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Galatea sente un irrefrenabile bisogno di regalare vocabolari che riportino ben chiara la differenza fra i termini “assoluzione” e “prescrizione”.

22 Comments

  1. In mancanza di vocabolario, può essere utile questo scritto di Malvino (2004), che, a dire il vero, ricorre alla Garzantina:
    Cancellazione? Annullamento? No, il giurista ha scelto un termine fortissimo: estinzione. L’ha scelto per definire quella cosa detta “prescrizione”, che è appunto “estinzione del reato e della pena”. Cosa significhi “estinzione della pena” può capirlo davvero chiunque, anche un cretino. Quello che forse il cretino potrà avere più difficoltà a capire è cosa significhi “estinzione del reato”. E, visto che Furio Colombo è tutto tranne che un cretino, c’è da supporre che egli abbia voluto fingere di esserlo – sconosciute le ragioni – se ha sparato un “corruttore” a Silvio Berlusconi dalla prima pagina del suo giornale proprio all’indomani della sentenza di Milano. Come può esservi reato, lì dove è dichiarata – per prescrizione – “estinzione del reato”? Insomma: come può esservi corruttore, lì dove è dichiarato estinto il reato di corruzione? L’articolo 27 della Costituzione recita: “L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva”. L’umile Garzantina chiosa: “La prescrizione del reato opera prima che sia intervenuta una sentenza definitiva di condanna”. Non v’è “corruttore” – questo fa fatica a capire il cretino – prima di una sentenza definitiva che accerti il reato di corruzione a carico dell’imputato. Condanna che, qui, non c’è stata. E, dunque, se Furio Colombo non è un cretino come abbiamo saldamente posto nelle premesse, perché quel “corruttore” in prima pagina? L’umile Garzantina offre un’ipotesi: “La prescrizione opera sulla base del decorrere di un periodo di tempo, determinato dalla legge, oltre il quale viene meno l’interesse dello Stato ad accertare il reato e a infliggere la pena”. Venuto meno l’interesse dello Stato ad accertare il reato e a infliggere la pena, persiste l’interesse di Furio Colombo? Sì, evidentemente, e in una sua personale dimensione parallela alla legge dello Stato ha già accertato, condannato e pubblicato la sentenza: “Silvio Berlusconi è un corruttore”. Peccato che quella dimensione parallela, quel suo interesse, non sia nei fatti – direbbe il cretino, a lui solidale. E con Furio Colombo se ne va a braccetto, borbottando che a questo mondo non v’è giustizia.

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  2. Grazie ad Erasmo di avere ripescato questo intervento di Malvino, che dice cose che condivido in un modo mille volte migliore di quanto potrei fare io e, aggiungo, non è certo sospettabile di simpatie berlusconiane. Perché il punto è questo: se la presunzione d’innocenza vuol dire qualcosa, uno è colpevole se ha una condanna definitiva, e innocente in tutti gli altri casi. Poi si può e si deve parlare di indecenza, di inopportunità politica, di legislazione ad personam: tutto vero. La prescrizione esisteva prima di Berlusconi, perché è un principio di civiltà giuridica. Siamo sicuri che per liberarci di Berlusconi (di cui comunque ci libereremo, se non altro per motivi anagrafici) valga la pena di convincere la gente che si può essere colpevoli di un reato senza avere subito una condanna?

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  3. Posso lasciarle, signorina, l’indirizzo cui inviare il vocabolario? Sarebbe gradito il Battaglia. Non faccia la sparagnina: con il borsellino che si rimpingua di 1600 euro cada/mese può permetterselo. Non saranno in tanti a chiederlo. D’accordo?

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  4. @ a francesco P.Says……. La giustizia divina,a cui ci rimettiamo farà il suo corso; ma intanto quanti e quali guasti dovrà ancora subire il nostro paese, prima che la gente venga convinta che se uno non è stato condannato non perchè incolpevole,ma perchè certi meccanismi di giustizia sono stati adattati ad personam.La giustizia sarà rapidissima con chi è caduto in povertà perdendo il lavoro,ma avrà tempi diversi per chi può pagare stuoli di avvocati o ripararsi dietro un ruolo istituzionale.La frase “la giustizia è uguale per tutti” in Italia ha perso di significato e senza giustizia non c’è più libertà,questo è il danno peggiore,alla indecenza dell’opportunità politica eravamo già assuefatti.

