Essere stupidi non è un’attenuante

Sì, fanno ridere, ridere da morire, i bislacchi separatisti veneti che vociavano al telefono di comprare armi dagli albanesi (che poi avrebbero espulso, una volta fondato il loro Stato) e si costruivano nel garage di casa un tanko con un trattore dismesso. Fanno ridere perché già di per sè noi Veneti un po’ ridere lo facciamo di nostro, soprattutto con l’accento che ci ritroviamo, del tutto inadatto a rendere credibile qualsiasi concione rivoluzionaria.
A Venezia, l’altra volta che s’erano arrampicati sul campanile, li avevano soprannominati “Brigata Mona”, e anche adesso si fa fatica a prenderli sul serio e a considerarli un pericolo reale.
Però sta cosa che dicono che è assurdo preoccuparsi per loro, a me non torna del tutto. Perché certo, erano pressappochisti e naïf, ma pur sempre progettavano di andare in giro armati di un cannone e di pistole, e le pistole ed i cannoni possono sempre far danni e ammazzare qualcuno, soprattutto in mano a dei mona. E questo essere mona, non lo vedrei affatto, come certi fan capire, come una prova che sono inoffensivi, anzi.
Del resto neanche la Mambro, Fioravanti o Moretti erano poi questi gran geni, eh.

22 Comments

  1. Hai perfettamente ragione.
    Un mona lasciato a se stesso è come un tir carico di esplosivo, guidato da un bambino di cinque anni, lanciato a tutta velocità contromano in autostrada, in una notte di nebbia fitta.
    Purtroppo, c’è stato Basaglia (che era veneto) e la cosa non si può più prevenire.

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  2. In Italia c’ è un’ opposizione straordinaria che fa sembrare un gigante Renzi, il quale è solo un povero scemo: Donovan che si sente un perseguitato, il pregiudicato che va a piangere da Napolitano e le frattaglie della Lega che giocano alla guerra. Salvini ha detto che è una follia, io sul momento avevo frainteso: la follia è dei magistrati, naturalmente. Che bellezza sarebbe se certa gente andasse a lavorare, invece che dire idiozie. Sotto la gloriosa Serenissima Repubblica di San Marco, quella vera, questi “patrioti” avrebbero pulito le stalle di qualche tenimento in terraferma.

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  3. Nemmeno un piccolo puntino da aggiungere! Complimenti per ogni parola. Riesci sempre a scrivere in modo perfetto i pensieri di molti (spero)!!!

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  4. Avranno e hanno avuto l’accento strano ma basta leggere un libro di storia per ricordare che la Padania per secoli è stata teatro di scannamenti fra Lombardi e Veneti per il possesso di qualche chilometro di pianura.
    Per non sottovalutare che la Serenissima non era cosí leggera di mano quando combatteva Turchi e Slavi.
    Come insegnano i recenti massacri nella ex Jugoslavia e quelli un po’ più in là avvenuti nel famoso triangolo della morte di si è svolta la guerra civile post bellica, al di là degli accenti e delle manifestazioni folcloriche, quando è il momento, scannare, stuprare, linciare e tirare fuori la violenza è patrimonio di tutti.
    E basti pensare agli inglesi che, considerando gli irlandesi doppiamente selvaggi, perché un po’ rozzi e parecchio cattolici, ne massacrarono in patria a milioni e molti vennero deportati come schiavi in America molto tempo prima che ci portassero gli africani.
    Anzi, la tratta degli africani cominció perché gli irlandesi non “duravano” molto e quindi quei gentiluomini degli inglesi cambiarono tipo di schiavo.
    D’altra parte la classe dirigente sta tirando troppo la corda e quindi provoca risentimenti che agitano le teste più calde.
    Purtroppo non è che si possa fare molto per venire incontro alle istanze dei veneti: anche avendo l’indipendenza, è una parte notevole della nostra economia che non è competitiva, cui si aggiunge uno sfascio progressivo della PA e anche di molte aziende private: banche ferme per giornate intere, 10 giorni per avere una riparazione a una linea telefonica, call center di assicurazioni che ti chiedono il certifcato di rischio da loro stessi emesso e Equitalia che ti manda alla posta a pagare 4mila euro in contanti.
    L’indioendenza del Veneto (o della Sicilia o della Sardegna) cambierá qualcosa?
    Non credo.
    Ma molti ci credono e continueranno a crederci perché è terribile dover ammettere che produciamo poco e male, salvo quelli che esportano e non si lamentano.

