Per carità!!!Ricordargli che magari non tutte trovano piacevole ridurre tutto all’organo riproduttivo dovesse ricordargli che qualche soprammobile carino che chiamano donna ha un cervello potrebbero farli sentire in colpa.
Qualcuno gli può gentilmente e pazientemente spiegare che le donne del 13 febbraio non saranno usate, ma useranno??? mi raccomando, pazientemente… chè a una certa età ci vuole tanta pazienza (laddove non bastasse la pazienza, anche un paio di papagne …)
Inquietante uso della retorica: le donne usate in politica (non ricordo Ostellino utilizzare questo argomento riguardo alle strumentali polemiche sul velo), il voto come unzione divina, l’idea che manifestare non rientra nel processo politico, la distinzione privato e pubblico, tra legge ed etica stravolte!
Capisco Ferrara, che ama la provocazione, l’assurdo, il paradosso, e nella sua sconfinata disperazione e cupio dissolvi dice e fa le cose più assurde, forse con un cupo humour, ma Ostellino?!?
Adesso via, dire che le donne hanno un cervello per decidere da sole mi pare un po’ troppo. Come ha detto giustamente Ostellino l’altro giorno sul corriere: “Una donna che sia consapevole di essere seduta sulla propria fortuna e ne faccia – diciamo così – partecipe chi può concretarla non è automaticamente una prostituta. Il mondo è pieno di ragazze che si concedono al professore per goderne l’indulgenza all’esame o al capo ufficio per fare carriera. ” Insomma, siamo sedute sulla nostra fortuna. Abbiamo quell’organo là, che diavolo ci serve usarne altri, come il cervello???
Scusatemi ma tutte queste distinzioni di genere mi fanno venire la sindrome di Dostoevskij. Quale che sia questa sindrome.
Se qualcuno gentilmente mi farà notare che non esiste, potrò altrettanto dire che non esiste, a mio avviso, una vera e così profonda distinzione di genere.
Esistono uomini e donne così come esistiamo tutti, tranne me che sono frutto della mia immaginazione.
Esistono, dicevo, uomini stronzi (si può dire? Altrimenti mi scuso) così come esistono donne stronze (idem con patate, vogliate scusare il turpiloquio o, per i più raffinati linguisticamente, la coprolalìa).
Il resto sono chiacchiere, distinguo che francamente cominciano a stancare.
Fanno perciò bene le persone che si sentono offese da questi distinguo, dalla categorizzazione dello sfruttamento delle risorse personali, soprattutto fisiche, viste in chiave machista (che non è la compagna di Maciste). E se questa ribellione (o stanchezza) viene dalle donne, non può che essere positivo. Perché in fondo, anche se siamo uguali nei diritti e nei doveri, non lo siamo affatto nella fruizione e nell’esercizio dei medesimi.
Intendiamoci, non voglio insinuare che le Quote Rosa (altra offesa all’autodeterminazione delle persone di sesso femminile), questa pseudodestra le abbia tutte “utilizzate” in villa. voglio solo dire che, con questa pseudodestra al potere (perché ne ho viste nella mia vita, destre e sinistre scassate, ma questa… Per favore non chiamiamola nemmeno destra, non dovremmo nemmeno considerarla una espressione politica) sia riapparso un maschilismo da caserma è talmente evidente da non sorprendere più nessuno e, nell’abitudine alle avversità, anche le donne e gli uomini di intelligenza normale preferiscono un buono sconto che un brutto scontro.
Quello che non mi piace è che l’attuale “questione femminile” riemersa nel grottesco e doloroso scambio di invettive e rimproveri riportati dalle intercettazioni mi fa tornare alla mente la questione dell’antisemitismo e sue categorie accessorie, così come mi riporta alla mente la questione dei nativi americani (tanto perché la questione della schiavitù l’abbiamo rimossa essendo molto lontani da averla veramente considerata una cosa abominevole). Un modo per far finta di aver capito gli errori che abbiamo commesso nei secoli e con questo ci siamo liberati la coscienza continuando come prima.
