Il blog il Nuovo Mondo di Galatea è fortunosamente entrato in possesso di un manoscritto del monaco Allo da Milk (1540-1614). Lo abbiamo tradotto e pubblicato per offrire un serio contributo all’attuale dibattito di Scalfari/Eco su internet che è causa dell’ignoranza.
Il tempo della Bestia è giunto, i segnali dell’Apocalisse si vedono ovunque: il mondo senesce e nulla è in grado di salvare l’uomo dalla decadenza! I Nani non sono più arrampicati sulle spalle dei Giganti: li hanno calpestati dopo averli fatti crollare con subdoli sgambetti, inganni del Maligno, ed ora, tripudianti nel fango, li schizzano, dopo averli ridotti, impotenti, a terra!
V’era un tempo in cui la conoscenza era appannaggio dei pochi che con cura e studio, giorno dopo giorno, ricopiavano a mano i sacri testi antichi. Quello era il modo corretto e benedetto dal Signore per impadronirsi dei concetti: meditarli a lungo, vergando ad una una le parole sulla carta, o sul vello della pergamena: ogni carattere era frutto di pazienza, di infinito sacrificio, era profondamente meditato e ponderato, la fatica della mano era viatico a quella della mente!
Oggi no, oggi schiere di ignoranti smanacciano con le loro sacrileghe dita i fogli dei libri a stampa! E’ conoscenza, può essere sapienza quella acquisita così, senza sforzo, senza meditazione, senza pena? I libri a stampa donano l’illusione di sapere tutto a chi non sa nulla: essi, gli ignoranti, li sfogliano, superficialmente, leggono qua e là, senza pensare. Le lettere sono un flusso continuo, sono brutte, tutte uguali: e gli ignoranti credono, si illudono – Oh, sventurati! – di arrivare così a comprendere ciò che è scritto!
Che mondo prepariamo ai nostri figli? Un mondo in cui ciascuno, in casa sua, potrà avere una biblioteca personale, centinaia di libri stampati e ordinati, sempre disponibili ad essere consultati da lui, in qualsiasi momento! Oh sacrilegio della conoscenza! Non vi sarà più l’obbligo di imparare a memoria i concetti importanti, e nessuno saprà più ripetere i passi migliori di un’opera, i versi commoventi per l’animo! I libri, i libri, vivranno fuori dagli scriptoria, e persone che mai hanno frequentato i claustri, che mai hanno perso ore ed ore a ricopiare un passo, potranno leggere, pensando di poter capire! L’ignoranza e la presunzione dilagheranno, perché la cultura è cosa delicata, che va assimilata pian piano, e non può essere lasciata alla portata di tutti, di gente senza creanza! La cultura va tenuta nel recinto chiuso dei monasteri e degli studia, così come le erbe officinali vanno coltivate solo negli orti dei semplici, sotto lo sguardo accorto del frate erborista. Essa è un fiore prezioso che deve essere colto solo da chi ne è degno. datela a tutti, e le più tremende disgrazie visiteranno la terra, l’Anticristo comparirà alle porte scortato dalla Prostituta di Babilonia, e gli uomini parleranno di tutto, cercheranno informazioni su tutto, leggeranno ogni libro, riproducendo quello stesso caos che si scatenò con la Torre di Babele.
Meditate sulle vostre scelte, dunque. Vietate ai vostri figli i libri stampati, mandateli a leggere unicamente manoscritti ricopiati a mano negli scriptoria, non cedete al fascino del Maligno che con voce suadente vuole convincervi ad usare queste moderne diavolerie! Il Signore vi ricompenserà donandovi la vera conoscenza.
O almeno un posto nella redazione di Repubblica, citofonare Eugenio.
quello che tra poco lascerà libero barbara spinelli, mi sembra di capire.
(che piacevole scoperta il tuo blog, galatea.)
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Allo da Milk aveva ragione. HTML in realtà sta per “His Tiranny Mephistos Lives”.
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E il Grammofono (Massimo Troisi)?.Mia nonna,molto pia,diceva pure che da quando s’era diffusa la corrente elettrica,non c’erano più le mezze stagioni.Provate a smentire,saputelli!
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Penso sia necessario qualche riferimento:
Scalfari:
http://host.uniroma3.it/uffici/stampa/ecostampa/utility/imgrs.asp?numart=2DKITH&annart=2014&numpag=1&tipcod=0&tipimm=0&defimm=1&tipnav=1&isjpg=S&small=N&usekey=&typedb=4&video=0
Luca Sofri:
http://www.wittgenstein.it/2013/12/20/la-rai-e-la-nuova-identita-italiana/
Al posto di imparare ad usare meglio ciò che abbiamo, cosa propone Scalfari? Le tavolette di argilla? Il web c’è dal 1996. Molti servizi internet che usiamo hanno meno di 10 anni. Un poco di pazienza per abituarci alle novità ce la possiamo prendere? Non un paio d’anni, ma almeno una generazione, 25 anni.
E poi, riferendomi a Sofri: se uno è una capra in storia, che colpa ne ho io? E che colpa ne ha la sua insegnante? Magari era l’unico della sua classe che non capiva una cippa. E quante volte facciamo figure di emme noi, anche quando sappiamo la risposta giusta?
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Ne scrivi uno simile per chi ritiene che insegnare la musica debba attenersi ad un’unica modalità, ad un unico repertorio e che i “metodi innovativi” (di cui alcuni hanno più di un secolo, altri circa quarant’anni) non servano a nulla? Così, tanto per dire, ecco. 😉
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Ha chiamato Giovanni Tritemio, ha detto che luin non si è mai fatto chiamare Allo da Milk. Si tratta certamente di copia contraffatta.