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  5. Francamente non condanno il fatto di volere dividere l’Italia nè lo considerò in sé indice di stupidità : è un’opinione politica come un’altra: c’è chi vuole abolire la proprietà privata e chi la vuole mantenere, c’è chi vuole i matrimoni gay e chi non li vuole, c’è chi vuole abolire l’aborto e chi “guai a hi lo tocca” , quindi c’è chi vuole che l’Italia resti unita e chi la vorrebbe frammentare: perché condannare chi la pensa in altro modo, solo perché si ha paura , nella fattispecie, di non poter piu trovare lavoro al nord? O di non poter piu governare tutta l’Italia ? Mettetevi nei panni dei tanti settentrionali che sudano per avere un lavoro e si vedono spiazzate dai meridionali nella Pubblica Amministrazione (così mi disse a suo tempo un veronese) e nel privato : è forse razzismo avere paura di essere spodestati come popolo ? O non voler dipendere più da Roma ? Se non si è d’accordo ci si manifesti col voto , senza dare per questo degli stupidi a chi ha queste idee. Mica costituisce ribellione a una legge divina o naturale (e dire che la politica fa anche questo) il mettere in discussione che l’Italia e la costituzione debbano restare rispettivamente unita e vigente in eterno: e quando l’Italia non c’era? Se ci fosse una legge divina o morale a favore dell’unità allora saremmo moralmente obbligati a batterci per fonderci con altri stati, con l’obiettivo finale di uno stato unico mondiale: non credo che l’ipotesi piaccia a nessuno. Qualcuno tira in ballo, a difesa dell’unità d’Italia il lavoro , le lotte e i sacrifici che si sono fatti per avere l’Italia unita, ma è una tesi che non regge: grande studio e lavoro di equipe c’è stato infatti anche per il televisore catodico, e così per la rete telefonica TACS, per il registratore e le relative musicassette, per la carta a carbone, per la macchina da scrivere, per i cassonetti , per la fotografia da negativo (al di là del fatto che il sottoscritto quest’ultima la rimpianga) :
    non mi pare che ci sia stata altrettanta condanna per chi ha mandato in pensione queste cose presentando le alternative.
    Ripeto: si vuole l’italia unita ? Lo si dica col voto.
    Che poi in veneto ci siano tanti pirla è un altro discorso, e non posso che condividere, avendoci vissuto un pezzo di vita.

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  6. Dilemma non da poco, perchè comunque ti approcci all’accadimento, commetti un errore.
    Se non li prendi sul serio, forse per quel dialetto così adatto alla commedia buffa, forse per quel carro armato artigianale, corri il rischio di sottovalutare una faccenda molto seria. Se li prendi sul serio, incappi nel rischio di soddisfare il loro intimo scopo: esser presi sul serio, convincere che c’è davvero un popolo pronto ad imbracciare le armi, un manipolo di eroi il cui nome sarà scolpito, fra cinquanta anni, nelle piazze tutte a toponomastica veneta. Difficile decidere. Spiegazione in genovese: «Sciuscià e sürbì ne se pëu»; soffiare e succhiare nel contempo è impossibile.

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  7. Franz66, mia nonna era veneta. Le volevo bene ma ciò non mi impediva di vederla per quello che era: profondamente razzista. Molto ignorante e presuntuosa. Mi dispiace parlare così di mia nonna, ma è la realtà.
    La storia non cambia anche se noi decidiamo di mettere sullo stesso piano …. I tanti ventenni morti per l’Unita d’Italia e chi ha mandato in pensione … Il registratore… Le musicassette .. La macchina da scrivere…
    Ai miei tempi si mettevano in guardia i bambini dicendo loro di “non confondere … Capra e cavoli” … I morti ci sono stati. Giovani vite sprecate, ma loro non lo sapevano che sarebbero arrivati altri a vanficare il loro sacrificio. Che ognuno risponda alla propria coscienza.