Che persone come Piero Ostellino se ne escano con frasi leggibili in vari modi, vuoi per pararsi gli orifizi, vuoi per ingenerare attenzione, fastidio, ribellione e adorato consenso non solo è del tutto normale ma è anche auspicabile. Che finalmente si dica quel che si pensa e alla malora l’ipocrisia di maniera. Ciascuno mostri la sua faccia e il suo lato B e se poi corrispondono pazienza.
Ma c’è dell’altro: essendo scomparso il comune senso dell’orrido e dell’opportuno si è anche al sicuro da vere condanne da parte dell’ormai scomparsa e/o azzittita (ridotta cioè a ripetere a pappagallo, quel che gli viene inoculato a martello dai media) “opinione pubblica”.
Potremmo discutere sui modelli dell’orrido e dell’opportuno e della loro variabilità determinata dai tempi (lo Zeitgeist, ahinoi!) e dai cosiddetti “contesti” ma non ne usciremmo più. La relatività e il relativismo sono come la democrazia. Il primo che passa se la fa sua e gli altri non possono che adeguarsi e zitti!
Dunque tutta la questione delle differenze di genere con tutto quel che ne consegue, cioè che le donne sono ottime per farci del sesso, gratis o meno, non solo è una bischerata ma è anche un modo per dichiarare la propria paura e la misura della propria scarsa autostima.
E più siamo meno ci sentiamo pirla.
Posso dire che, più di tutto mi disturba il fatto che le donne, in quanto categoria, si ribellino a questo genere di lettura della realtà e dei rapporti fra individui liberi, mentre le donne in quanto persone lo fanno un po’ meno?
Non posso credere che questa sia una caratteristica di genere! Tang! Un bel timbro genetico, un po’ di pseudoevoluzionismo e le donne sono sistemate! Zitte e buone nel loro ruolo di seduttrici e di madri.
Ma se ho conosciuto donne di ogni intelligenza e sensibilità, di ogni capacità e di ogni possibile valore! Vogliamo invece dire che è un problema di retaggio culturale ben accettato perché il vincolo, un certo tipo di vincolo ci rende liberi dalla responsabilità di essere fino in fondo quel che siamo, cosa notoriamente molto faticosa?
E se noi maschi siamo così lo dobbiamo a eserciti di madri incapaci di educare i loro figli in modo diverso?
Ma è troppo facile dare la colpa alle madri, altra categoria terrificante, capace, nell’immaginario collettivo, di ogni possibile nefandezza. Io vorrei ricondurre tutto, di nuovo, alla responsabilità personale.
Insomma, Ostellino può dire quel che vuole. La verità è troppo complessa per essere derubricata a poche frasi scritte o pronunciate tanto per non restare fuori dai chiassosi lanci di invettive oggi tanto di moda.
Moda, Zeitgeist, spirito dei tempi.
Bah. Per me una donna è una persona. E’ così tanto semplice e a guardala negli occhi può venire voglia di chiedergli chi è veramente.
Una risposta più facile da ottenere da una donna sconosciuta piuttosto che da un amico di vecchia data.
Se c’è qualche differenza fra i generi, spesso emerge per vie misteriose. Ma non sarà qualche disgraziato o disgraziata saliti alla ribalta mediatica a farmi credere che tutta questa guerra fra i sessi non sia del tutto strumentale e si fondi in realtà sul nulla.
E proprio per questo funziona benissimo.
Ci caschiamo tutti quanti.
Anche Piero (Ostellino).
E non credo proprio che questa sia la sua guerra.
La guerra di Pi-ero.
Piero Ostellino ha scritto ieri sul Corriere un altro degli articoli “alla Ostellino” che sforna con orrida frequenza e che fanno girare i maroni. Preso atto del fatto che è difficile che l’Ostellino – pensiero muti repentinamente, in una persona già avanti con gli anni, la cosa preoccupante è che l’autore di tali articoli – dove si snocciolano banalità “grossier” mimetizzate da ampollose perifrasi e citazioni fuori luogo – venga considerato ancora autorevole eppertanto ospitato in autorevoli testate come il Corrierone. Sia pure per par condicio. Ha una bella fortuna, cioè (volg.) un bel culo: sul quale difatti siede.
