10 Comments

  1. La mamma di un mio amico italiano, tutt’altro che comunista, mi ha detto un po’ di tempo fa: “Quando parlavo con dei ‘rossi’ più giovani di me e
    accusavano la mia generazione di non aver fatto niente contro il
    fascismo, io rispondevo sempre che nessuno si era accorto che
    era diventata una dittatura. E quando loro mi rispondevano ‘è
    impossibile”, io rimanevo sempre un po’ interdetta, perché mi
    rendevo conto che in effetti non accorgersi di una cosa del
    genere suona ridicolo. Beh, adesso ho capito come è successo.”

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  2. @Gala
    Io vivo in un paese dove un centesimo delle cose che combinano
    in Italia avrebbero provocato una rivoluzione. Un paese che ha
    altri problemi, certo, ma dove nessuno, e dico nessuno, si
    sognerebbe di modificare le regole a proprio uso e consumo per
    coprire una magagna. Per il semplice motivo che gli stessi che
    hanno dato al soggetto il potere di governare glie lo toglierebbero
    senza pensarci due volte cinque minuti dopo avere fatto una
    porcata del genere.
    Se quindi l’italiano non ha la coscienza/forza/voglia di punire con
    l’unico strumento che ha – il voto – chi si comporta in un certo
    modo, mi viene solo da pregare per chi appartiene alla minoranza,
    di fatto cittadini di serie B. I quali dovranno
    continuamente essere ligi alle regole per sopravvivere e non
    incorrere nella scure di quelli che le regole se le cambiano quando
    vogliono. Nel momento in cui in una società le regole valgono solo
    per pochi e non per tutti, e significatamente valgono solo per la
    minoranza, quella è già vessazione, che è solo l’anticamera di una
    dittatura. Perché oggi sono i termini di iscrizione alle liste, ieri era
    la corruzione di un giudice, domani è l’abuso dell’etere. E
    dopodomani?

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  3. Beh, io dalla Germania non farei certi discorsi, dal momento che mi troverei in mezzo a gente che è stata meno accorta della mamma del Suo amico, ai tempi dei tempi, sig. Guido. Insomma, visto che viene dalla Germania, questa Sua comunicazione, è veramente poco accorta.

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  4. La differenza tra Germania e Italia, caro amico, è semplice. La Germania ha saputo fare i conti col suo passato e diventare una vera democrazia, l´Italia si è fermata a metà strada.
    Se le va bene, contento lei….

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  5. No, non mi va bene. Perché dal momento che il passato è diverso, diversi sono anche i conti. E non è finita: credo proprio che dovrà aspettarsi delle sorprese, caro filoalemanno, quando avranno finito di scontare i suoi sensi di colpa.
    Ma, se vuole altra lettura, diciamo che la Germania ha avuto Bad Godesberg, mentre l’Italia ha avuto la gioiosa macchina da guerra, Veltroni e D’Alema. Forse per fare i conti con il proprio passato occorre il contributo di tutti. Qui da noi è mancato quello non di entrambe le parti. Se le responsabilità sono state diverse prima, non così dopo. Anzi, sono stati più bravi i perdenti, a fingere (se non altro) di fare i conti. I vincenti si sono dimostrati dei baccalà. Ora son più contento. Anche Lei dovrebbe esserlo, stante quanto scritto sopra.
    Mi stia bene, caro amico.

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  6. Caro amico,
    apprezzo molto la sua civiltà ed educazione nell´esprimersi. Mi permetta però di dire che lei confonde la forma con la sostanza.
    Qui in Germania se lei non paga una multa di 20 Euro, dopo due settimane la polizia viene a prenderla a casa.
    Non fanno una legge apposita per metterla in regola.
    La differenza sta tutta qui, e per questo dico che la Germania è un paese civile e l´Italia no.
    Cordiali saluti.

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  7. Caro amico, apprezzo di Lei, oltre che la civiltà e l’educazione, l’estrema lucidità sgombra da ogni partigianeria. Devo riconoscere che quel che dice è vero, e che non solo per 20, ma neppure per 2000 euro ti vengono a prendere, qui e in nessuna delle tre Italie che conosco.
    E’ naturalmente trascurabile il fatto che quel paese civile abbia mandato al potere per via democratica un tale che ha combinato quel che sappiamo, mentre qui a casa degli incivili il prima maestro e poi stuoino di quel tizio ha avuto bisogno di un colpo di stato. I tedeschi hanno in effetti fatto i conti con il loro passato, tutto, anche con quello concernente le responsabilità del partito comunista; qui da noi, durando questa gente a sinistra, sono spuntati la lega e Berlusconi. Credo che l’età non consentirà al sig. Berlusconi di fare tutto quello con cui hanno dovuto poi fare i conti gli alemanni; e si ricordi infine, sig. Guido cui auguro di risiedere a lungo e felicemente in Germania, che qui abbiamo fatto i conti subito con il fascismo, se ricorda le vicende del MSI, mentre con le foibe e le stragi tra partigiani sono emersi grazie a un intellettuale del calibro del sig. Storace. Ce n’è per tutti, qui, ma nessuno è stato costretto a subire un quotidiano lavaggio del cervello come i tedeschi nelle loro scuole: e, se lo ricordi bene, i risultati di quel lavaggio del cervello ancora li dobbiamo vedere, perché per ora i 20-40enni dormono.
    Grande popolo, quello tedesco, anche nelle tragedie; Lei ha scoperto oggi che noi siamo quelli dell’otto settembre?
    Le consiglio, chiudendo, una lettura o rilettura del saggio sui costumi degli italiani di Leopardi: poi si rifaccia due conti, senza chiedere licenza ai frati.

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