Escort di Stato (una modesta proposta)

Con l’aria che tira, mi aspetto che la proposta venga fatta da un momento all’altro. Quindi, colgo la palla al balzo per dimostrarmi moderna, disinibita, del tutto affrancata dal moralismo della vecchia sinistra barbogia e ipocrita. Via all’escort di Stato.

Ma sì, in fondo, pensiamoci un po’. Perché lasciar dilagare tutto questo sottobanco, questo non detto così poco trasparente e democratico? I politici vanno a escort. È nella natura umana, e quindi in quella del politico ancora di più. Se non lo riconosce, si va contro l’evidenza. Lo fanno tutti, lo fanno sempre. Il problema, pare, è che non vogliono neppure pagarle di tasca loro, le signorine. Così nascono turpi commerci e indicibili pressioni. Perché gli imprenditori, per avere commesse e appalti, gliele offrono loro, le escort, pagando generosamente i conti delle signorine, anzi prenotandole, anzi, portandogliele anche a casa con servizio taxi.

Cittadini, perché lasciare che spregevoli lobbisti tengano in pugno i nostri politici con questi mezzucci? Paghiamole direttamente noi. Regolarmente assunte, in servizio permanente. Graziose signorine, con un po’ di vocazione (come diceva De Andrè, il mestiere non basta) e offerte dal contribuente al suo politico o pubblico amministratore, in rigoroso rispetto della par condicio: a ogni parlamentare, di maggioranza e di opposizione. E per rispetto alla Costituzione, graziosi signorini anche ad ogni parlamentare femmina.

Se l’Escort di Stato va contro ai principi del liberismo – non vorrei mai che qualche amante del libero mercato storcesse il naso – pensiamo ad un buono, come quelli proposti per le scuole private: una cifra tot al mese ad ogni politico, a qualsiasi livello, dal consigliere dello sperduto comunello di trenta anime al Presidente del Consiglio. Guardi, oltre che cittadini, siam signori: offriamo noi. Affrancato dalla ossessione di dover trovare una fanciulla che lo soddisfi, il parlamentare, il sindaco, il ministro non dovrà più frequentare brutti giri, nascondersi nell’ombra, inseguire personaggi di dubbia fama ed affidarsi a loro: potrà rispondere un vaffanculo all’imprenditore che cerca di corromperlo con festini e ragazze, o ragazzi, o quello che è. Non si sentirà neppure più in dovere di candidar le compiacenti signorine in qualche lista o prometter loro l’assunzione in qualche ufficio: saranno già dipendenti pubbliche a tutti gli effetti, pagate dai cittadini tutti per i loro servigi molto più di quanto guadagnerebbero a mendicare un seggio al Parlamento europeo o nazionale.

Pensiamo al non indifferente volano su interi settori dell’economia, e alle ancor più alle positive ricadute su quell’ambito sempre negletto dell’imprenditoria, cioè l’imprenditoria femminile. Una, cento mille imprese gestite da donne che nascono così, di botto, con il vantaggio di poter contare su una committenza pubblica, commesse dallo Stato, mica come ora, dove si deve dipendere dai privati, senza garanzie e tutele.

Già, con la escort di Stato si aprirebbe un’era di trasparenza, nei rapporti fra cittadino e amministrazione: corruzione in caduta libera, nessun possibile ricatto da parte di personaggi poco chiari: non ci sarà più spazio per minacciare scandalo al politico beccato con una escort: il cittadino lo saprà già, visto che gliela paga lui.

Signori, prendiamola in considerazione, questa idea della escort di Stato. Un business che finalmente trova la giusta strada per coniugare il bisogno di trasparenza di una democrazia matura e l’economia fondata sui più ancestrali bisogni dell’uomo.

Più escort per tutti, e, nella migliore delle tradizioni italiche, a spese dello Stato.

Scommetto che per una legge simile, i numeri in Parlamento si trovan subito, e anche la copertura finanziaria, ché Tremonti sarebbe meno cerbero del solito, essendo in ballo la democrazia. E tutti i custodi dei sacri valori delle famiglia e della tradizione farebbero gli straordinari per dimostrare quanto morale intrinsecamente è questo provvedimento.