Ostellino non si smentisce mai. Sarò un ingnuo ma io continuo a stupirmi di come persone con notevole cultura e capacità intellettuali le impieghino per difendere l’indifendibile a costo di fare la figura del PIRLA SENZA SE E SENZA MA.
Cosa non fa il denaro!
Qualche sera fa, dopo uno spettacolo teatrale, mi trovavo a parlare del gender gap. Il regista affermava che c’era una differenza da ammettere; l’astratto è maschile, la capacità di traduzione dell’emotività è maschile. La stessa Virginia Woolf era un uomo in gonnella, anche Emily Dickinson amputò parte della propria femminilità. Le due donne presenti zitte.
L’anno scorso faccio una lezione in classe sugli eroi greci e disvelo il maschilismo di Omero, cantore della forza di brutali assassini. Mostro la debolezza e l’inferiorizzazione di Andromaca, Penelope e le altre. Cito una frase di Omero che dice più o meno che “non bisogna fidarsi delle donne!” Si alza una mano. Il mio alunno dice che è vero, non bisogna fidarsi. Gli rispondo che si tratta di una sciocchezza, quando crescerà capirà. Replica: “Ma me l’ha detto mia madre!”
Pochi giorni fa in mensa si parla di B e le donne. Guardacaso le mie colleghe erano le più agguerrite nel difendere il povero miliardario vittima del moralismo di sinistra. Dicevano che non c’era niente di male perchè erano tutte consenzienti.
Lottare per un’altra immagine pubblica della donna non significa proporre come modello le mogli-madri-angeli del focolare, o tornare alla famiglia-casa come unico luogo naturale delle donne. Molte ancora sostengono che le donne non possono far altro che usare il corpo come ascensore sociale “perchè è così”. Il mondo è questo, l’Italia è una società castale, solo il sesso può aprire certe brecce.
Lo fanno anche molte donne. E allora prepariamoci al peggio. Potremmo vedere presto paginoni dei loro fogliacci che squadernano le grazie delle donne che il sultano s’è portato a letto, sarebbe una mossa elettorale efficace. L’uomo medio italiano fa il puritano-guardone, invidia e sbava, se ne frega della mercificazione del corpo femminile. Potremmo anche vedere uno “whore pride”, analogo a quello dei gay, con le varie carfagnine, minettine, et cetera gridare “meglio mignotte che paolotte”!
Domenica ci dovrebbero essere le piazze piene di donne e uomini. Donne che non vogliono essere nè puttane nè sottomesse, nè reificate nè compatite, uomini che vogliono imparare a cedere il loro potere, i loro privilegi, la loro ovvia estroflessione extradomestica.
Questa situazione a molti fa comodo; le donne che si ribellano si mettono contro tutti. Una volta rivendicavano l’autoappartenenza. Gridando “io somo mia” intendevano “io non sono del padre, del parroco, del padrone, del marito, di nessuno”. Neanche di quel padre/padrone simbolico che è il dio-denaro, il dio-potere, dio-televisione o altri dei minori come il canone estetico unico.
Non è facile alzare la testa; come sempre in Italia è più agevole obbedire.
“Invece di usarle solo per fare sesso, come al solito.”
Le donne in quesitone vengono “usate” perche` si “lasciano usare”.
Libero arbitrio in libero stato 🙂
@Ruzino: il fatto che un opinionista bollito possa tranquillamente continuare a scrivere le sue banalità sulle pagine del Corriere senza che nessuno gli dica che è ora che vada in pensione a riposarsi probabilmente è una delle cause della crisi italiana.