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  5. Bene, grazie per la lezioncina di civiltà del diritto.
    Invece la civiltà della politica, di ogni politica che sia di destra, sinistra, alto, basso o quello che vi pare, imporrebbe, anche se il reato è estinto, ma a fronte di fatti che nella realtà esistono (e partono da oscure capitalizzazioni, passando per stallieri e tutto il resto, fino ad avvocati inglesi, fatti che voi cultori della civiltà del diritto conoscete certamente benissimo) le dimissioni.
    O esiste soltanto la parvenza delle fedine penali sempre pulite perchè chi ne ha bisogno se le sbianchetta prima con leggi penali ad hoc?

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  6. Mi sorprende davvero la facilità con cui, anche qui sopra, si cada o si faccia finta di cadere nella trappola degli avvocati del lupo.

    Erasmo ricorda, tramite Malvino, che prescrizione è – tra l’altro – “estinzione del reato”, ma evita surrettiziamente (sul surrettiziamente garantisco io) di sottolineare che si estinguono soltanto le cose che sussistono. La corte che emani un giudizio di prescrizione, cioè, presuppone inderogabilmente l’accertamento della commissione del reato. In discussione non è ‘accertamento ma solo la sua rilevanza penale, che viene meno in caso di accertata prescrizione, appunto.

    La sussistenza del reato, quindi, non solo è fuori discussione, ma rappresenta il fondamento stesso dell’istituto della prescrizione penale, il presupposto sine qua non. Esattamente come la sussistenza di un diritto è il fondamento della prescrizione civile. Esempio: sono in possesso di entrambe le ricevute di pagamento di un tributo pagato per errore due volte; il mio diritto al rimborso della somma versata in eccesso si estingue, come dice Erasmo, dopo il trascorrere di un certo numero di anni, ok, ma solo un cretino troverebbe intelligente negare che ho pagato due volte.

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  7. @andrea 46: ma il mio punto e` proprio il tuo. Tu dici che bisogna convincere la gente dei guasti di Berlusconi (condivido). Nego pero` che sia utile, per il paese (e in particolare per il dopo-Berlusconi) cercare di convincere la gente mediante le condanne penali che Berlusconi ha subito/subira`/dovrebbe subire. Non solo e` pericoloso per la civilta` giuridica, ma oltretutto non funziona, come la storia degli ultimi anni ampiamente dimostra.

    @Top Ganz: non faccio finta di non capire, ti garantisco, proprio non capisco. “La corte che emani un giudizio di prescrizione, cioè, presuppone inderogabilmente l’accertamento della commissione del reato.” Stai dicendo che tutte le volte che c’e` prescrizione, l’imputato e` colpevole (che si sia arrivati ad una sentenza oppure no)? Ma siamo sicuri?
    La opinione che esprimi e` proprio cio` che mi fa paura: che, pur di arrivare a liberarsi di Berlusconi, ci si convinca che la prescrizione in quanto tale (non sto parlando dell’uso che B. ne ha fatto negli anni) e` una pessima idea, perche’ impedisce di condannare dei “colpevoli.” Lo ripeto: chi non e` condannato, e` innocente.

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  8. @Erasmo: Mi resta sempre un dubbio, se vuoi giuridico. Con la prescrizione non vi è alcuna certezza che chi era imputato non abbia commesso il reato (o che lo abbia commesso). Quindi mi sfugge cosa vi sia da festeggiare: un innocente, sospira di sollievo perché si chiude un processo lungo, ma non è riuscito a dimostrare la sua completa estraneità al fatto. Un colpevole sospira di sollievo perché è certo che non l’ha sfangata. Sollievo, quindi, non soddisfazione.
    Per un uomo politico, dovrebbe esserci persino poco sollievo: una prescrizione non gli consente di dimostrare la sua onestà in maniera evidente, e pertanto di poter dire all’elettore: “Lo vedi? Sono una brava persona, nonostante tutto quello che ti avevano detto su di me: non reggeva, si erano inventati tutto”.
    Questo indipendentemente dall’imputato in oggetto. Anche se mi rendo conto che in questo paese è impossibile parlare a prescindere dagli imputati. E sinceramente, penso che sia questo uno dei nostri più gravi problemi.

