pezzente dell’altra massa informe di sfigati che non ha niente come te, ma ne è conscia. L’anticomunismo è l’unico lusso che si può permettere, l’equivalente della spider di seconda mano del figlio, comprata a suon di dosi spacciate ad altri poveracci come lui. Per questo il suo anticomunismo lo sbatte su tutto, e lo mette a giustificazione di ogni minimo intoppo della vita, anche il più banale, anche il più lontano dalla politica: per dire, se le pestano un dito, chi glielo ha pestato è comunista di certo, e invoca contro di lui severe punizioni, lavori forzati, campi di concentramento e di sterminio ad hoc. Il nome da valchiria, in fondo, al di là della stazza, le si addice quant’altri mai: in effetti Brunilde è l’esempio perfetto di quel lumpenproletariato eterno, pronto ad appoggiare ogni dittatore ed ogni Olocausto, e che ogni aspirante duce si coltiva con materna sollecitudine. Perché sa bene che, nella pratica, è molto più facile rendere il popolo felice sbarazzandosi dei “comunisti” che non della povertà.
Porca puttana. Mi sono svegliato tardi, già mi pagano a cottimo e poco, ora devo scrivere di fretta. Colpa di quei fottutissimi comunisti che creano congiunture internazionastrali.
Oddio, ormai sono la scusa della disfatta. La storia insegna, ma l’ignoranza se ne frega.
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(CominterN)
per il resto, solito tratteggio riuscito benissimo. tipo che me la vedo seduta, che parla da sola…
la chiusura è perfetta “è molto più facile rendere il popolo felice sbarazzandosi dei “comunisti” che non della povertà”.
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Magistrale descrizione di un caratteristico tipo umano, ahimé così diffuso qui in veneto (due mie zie comprese). Pochi anni fa mi capitò di assistere ad un litigio per una coda non rispettata. Una delle due signore coinvolte se ne uscì con un fantastico insulto: “Lei è una comunista!” che, inaspettatamente per me, venne colto con ilarità e pesante ironia da parte di tutti i presenti (“I bambini! Mettete in salvo i bambini!”)
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ottimo articolo complimenti, purtroppo ormai il termine comunista è diventato un insulto, mi ricordo di un tizio all’università che in merito al professore comunista (lo diceva per scherzo ma non lo era veramente) diceva, ma se si ritiene comunista non dovrebbe farci passare tutti l’esame? ……………….
ogni commento è superfluo.
NINO
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De Gragori canta ne La Storia:
“E poi la gente – perché è la gente che fa la storia –
quando si tratta di scegliere e di andare
te la ritrovi tutta con gli occhi aperti
che sanno benissimo cosa fare”
Eppure da un po’ di tempo covo seri dubbi…
Comunque un fatto è certo a livello universale: i cuochi delle mense ospedaliere sono il demone in Terra.
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No, magari è anche vero: ai crocevia della storia, quelli che si verificano ogni cinquant’anni, la gente sa benissimo cosa fare. E’ negli intermezzi che risulta alquanto smarrita.
L’avete visto il video di Borghezio che insegna ai fascisti come si infiltrano le istituzioni? http://tv.repubblica.it/piu-visti/settimana/borghezio-lezioni-di-fascismo/31106?video
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Però la povera Brunilde (quella di Wagner, dico) non c’entra assolutamente niente con fascisti e nazisti, basta conoscere un minimo il personaggio. Lo sai che l’antifascista Massimo Mila (che subì anni di carcere fascista e botte da orbi) la descriveva scherzosamente come “una compagna d’università”, “una che ha fatto il ’68”?
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Ci sono quelli che pagano e quelli che parlano soltanto. Quelli che nascono con una svastica sul cuore e quelli senza. Quelli con l’etichetta rossa e quelli con la nera. E sopratutto una strana combinazione di queste categorie. Come quelli con la svastica che pagano gli ultimi e quelli con l’etichetta rossa che pagano chi non ne ha bisogno. Ma che posto è questo? Che gente è questa?
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mi pare la descrizione dell’elettore medio e microcefalo del popolino delle libertà. se la matrice era veneta non lo so, ma ormai lo trovi in franchising in qualsiasi landa di questo meraviglioso paese.
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Ma cara autrice lei è proprio una comunista! E anche della peggiore specie perchè conosce l’uso della satira se non anche quello dell’ironia. Comunista intelligente…..magari anche insegnante …. ah che rovina per questo paese 😉
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@->rossaura: senti chi parla… 😉
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grazie era da tempo che non consideravo con orgoglio il mio intimo cominismo 🙂
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