@rispettarelosceno: il discorso che fai è piuttosto complesso da affrontare. Le cazzate sulle grandi scrittrici che sarebbero in realtà diventate “mezzi uomini” per essere grandi scrittrici ho perso il conto di quante volte l’ho sentito fare, anche da critici intelligenti. I quali non si rendono conto che al mondo si può parlare solo di “persone”, specie poi quando si parla di artisti, e dire che la Wolf era “maschile” sarebbe come a dire allora che Leopardi era “femminile”. O che lo era Omero, perché, a ben guardare, avrà pure scritto che non bisogna fidarsi delle donne, ma poi Penelope e Circe sono due ragazze di un tosto che Ulisse se lo pappano, in fondo. Quello che più ferisce è ormai il dilagare dello stereotipo anni ’50, in questo paese: le donne sono un po’ oche o madri di famiglia, ma anche gli operai sono o brave persone sfortunate da salvare con mosse paternalistiche o pericolosi rivoluzionari potenziali, gli intellettuali tutti dei criptocomunisti e così via.
Quanto alle “donne”: le “donne” in generale non esistono: esistono quelle maschiliste, che poi sono spesso peggio dei maschi stessi, allevano figli come quello che ti ritrovi in classe, che poi, a ben vedere, passerà la vita con la sindrome dell’assedio, convinto che l’unica di cui può fidarsi è la mamma e le altre sono tutte sgualdrine.
@gigi lo sfigato: fa piacere vedere con quanta convinzione inneggi alla situazione, contando che a te, povero tesoro, non capiterà mai di poterne approfittare, dato che le Minetti, le Carfagne e le belle figliole in genere andranno a letto solo con quelli che han qualcosa da offrire loro, e non con quelli come te, mentre tu starai a guardare la cosa seguendola sui giornali, battendo le mani perché puoi godere per interposta persona. Sfigato al cubo sei, Gigi. 🙂
@Galatea
Mia nonna buonanima diceva che chi nelle discussioni insulta lo fa perche` sa di avere torto.
Ah! Quanta saggezza oggi andata perduta.. Quante cose che una persona, con nemmeno la terza media aveva capito!
Lo sfigato al cubo Gigi
Bello quello che dici. Mi piacerebbe saperne di più, anche se so che ti chiedo troppo (magari un altro post, se ti va) su Penelope e circe che si pappano ulisse. Ciao
Per carità!!!Ricordargli che magari non tutte trovano piacevole ridurre tutto all’organo riproduttivo dovesse ricordargli che qualche soprammobile carino che chiamano donna ha un cervello potrebbero farli sentire in colpa.
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Qualcuno gli può gentilmente e pazientemente spiegare che le donne del 13 febbraio non saranno usate, ma useranno??? mi raccomando, pazientemente… chè a una certa età ci vuole tanta pazienza (laddove non bastasse la pazienza, anche un paio di papagne …)
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Inquietante uso della retorica: le donne usate in politica (non ricordo Ostellino utilizzare questo argomento riguardo alle strumentali polemiche sul velo), il voto come unzione divina, l’idea che manifestare non rientra nel processo politico, la distinzione privato e pubblico, tra legge ed etica stravolte!
Capisco Ferrara, che ama la provocazione, l’assurdo, il paradosso, e nella sua sconfinata disperazione e cupio dissolvi dice e fa le cose più assurde, forse con un cupo humour, ma Ostellino?!?
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Adesso via, dire che le donne hanno un cervello per decidere da sole mi pare un po’ troppo. Come ha detto giustamente Ostellino l’altro giorno sul corriere: “Una donna che sia consapevole di essere seduta sulla propria fortuna e ne faccia – diciamo così – partecipe chi può concretarla non è automaticamente una prostituta. Il mondo è pieno di ragazze che si concedono al professore per goderne l’indulgenza all’esame o al capo ufficio per fare carriera. ” Insomma, siamo sedute sulla nostra fortuna. Abbiamo quell’organo là, che diavolo ci serve usarne altri, come il cervello???
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Quando leggo queste cose a me viene tristezza. Tristezza perché ormai non ho neanche più forza per la rabbia. 😦
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Scusatemi ma tutte queste distinzioni di genere mi fanno venire la sindrome di Dostoevskij. Quale che sia questa sindrome.
Se qualcuno gentilmente mi farà notare che non esiste, potrò altrettanto dire che non esiste, a mio avviso, una vera e così profonda distinzione di genere.
