Quei momenti in cui senti che è necessario che piova, perché il tempo è ormai passato, l’estate se ne deve andare, l’afa non si regge più. E allora lo aspetti e lo invochi come una benedizione, il temporale, e lo vuoi immenso, devastante, epico, un tornado, che scateni ogni forza della natura in un carosello di vento che soffia, e acqua che vien giù. Lo aspetti e lo brami, perché deve arrivare, se ne sente il bisogno, non puoi farne a meno, ci vuole: uno scompiglio che colpisca duro, lavi, diluvi e stravolga, porti via tutto. E’ il momento, è il momento, il momento perfetto, l’attimo che va colto come un giusto segno del cielo.
Non appena comincia a parlare Bossi in Riva degli Schiavoni, per esempio.
già così sarebbe una goduria, se poi il tutto avviene come immagini te allora c’è quasi il rischio di ritrovare la fede
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La ghigliottina sarebbe utilissima per la “secessione” invocata da questi bacherozzi verdi. La secessione della testa dal collo.
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Mi piacerebbe avere questi tuoi spunti romantici: chapeau. E’ da un po’ che non riesco a scrivere perchè veramente mi cadono le braccia.
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il brano è davvero bello, ma lo sarebbe di più senza l’ultima riga;
sprecare l’arte di scriver così bene per ragionare di certa gente, è un delitto
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