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  9. @red.cac: Non appena il mio borsellino si rimpinguerà di 1600 euro al mese (per ora ne eguadagno assai meno) sarà mia premura inviarle un vocabilario. Nel frattempo può richiederlo alla signora Gelmini, assieme al pc che la Moratti aveva promesso a noi docenti.

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  10. Coincide con la mia, anche se non sono molto interessato agli stati d’animo degli imputati.
    Avevo postato qui il brano di Malvino perché mi sembra interessante (e, sebbene denunci impreparazione giuridica, molto più ficcante di altri contorcimenti qui sopra) tanto più che, essendo stato scritto nel dicembre 2004, è a valle della sua cacciata dalle colonne del Foglio.

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  11. @Francesco P.
    Io Berlusconi manco l’ho nominato (sei tu che lo fai). Caso mai avrei nominato Mills. E quando parlo di un principio giuridico – siccome non sono un autocrate o un aspirante tale, ma un semplice cittadino di una democrazia – lo intendo valido in assoluto, cioè per tutti i cittadini. Non è carino nemmeno mettermi in bocca quel che dici tu sulla prescrizione e se non hai capito quel che ho scritto (cosa che probabilmente è più colpa mia che tua) puoi provare a rileggere o a chiedermi di esprimermi meglio. Provo a farlo.
    Qui stiamo parlando di una sentenza di Cassazione che ha dovuto valutare due successive sentenze di condanna abbondantemente motivate dalle Corti che le avevano emesse, non di “tutte le volte che c’è prescrizione”. A livello di Cassazione (ma anche a livello di Appello) la sentenza di prescrizione non muta una virgola NEL MERITO dei processi svolti e delle sentenze emesse in precedenza, ma semplicemente – ove si tratti di sentenze di condanna – ne estingue gli effetti penali. Tant’è vero che, se l’imputato prescritto nei casi come quello in esame pretende invece una sentenza di assoluzione (ch’è ben altra cosa, questo non si può discuterlo), perché sa di essere innocente, può tranquillamente rinunciare alla prescrizione e farsi giudicare nel merito (è ovvio che Mills si guarderà bene dal farlo, anche se è ragionevole ed umano supporre che come lui farebbero anche molti innocenti).
    E’ chiaro che, quando invece la prescrizione maturi già in fase d’indagine, quando alcun grado di processo risulti celebrato e completato, si configura una situazione di tutt’altro genere, che tra l’altro non implica alcun pregiusizio sostanziale per l’indagato. Più in generale, comunque, se una prescrizione è oggettivamente maturata, la cosa viene solitamente riconosciuta dall’accusa già in fase di arringa finale, cioè ancor prima della camera di consiglio (come è successo anche per il giudizio in Cassazione di Mills, preceduto dalla richiesta del PG in tal senso).