Esistono uomini e donne così come esistiamo tutti, tranne me che sono frutto della mia immaginazione.
Esistono, dicevo, uomini stronzi (si può dire? Altrimenti mi scuso) così come esistono donne stronze (idem con patate, vogliate scusare il turpiloquio o, per i più raffinati linguisticamente, la coprolalìa).
Il resto sono chiacchiere, distinguo che francamente cominciano a stancare.
Fanno perciò bene le persone che si sentono offese da questi distinguo, dalla categorizzazione dello sfruttamento delle risorse personali, soprattutto fisiche, viste in chiave machista (che non è la compagna di Maciste). E se questa ribellione (o stanchezza) viene dalle donne, non può che essere positivo. Perché in fondo, anche se siamo uguali nei diritti e nei doveri, non lo siamo affatto nella fruizione e nell’esercizio dei medesimi.
Intendiamoci, non voglio insinuare che le Quote Rosa (altra offesa all’autodeterminazione delle persone di sesso femminile), questa pseudodestra le abbia tutte “utilizzate” in villa. voglio solo dire che, con questa pseudodestra al potere (perché ne ho viste nella mia vita, destre e sinistre scassate, ma questa… Per favore non chiamiamola nemmeno destra, non dovremmo nemmeno considerarla una espressione politica) sia riapparso un maschilismo da caserma è talmente evidente da non sorprendere più nessuno e, nell’abitudine alle avversità, anche le donne e gli uomini di intelligenza normale preferiscono un buono sconto che un brutto scontro.
Quello che non mi piace è che l’attuale “questione femminile” riemersa nel grottesco e doloroso scambio di invettive e rimproveri riportati dalle intercettazioni mi fa tornare alla mente la questione dell’antisemitismo e sue categorie accessorie, così come mi riporta alla mente la questione dei nativi americani (tanto perché la questione della schiavitù l’abbiamo rimossa essendo molto lontani da averla veramente considerata una cosa abominevole). Un modo per far finta di aver capito gli errori che abbiamo commesso nei secoli e con questo ci siamo liberati la coscienza continuando come prima.
Che persone come Piero Ostellino se ne escano con frasi leggibili in vari modi, vuoi per pararsi gli orifizi, vuoi per ingenerare attenzione, fastidio, ribellione e adorato consenso non solo è del tutto normale ma è anche auspicabile. Che finalmente si dica quel che si pensa e alla malora l’ipocrisia di maniera. Ciascuno mostri la sua faccia e il suo lato B e se poi corrispondono pazienza.
Ma c’è dell’altro: essendo scomparso il comune senso dell’orrido e dell’opportuno si è anche al sicuro da vere condanne da parte dell’ormai scomparsa e/o azzittita (ridotta cioè a ripetere a pappagallo, quel che gli viene inoculato a martello dai media) “opinione pubblica”.
Potremmo discutere sui modelli dell’orrido e dell’opportuno e della loro variabilità determinata dai tempi (lo Zeitgeist, ahinoi!) e dai cosiddetti “contesti” ma non ne usciremmo più. La relatività e il relativismo sono come la democrazia. Il primo che passa se la fa sua e gli altri non possono che adeguarsi e zitti!
Dunque tutta la questione delle differenze di genere con tutto quel che ne consegue, cioè che le donne sono ottime per farci del sesso, gratis o meno, non solo è una bischerata ma è anche un modo per dichiarare la propria paura e la misura della propria scarsa autostima.
E più siamo meno ci sentiamo pirla.
Posso dire che, più di tutto mi disturba il fatto che le donne, in quanto categoria, si ribellino a questo genere di lettura della realtà e dei rapporti fra individui liberi, mentre le donne in quanto persone lo fanno un po’ meno?
Non posso credere che questa sia una caratteristica di genere! Tang! Un bel timbro genetico, un po’ di pseudoevoluzionismo e le donne sono sistemate! Zitte e buone nel loro ruolo di seduttrici e di madri.