Via, su, muoviamoci, o popolo della rete. Vedete che stavolta, se la proponiamo noi, la smettono di dire che internet è un covo di sovversivi.

31 Comments

  1. Ahahahahahahahahah! L’hai lasciato senza parole!
    Una cosa la vorrei dire, non si vergogna, a differenza del suo compare di merende,a comportarsi da troll. Anzi, è orgoglioso di fare il troll

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  2. @jazztrain: Ohi, basta pure te, su. Se volete fruculiarvi, insultarvi o altro, per favore, sui vostri blog, non qui o non la finiamo più. 😦

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  3. E che modalità seguirà l’appalto per l’affidamento dei lavori alle/i signorine/i…? Buste chiuse, ribasso del prezzo? La qualità sarà verificata da qualche collaudatore? Mi sa che alla fine le raccomandazioni faranno come al solito la parte del leone…

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  4. E’ una proposta a dir poco vergognosa che discrimina biecamente sui gusti sessuali dei ns. onorevoli rappresentanti proponendo quali uniche possibilità escort per i parlamentari e “graziosi signorini” per le parlamentari.
    E’ inutile: certo moralismo della vecchia sinistra barbogia e ipocrita non muore proprio mai. 😀

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  5. @frap: Contesto la tua affermazione! Se leggi, c’è scritto: “con festini e ragazze, o ragazzi, o quello che è.” Ho abbandonato il bieco moralismo sinistrorso e lascio aperte tutte le possibilità. 🙂

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  6. Ma un momento: e l’Europa? Sapete come sono quelli, capaci che dicono che è contro qualche regolamento comunitario.
    Certo che si può sempre uscire dall’Europa (prima che ci caccino).

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  7. @gala72
    Ti faccio comunque notare che già ora il trattamento economico dei ns. parlamentari prevede che
    “A titolo di rimborso forfettario per le spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori, al deputato è attribuita una somma mensile di 4.190 euro, che viene erogata tramite il gruppo parlamentare di appartenenza.”

    Si tratta semplicemente di interpretare in senso più ampio, liberale e libertino la norma esistente.
    Rivedendo nel contempo al rialzo l’ammontare dell’indennità correlata per venire incontro alle legittime aspettative dei ns. onorevoli rappresentanti.
    Un’estensione che mi sentirei di denominare, senza ipocrisia e falsi moralismi, come “equo conforto”; il giusto ristoro per le lunghe ore trascorse tra commissioni, disegni, leggi, regolamenti, decreti, emendamenti, commi, ecc. ecc.
    Eh, sembra facile sai, ma è una vitaccia grama; e di una noia mortale.

    Eviterei comunque l’assunzione alle dirette dipendenze di escort, gigolò e simili, che è sempre foriera di un eccesso di regolamentazione: uccide e mortifica la libera iniziativa e l’impresa; comporta peraltro ulteriori e non indifferenti oneri correlati.

    Insomma… libertà, liberismo, libertinaggio: è o non è il partito dell’ammmore? 😉

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  8. Veramente la primogenitura della proposta spetterebbe al segretario dell’UDC, l’on. Lorenzo Cesa che nell’estate del 2007 intervenne in difesa del compagno di partito, il pugliese Cosimo Mele beccato dopo una notte trascorsa in un albergo di lusso a Roma insieme a due signorine de trottoir come dicono i francesi, una delle quali – strafatta di coca – finì all’ospedale.

    L’ottimo Cesa in quell’occasione espresse comprensione per il povero Cosimo, lontano dagli affetti della famiglia, solo nella tentacolare capitale, isolato e smarrito come un qualsiasi immigrato peruviano. Così tirò fuori l’idea di un’indennità da corrispondere per sovvenire alle esigenze fisiologiche/affettive del parlamentare di provincia.