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  12. Io la differenza tra assoluzione e prescrizione la spiegherei un pò meglio, perchè quell’articolo di Malvino un pò di confuzione la fa.
    Se è vero infatti che per la presunzione di innocenza nessuno è colpevole fino alla condanna definitiva, è pur vero che la sentenza di “proscioglimento per estinzione del reato per intervenuta prescrizione” non è una sentenza di assoluzione (perciò sarà sbagliato il titolo di Furio Colombo, ma è sbagliata assai pure l’apertura de tg di Minzolini!)
    L’assoluzione è un proscioglimento nel merito: si è svolto un processo al termine del quale l’imputato è risultato innocente.
    La prescrizione è un istituto giuridico che comporta l’estinzione del reato in relazione al trascorrere di un determinato periodo di tempo dalla sua commissione. Quando il reato è estinto l’imputato viene prosciolto prima che sia pronunciata sentenza definitiva, a meno che non sia lui stesso a pretendere di essere comunque giudicato nel merito (per dimostrare la propria innocenza, ed essere quindi assolto) oppure a meno che non vi sia la prova evidente dell’insussistenza del fatto o della sua non commissione da parte dell’imputato.
    La ratio dell’istituto in questione consiste in un semplice principio: decorso tanto tempo dalla commissione del reato, l’ordinamento non ha più interesse alla sua punizione.
    Ma gli elettori? Voglio dire se l’imputato è un uomo politico, si può ragionevolmente dire che gli elettori non abbiano interesse a capire se chi li governa è veramente un corruttore?
    Se un qualsiasi Mills 10 anni fa ha preso dei soldi in cambio di una falsa testimonianza, ci posso anche stare che l’ordinamento dice “e va bè dai, arrivo tardi, ormai che ti voglio punire più, basta che rimuovi gli effetti civili (che infatti sono tutti salvi, risarcimenti compresi) e poi amici come prima”.
    Bene. A me sta bene anche che la stessa cosa l’ordinamento la dica a Berlusconi, per carità, siamo tutti uguali di fornte alla legge (!).
    MA quando l’ordinamento gli dice “suvvia uomo politico, quì per due gradi di giudizio successivi si è stabilito che tu 10 anni fa hai pagato uno perchè testimoniasse il falso in un processo che ti riguardava, quindi tu tecnicamente saresti un corruttore, però dai, ormai è tardi per fartela pagare, continua a governare tanquillo…” l’uomo politico degno del suo ruolo non ci sta. E dice “ok ordinamento, ma l’interesse è mio. Quì c’è gente che mi ha votato e si fida di me, ed io voglio che sia dimostrato che io merito quella fiducia, non sono e non sono mai stato un corruttore. Quindi la prego, andiamo avanti. E veloci per favore, che ho altro da fare…”
    E che cavolo, lui ha una dignità, prima di tutto…
    ps. stiamo a vedere, magari lo farà, l’uomo politico. Per adesso il suo processo era congelato in attesa di questa sentenza, per cui il suo reato non è ancora prescritto…(io- che sono comunista- temo però che il giorno dell’udienza ci sarà un’autostrada da inaugurare, e il legittimo impedimento prevarrà sulla legittima dignità!)

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  13. ciao galatea, mi sa che devi far dei debiti con tutti quei dizionari, anche vedendo i commenti sul blog
    cordiali saluti

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  14. @top ganz: grazie dei chiarimenti. La distinzione che articoli nel tuo ultimo commento tra la prescrizione in cui ci siano già sentenze di merito e quella quando ci sono ancora le indagini in corso mi era chiarissima, ma penso potrai ammettere che nella tua frase che virgolettavo (ed in generale nel tuo commento precedente) questa distinzione (cruciale) non appariva, né era chiaro che se ti volevi riferire al caso Mills o fare un discorso generale (io ho creduto, penso legittimamente, la seconda di queste due cose). E questa distinzione non appare certo nel dibattito pubblico, basta leggere i giornali dell’una e dell’altra fazione. Riguardo a cose che ti avrei attribuito, non capisco in dettaglio a cosa ti riferisci, ma se hai avuto questa impressione mi dispiace. Il tono del mio commento precedente è dovuto anche al tuo supporre in qualche commentatore (ma forse non ce l’avevi con me) che “facessero finta di non capire” e insomma suggerire la loro mala fede, cosa che, ammetterai, è anch’essa poco carina (perlomeno in assenza di riscontri).

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  15. @Gigi: Ultimamente google perde colpi.. 😉
    In ogni caso minzolini è altamente velenoso e anche in dosi minime nuoce gravemente alla salute. Dovrebbero scriverlo sulla sigla del tiggì.

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  16. @Francesco
    OK. Mi pare che ci simao chiariti in ogni particolare, anche sul fatto che il mio primo commento non si riferiva a te specificatamente.

    Diciamo che la presrizione non è certo né condanna, né assoluzione, e che chi la definisce in uno di questi due modi o non sa di che parla o lo fa con intento doloso, prima ancora che fazioso. Possiamo però dire con altrettanta ragionevolezza che, in casi come quello di Mills, la dichiarazione di maturata prescrizione, non entrando come d’uopo nel merito del processo, non intacca gli accertamenti che siano stati univocamente sanciti dalle sentenze precedenti, ove univocamente e obiettivamente sanciti. Proprio nel livello di univocità di tali accertamenti sta la plausibilità o meno del riconsocere come obiettiva la sostanziale colpevolezza o la sostanziale innocenza dell’imputato.

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  17. Ultimamente mi ripeto con lo stesso commento su troppi blog, ma anche in questo caso mi sento sollevato a poter dire “saluti dalla Spagna”! 🙂

    PS: non che qui sia il paradiso, intendiamoci, però…

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