Ma se ho conosciuto donne di ogni intelligenza e sensibilità, di ogni capacità e di ogni possibile valore! Vogliamo invece dire che è un problema di retaggio culturale ben accettato perché il vincolo, un certo tipo di vincolo ci rende liberi dalla responsabilità di essere fino in fondo quel che siamo, cosa notoriamente molto faticosa?
E se noi maschi siamo così lo dobbiamo a eserciti di madri incapaci di educare i loro figli in modo diverso?
Ma è troppo facile dare la colpa alle madri, altra categoria terrificante, capace, nell’immaginario collettivo, di ogni possibile nefandezza. Io vorrei ricondurre tutto, di nuovo, alla responsabilità personale.
Insomma, Ostellino può dire quel che vuole. La verità è troppo complessa per essere derubricata a poche frasi scritte o pronunciate tanto per non restare fuori dai chiassosi lanci di invettive oggi tanto di moda.
Moda, Zeitgeist, spirito dei tempi.
Bah. Per me una donna è una persona. E’ così tanto semplice e a guardala negli occhi può venire voglia di chiedergli chi è veramente.
Una risposta più facile da ottenere da una donna sconosciuta piuttosto che da un amico di vecchia data.
Se c’è qualche differenza fra i generi, spesso emerge per vie misteriose. Ma non sarà qualche disgraziato o disgraziata saliti alla ribalta mediatica a farmi credere che tutta questa guerra fra i sessi non sia del tutto strumentale e si fondi in realtà sul nulla.
E proprio per questo funziona benissimo.
Ci caschiamo tutti quanti.
Anche Piero (Ostellino).
E non credo proprio che questa sia la sua guerra.
La guerra di Pi-ero.
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Piero Ostellino ha scritto ieri sul Corriere un altro degli articoli “alla Ostellino” che sforna con orrida frequenza e che fanno girare i maroni. Preso atto del fatto che è difficile che l’Ostellino – pensiero muti repentinamente, in una persona già avanti con gli anni, la cosa preoccupante è che l’autore di tali articoli – dove si snocciolano banalità “grossier” mimetizzate da ampollose perifrasi e citazioni fuori luogo – venga considerato ancora autorevole eppertanto ospitato in autorevoli testate come il Corrierone. Sia pure per par condicio. Ha una bella fortuna, cioè (volg.) un bel culo: sul quale difatti siede.
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Ostellino non si smentisce mai. Sarò un ingnuo ma io continuo a stupirmi di come persone con notevole cultura e capacità intellettuali le impieghino per difendere l’indifendibile a costo di fare la figura del PIRLA SENZA SE E SENZA MA.
Cosa non fa il denaro!
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Qualche sera fa, dopo uno spettacolo teatrale, mi trovavo a parlare del gender gap. Il regista affermava che c’era una differenza da ammettere; l’astratto è maschile, la capacità di traduzione dell’emotività è maschile. La stessa Virginia Woolf era un uomo in gonnella, anche Emily Dickinson amputò parte della propria femminilità. Le due donne presenti zitte.
L’anno scorso faccio una lezione in classe sugli eroi greci e disvelo il maschilismo di Omero, cantore della forza di brutali assassini. Mostro la debolezza e l’inferiorizzazione di Andromaca, Penelope e le altre. Cito una frase di Omero che dice più o meno che “non bisogna fidarsi delle donne!” Si alza una mano. Il mio alunno dice che è vero, non bisogna fidarsi. Gli rispondo che si tratta di una sciocchezza, quando crescerà capirà. Replica: “Ma me l’ha detto mia madre!”
Pochi giorni fa in mensa si parla di B e le donne. Guardacaso le mie colleghe erano le più agguerrite nel difendere il povero miliardario vittima del moralismo di sinistra. Dicevano che non c’era niente di male perchè erano tutte consenzienti.
Lottare per un’altra immagine pubblica della donna non significa proporre come modello le mogli-madri-angeli del focolare, o tornare alla famiglia-casa come unico luogo naturale delle donne. Molte ancora sostengono che le donne non possono far altro che usare il corpo come ascensore sociale “perchè è così”. Il mondo è questo, l’Italia è una società castale, solo il sesso può aprire certe brecce.