    Cesa la chiamava indennità per il ricongiungimento familiare, ma poteva benissimo andare anche per il semplice congiungimento del parlamentare. Sul piano della stretta efficienza la cosa poteva anche andare perché, come ebbe ad osservare il povero ma scaltro Cosimo anticipando quella che sarà la tesi di tanti italiani schierati a difesa di un noto utilizzatore finale, «al mio elettore non gliene frega nulla se io vado con una donnina. A lui interessa che io risolva i problemi del territorio».

    Ma i tempi non erano maturi, il povero Cesa venne duramente bacchettato dal capo PierFurby e la sua proposta lasciata in ammollo. Ma come tutte le forze della natura, le escort non si lasciano ingabbiare ed eccole ricicciare fuori più vispe di prima al servizio dei potenti, siano essi impotenti o no. Per cui l’on. Cesa e Donna Galatea potrebbero trovare nuovo ascolto …

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  9. tu credi di scherzare cara galatea, ma vedrai che la realtà supererà anche la tua frizzante fantasia

    per me prima o poi lo fanno davvero

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  10. troppi soldi ,troppe mignotte,oppsss sorry,Escort-
    chiediamo a chi arriva a fine mese con nulla in tasca,che ne pensa ,del fatto che gran parte delle sue ta$$e finisce in tasca e nel letto di questi signori/signorine,signorini etc etc

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  11. Ohibò, in effetti questa sorta di “affinità elettive”, questo comune sentire tra l’on. Cesa e Donna Galatea lasciano ben più che un red.cac. senza parole: disvelano parallele ed ideali convergenze sino a ieri assolutamente inaspettate. 😉

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  12. Galatea, accetto il tuo rimprovero, ridevo perché sei stata capace di rendermelo simpatico. Per questo ti faccio i miei complimenti.

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  13. E la coca? Se non forniamo anche quella la misura è monca 🙂

    @frap
    Il “rimborso forfettario” se lo prendono a prescindere, è solo un trucco per non pagarci tasse e contributi.

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  14. Sono contrario al bonus, in quanto gretti come sono se li rivenderebbero subito al mercato del pelo.
    Il trattamento va consumato in natura come nelle migliori corti del settecento. Un benefit con apposite sale annesse ai loro gabinetti camerali.
    A nulla poi servirebbe triplicargli lo stipendio, come qualche volta proposi nei vari blog di politica, si tratta proprio di grettezza atavica.
    Pace e bene

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  15. scrive il sig. Train:
    “Galatea, accetto il tuo rimprovero, ridevo perché sei stata capace di rendermelo simpatico. Per questo ti faccio i miei complimenti”.

    Ma che dice mai, sig. Train? Non ricorda quando discutevamo amabilmente, tra l’Iilisso e l’Imetto, di retorica e di eristica? O lo fa perché vuole che la signorina creda che anche Lei conosca l’Atene antica?

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  16. Scusatemi se mi intrometto! Io avrei una proposta seria! E se si facesse una SpA che come è stato fatto per molti settori della vita pubblica ed anche per la Protezione civile,che non deve rendere conto a nessuno se non ai suoi azionisti,non si salverebbe capra e cavoli? Per la buona pace di tutti?

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  17. Potrebbero e non è detto che non ci stiano pensando,costituire una SpA,come hanno fatto per tutte le imprese italiane,compresa la protezione civile.Così non dovrebbero rispondere a nessuno se non al proprio CdA.Voi cosa ne pensate?
    Una bella società ESCORT SpA………………

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  18. “dipendenti pubbliche a tutti gli effetti” – non si può fare: nel momento in cui le assumono a tempo indeterminato iniziano con 1) restare incinte ed allontanarsi per anni dal lavoro – 2) mandare in continuazione certificati medici – 3)pretendere il riconoscimento a titolo vario dell’invalidità per servizio -4) nelle migliori delle ipotesi, quelle che si presentano in servizio lo fanno senza trucco, con le calze smagliate, ingrassate da far paura, lo smalto sbeccato …ecc.
    Meglio affidare il servizio agli stessi che hanno già le mani in pasta nella sanità, ai privati!

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  19. Avrei un dubbio rispetto alla brillante proposta. Se il politico, parlamentare è n puttano o una escort, il bonus a che gli serve? ad imputtanire chi escort o puttano non è?
    ElleZeta

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