Straniamento da reality show

La compagnia di giro del solito reality, ieri sera, c’era tutta. E anche la scenografia, e gli ospiti, e il maxischermo per il collegamento esterno.

C’era il giornalista di grido, quello pelato, berlusconiano e molto pettegolo, che i retroscena li sa tutti, e quando non li sa, li inventa. C’era l’opinionista, che dispensava opinioni (e che sennò?) su cosa sia lecito e cosa no, perché agli opinionisti le opinioni da dispensare vengono così, come agli altri viene di andare al cesso. C’era la giornalista matura e materna, che ha seguito la vicenda da quando la vicenda è nata e anche da prima, e ne conosce tutti i risvolti, nonché gli sviluppi futuri. C’era l’esperto a spiegare al volgo che dietro a tutti s’erano delineati degli oscuri complotti, e anche un altro, sempre esperto, a spiegare al volgo che tutto, in fondo, era solo una mossa per guadagnare visibilità per altri scopi.

C’erano i concorrenti, quelli che hanno passato il turno e quelli che invece no, a recriminare su chi li aveva votati e su chi non li aveva votati. I sostenitori, dell’uno e dell’altro, a chiarire che il loro beniamino, ancorché trombato, era sempre e comunque il più bravo. I detrattori, dell’uno e dell’altro, che invece assicuravano che tutti e due erano mezzi brocchi. Gli analisti, che chiarivano quali erano state le strategie che avevano portato al clamoroso successo di un personaggio, che aveva saputo flirtare sul pubblico, e ne lodavano l’abilità, riconoscendogli di aver saputo rigirare a suo vantaggio persino una certa ambiguità sessuale.

E poi in mezzo c’era lui, che aveva passato il turno e ora attendeva la prossima sfida, sdottorando, assettato su un trono.

Mancava solo la Marcuzzi, a far la padrona di casa. Del resto, eravamo all’Infedele, a ragionar delle elezioni in Puglia, mica al Grande Fratello.

10 Comments

  1. La “conquista del centro”, la ricerca del “del voto dei moderati”, tutte le vacche sacre del senso comune del centrosinistra da decenni a questa parte, dopo il trionfo di Nichi Vendola alle primarie, appaiono per quello che sono: il tentativo di togliere alla politica il peso delle passioni, dell’identità, e dei suoi ancoraggi storici per giustificare l’esistenza di un gruppo dirigente cinico e che non crede ad altro che la propria sopravvivenza.

    Il risultato delle primarie in Puglia ispirerà qualche domanda importante ai vertici del PD? No. Le oligarchie non esistono perché qualcuno si è distratto e ha lasciato venir su gli oligarchi. Le oligarchie esistono perché i meccanismi del potere sono strutturati in forma oligarchica, e sono autorinforzantisi. Qualunque sarà il risultato delle regionali in Puglia la bastonata incassata alle primarie dai non più tanto giovani colonnelli dell’ex PC è pienamente riassorbibile. Tutto continuerà come prima.

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  2. Vero, un capolavoro di pungente satira politica, nonostante manchino due paroline in più per il padrone di casa. Concordo dunque con la felice comica finale del sig. Train.

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