Lo fanno anche molte donne. E allora prepariamoci al peggio. Potremmo vedere presto paginoni dei loro fogliacci che squadernano le grazie delle donne che il sultano s’è portato a letto, sarebbe una mossa elettorale efficace. L’uomo medio italiano fa il puritano-guardone, invidia e sbava, se ne frega della mercificazione del corpo femminile. Potremmo anche vedere uno “whore pride”, analogo a quello dei gay, con le varie carfagnine, minettine, et cetera gridare “meglio mignotte che paolotte”!
Domenica ci dovrebbero essere le piazze piene di donne e uomini. Donne che non vogliono essere nè puttane nè sottomesse, nè reificate nè compatite, uomini che vogliono imparare a cedere il loro potere, i loro privilegi, la loro ovvia estroflessione extradomestica.
Questa situazione a molti fa comodo; le donne che si ribellano si mettono contro tutti. Una volta rivendicavano l’autoappartenenza. Gridando “io somo mia” intendevano “io non sono del padre, del parroco, del padrone, del marito, di nessuno”. Neanche di quel padre/padrone simbolico che è il dio-denaro, il dio-potere, dio-televisione o altri dei minori come il canone estetico unico.
Non è facile alzare la testa; come sempre in Italia è più agevole obbedire.
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Le donne in quesitone vengono “usate” perche` si “lasciano usare”.
Libero arbitrio in libero stato 🙂
Lo “sfigato” Gigi
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@Ruzino: il fatto che un opinionista bollito possa tranquillamente continuare a scrivere le sue banalità sulle pagine del Corriere senza che nessuno gli dica che è ora che vada in pensione a riposarsi probabilmente è una delle cause della crisi italiana.
@rispettarelosceno: il discorso che fai è piuttosto complesso da affrontare. Le cazzate sulle grandi scrittrici che sarebbero in realtà diventate “mezzi uomini” per essere grandi scrittrici ho perso il conto di quante volte l’ho sentito fare, anche da critici intelligenti. I quali non si rendono conto che al mondo si può parlare solo di “persone”, specie poi quando si parla di artisti, e dire che la Wolf era “maschile” sarebbe come a dire allora che Leopardi era “femminile”. O che lo era Omero, perché, a ben guardare, avrà pure scritto che non bisogna fidarsi delle donne, ma poi Penelope e Circe sono due ragazze di un tosto che Ulisse se lo pappano, in fondo. Quello che più ferisce è ormai il dilagare dello stereotipo anni ’50, in questo paese: le donne sono un po’ oche o madri di famiglia, ma anche gli operai sono o brave persone sfortunate da salvare con mosse paternalistiche o pericolosi rivoluzionari potenziali, gli intellettuali tutti dei criptocomunisti e così via.
Quanto alle “donne”: le “donne” in generale non esistono: esistono quelle maschiliste, che poi sono spesso peggio dei maschi stessi, allevano figli come quello che ti ritrovi in classe, che poi, a ben vedere, passerà la vita con la sindrome dell’assedio, convinto che l’unica di cui può fidarsi è la mamma e le altre sono tutte sgualdrine.
@gigi lo sfigato: fa piacere vedere con quanta convinzione inneggi alla situazione, contando che a te, povero tesoro, non capiterà mai di poterne approfittare, dato che le Minetti, le Carfagne e le belle figliole in genere andranno a letto solo con quelli che han qualcosa da offrire loro, e non con quelli come te, mentre tu starai a guardare la cosa seguendola sui giornali, battendo le mani perché puoi godere per interposta persona. Sfigato al cubo sei, Gigi. 🙂
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@Galatea
Mia nonna buonanima diceva che chi nelle discussioni insulta lo fa perche` sa di avere torto.
Ah! Quanta saggezza oggi andata perduta.. Quante cose che una persona, con nemmeno la terza media aveva capito!
Lo sfigato al cubo Gigi
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Bello quello che dici. Mi piacerebbe saperne di più, anche se so che ti chiedo troppo (magari un altro post, se ti va) su Penelope e circe che si pappano ulisse. Ciao
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