Tutti hanno le malinconie che si meritano, in fondo. Gli eroi dei romanzi ottocenteschi le avevano disperate e titaniche, come si conviene loro; poi sono venute le malinconie borghesi delle madame Bovary, o quelle piene di disagio, freudiane e complesse. Io, da povera statale quale sono, ho una malinconia impiegatizia: timbra il cartellino e mi assale ad orari fissi, per pura stanca abitudine, così.
5 Comments
I commenti sono chiusi.
Ho altro genere di malinconie ma, in un mondo virtuale pieno di insulti e grida, fa bene anche alle proprie di tristezze, [ma lo uso solo per non ripetermi che non è questo il termine in fondo] leggere alcune parole riposanti che fanno divagare la mente.
grazie
"Mi piace""Mi piace"
Non sei l’unica, Galatea: sarà il tempo (atmosferico), o l’umidità, o lo scirocco. O l’allergia.
Comunque mi sento anch’io sul malinconico. Come quel personaggio dei Dubliners, a volte ho la sensazione di “essere stato escluso dal festino della vita”. Come si chiamava ? il racconto credo fosse “Mrs. Sinico”.
Anonimo SQ
"Mi piace""Mi piace"
Bel post, concordo pienamente e ti invito a visitare il mio blog, buona lettura 😉
http://nicofontana.wordpress.com/
"Mi piace""Mi piace"
Sì, pensavo che hai ragione, si presenta a orari fissi e spesso fa gli straordinari, tipo adesso ad esempio, ma al solito ci si ripete tiremm innanz, che speranza ce n’è sempre. Poi ho letto il commento dell’amico qua sopra e mi dico che no, forse mi sbaglio.
"Mi piace""Mi piace"
Non conosco quel tipo di malinconia, sono freelance, libera professionista, libera solo di subire angherie da parte di uno Stato incivile e retrogrado come quello italico
"Mi piace""Mi piace"