Quando arriva il vaporetto, per un attimo mi domando se per caso viene dritto dritto dal paradiso.
No, non per il vaporetto in sé, che è la solita barca di Caronte, piena di veneziani con i carrellini, turisti con valigie a ruote, tutti che si accalcano per montare e smontare falcidiandosi in reciproca allegria le caviglie. E’ l’equipaggio a lasciare senza fiato. Ligacorde e Capitano sembrano usciti entrambi da una pagina di Vougue. Il Ligacorde è un fanciullo ventenne con capello lungo che scende vaporoso sulle spalle, fisico d’atleta, occhioceruleo da non me ne parlate neppure di Brad Pitt che io sono meglio e pizzettino curato. Il Capitano, in virtù della carica, ha tutta l’autorità della divisa unita ad una abbronzatura tropicale e occhio nero da sciuppafemmine latino, con tanto di braccio che mollemente penzola dalla cabina di pilotaggio, con la rilassata confidenza di chi dice: “Bambola, la barca è mia e tu pure!”.
Tutte le femmine di età compresa fra i dodici e gli ottant’anni salgono sul battello senza un fiato, incuranti degli attentati alle caviglie di bagagli e portaspesa a rotelle.
Appoggiata al parapetto con i soliti venti turisti che premono addosso e il pittoresco sottofondo di venezianissimi smadonnamenti, mi godo il panorama generosamente fornito dalla coppia di Dioscuri e rendo silenzioso tributo al genio del marketing che li ha selezionati.
Se in una azienda trasporti non riesci a migliorare il servizio in sé, si può sempre trovare un modo per rendere più piacevole alle clienti il viaggio.
Ecco perché a Venezia tutti i maschi vanno a piedi
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@Vincio: No, ci sono anche capitani e ligacorde femmine. 😉
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Venezia, arrivooooooo!
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Ah ah ah! Bellissimo! Ricordo con un po’ di nostalgia i vaporetti veneziani, quando frequentavo l’università.
Sono un microcosmo molto, molto interessante. Una volta un ragazzino (credo uno studente dell’artistico) mifece pure un ritratto mentre aspettavamo all’imbarcadero. Non ebbi mai il piacere di vedere l’opera finita. 🙂
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