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Non fate fotografie ai vostri figli, fateli ritrarre da valenti pittori delle scuole veneziana e fiorentina. La fotografia è un’ invenzione del Maligno per rubarvi l’ anima! 🙂
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Bah, io proprio non son estimatore di Eugenio Scalfari, ma stavolta credo lo stiate massacrando ingiustamente. Con l’antipatica supponenza che lo caratterizza e con quel millenarismo tipico di molti vecchi, mi pare ci stia dicendo solo che la protesi silicea, anziché migliorarci, ha finito per fare il contrario. Da un certo punto di vista, non me la sento di dargli del tutto torto: quando a scuola m’impedivano d’usare la calcolatrice, sapevo cavarmela mentalmente assai bene con divisori a due cifre, magari con la virgola e catene d’addizioni. Oggi, che ce l’ho sempre appresso, fatico a sottrarre il tre dal sei. Senza computer, mi veniva facile sciorinare a memoria luoghi, date, rime, versi, pure in latino. Conoscevo il nome scientifico di decine d’insetti e d’uccelli. Poi, un certo giorno del 1986 o giù di lì, egli s’è insinuato pervicace nella mia vita e m’ha abituato alla pigrizia. Perché affaticare la corteccia, quando basta un clic?
Tuttavia, ritengo che dopo tesi e antitesi vi sia sempre una sintesi e che apprenderemo quasi tutti un po’ alla volta a maneggiare al meglio anche lo strumento informatico, con nuove abilità e nuovi virtuosismi che si sostituiranno ai vecchi, così come già fu per la polvere da sparo rispetto all’arco o per l’automobile nei confronti del pur sempre simpatico cavallo.
L’uomo in fondo è fatto per evolversi e adattarsi, non per stare fermo. Scalfari si rassegni.
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La questione è spinosa e” vexata”..e mica poco.. Sono una classicista come te.. e ti ho trovato da fb, che aborrivo.. Contrappasso in positivo.
Anche io spezzo una lancia a favore del web, perchè consente davvero scambio di testi e informazioni a velocità supersonica e costo zero. il web è un medium: tutto dipende da come si usa..
Anche io ho la spocchia della grecista ” in bolletta poi “, vedo le derive di un mondo che vuole risposte pronte e facili CHE CONSUMA E DIMENTICA TUTTO perchè c’è abbondanza, anzi surplus, pigrizia e fretta; ma, tutti noi siamo debitori, ANCHE, DELLA RETE.
Comprendo che si tema ciò che non si conosce.. che questo mondo sia spaventoso.. ma almeno NOI UMANISTI, artisti, scriventi, CI RITROVIAMO.. Sospendo il giudizio su Eco.
Poi ripeto, non faccio nomi, ma io stessa sono esterrefatta da come studiosi ben più zelanti e anziani di me, usano la rete per emendare i testi antichi, discutere, etc..
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Scusate.. aggiungo che insegno.. e so perfettamente che i cervelli dei ragazzi trattengono poco, fanno enorme fatica a tradurre e memorizzare. Non so quante ORE ho passato a tentare di inculcare i famosi paradigmi dei verbi greci più importanti ..
E’ ovvio che IL COMPUTER NON PUO’ ne’ deve SOSTITUIRE LO STUDIO, NE’ L’ EDUCAZIONE O IL CERVELLO. La domanda che mi sento fare è : ” A cosa serve? ” . Noi educatori dobbiamo rispondere a quella, noi dobbiamo guidare, o anche solo far delibare.
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@lector: potrei rispondere allo stesso modo ricordando che quando non avevo l’automobile mi facevo delle lunghe camminate a piedi. Adesso andando in macchina non sono così allenato ed avrei delle difficoltà. Per rimanere in ambito informatico, sono almeno 20 anni che non programmo piu in assembler 80386, e sinceramente avrei grosse difficoltà anche a leggere un programma di questo tipo. Dammi un mese di tempo e mi rimetto in carreggiata, mi riguardo come funzionano i Call gate, i ring e la paginazione, i registri e tutto il resto. Il fatto che adesso programmi in un linguaggio di alto livello che non mi fa vedere i puntatori ed i problemi di allocazione di memoria mi permette di essere molto più produttivo dei programmi che scrivo. Nel 1964 per forza di cose si dovevan scrivere i programmi gestionali in assembler e stare a contare i bit, adesso per fortuna no.
Non mi ricordo nemmeno come si faceva ad usare l’OPAC del Politecnico per trovare i libri e sapere se erano in prestito o no. Adesso c’è una fichissima interfaccia web, anzichè i terminali con il monitor a fosfori verdi, e quindi il fatto che mi sia dimenticato è forse normale. Sono sicuro che Scalfaro preferisce i cartellini scritti a macchina.
Ecco il l’interfaccia web per gli interessati:
http://opac.biblio.polito.it/F?func=find-b-0&local_base=libw
Detto questo sono assolutamente convinto che il fatto di non ricordarsi le cose o peggio di non essere capaci di un ragionamento deduttivo sia un problema totalmente indipendente dal fatto che si utilizzino gli elaboratori elettronici ed internet.
Aggiungo una cosa: tato tempo fa c’era una trasmissione in cui il Bonolis ed il Laurenti ricevevano delle telefonate in cui le persone doveva vincere un premio rispondendo a facili domande, alle quali non sapevano rispondere. Era chiaro che stessero recitando seguendo un canovaccio.
Anche in questo caso non è che fosse stato tutto fatto a tavolino?
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@–>Mike “Detto questo sono assolutamente convinto che il fatto di non ricordarsi le cose o peggio di non essere capaci di un ragionamento deduttivo sia un problema totalmente indipendente dal fatto che si utilizzino gli elaboratori elettronici ed internet.”
Infatti, nel mio caso personale potrebbe dipendere anche da un incipiente Alzheimer. Me lo chiedo spesso.
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