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  8. Anche se uno manifesta delle fortissime simpatie per un federalismo che rasenta l’autonomia, alla svizzera per capirci, il solo pensare che ci sarebbe l’effettiva probabilità di venir governati da tipi come i “mone del tanko” (in pratica, dal tipico “contadin” veneto, epiteto che non ha nulla a che vedere con l’onesta coltivazione della terra, se non per il retaggio genetico e ancestrale che sottintende), sono certo, almeno parlando per me, che potendo scegliere preferirei addirittura di finire sotto Erdogan.
    Il che è tutto dire.

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  9. Gentile Ornella, vuole forse negarmi il diritto di non ritenere che l’unità d’Italia sia intoccabile per definizione? Lo so che il condannare le opinioni (tra l’altro ribadisco che non sono leghista né secessionista) é lo sport preferito dell’uomo occidentale, ma se anche venissi bannato da questo blog ribadirei il mio disincanto per l’unità d’Italia. Lo so che c’è morta la gente, e allora? Anche per il l’Impero Romano impero probabilmente è morto qualcuno, eppure è stato superato. Anche se non valgo niente, se sono un ignorantone, noto che più i Paesi sono piccoli e meglio si sta. La Cecoslovacchia ha fatto alcuni anni fa una secessione diplomatica : oggi in Slovacchia (almeno così lessi alcuni mesi fa) sono andati al potere i neonazisti, ma non credo che sia stata determinante per questo la secessione .
    I Veneti che ho conosciuto io (quelli con cui ho lavorato) , per come mi trattavano, razzisti non mi erano sembrati. Poi magari erano falsi, oppure sono cambiati dopo: allora non c’era il sindaco leghista.
    Le cose che descrivete (grazie a Dio non ho la TV ) sono tragicomiche , e denotano stupidità, questo lo ammetto.

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  10. P.S.
    Forse sarebbe meglio spiegare a chi veneto non è, cosa sia il “contadin”.
    Normalmente, dalle nostre parti, l’epiteto “contadin” viene appioppato con l’aggettivo “cativo” o “furbo”. Suona così: “el contadin cativo”; “el contadin furbo”.
    Si tratta della quintessenza di tutti i peggiori difetti che si possano attribuire a un rappresentante del genere umano: gretto, meschino, ignorante, ladro, supponente, ruffiano, volgare, codardo, repellente, malevolo, avaro, crudele, sporco e chi più ne ha più ne metta.
    Un mio conoscente raccontava sempre questo aneddoto.
    Durante l’ultima guerra, la sua sorellina minore s’era ammalata di pellagra e rischiava seriamente di morire. Aveva assoluto bisogno delle vitamine del latte che, causa il razionamento, in città non si riusciva proprio a trovare. Allora il pover’uomo di suo padre si reca a piedi da un conoscente in campagna, per supplicarlo di vendergli un po’ di latte. L’altro lo guarda e con quell’indescrivibile fare che neppure l’elencazione di prima riesce a rendere nella sua vera essenza. gli risponde: “E se mi te dae el late a ti, cosa magneo el vedel?” (“e se io do il latte a te, casa mangia il vitello?”).
    Ecco, questo è “el contadin”, quello convinto di essere “meglio” e che vorrebbe assumere la guida delle istituzioni, magari col “tanko”.
    Il dramma è che qualche volta ci riesce.

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  11. a quale titolo ritieni di essere veneta? perché parli veneto con inflessione spinetense? perché sei nata qui, la mamma è del luogo e te piase la luganega?
    sicuramente sei veneta, almeno quanto tutti gli altri veneti, ma non basta. da una come te ci si aspetterebbe che conoscesse un po’ di storia, per camprendere che quegli ingenui che tu tanto disinvoltamente chiami “mona”, se non altro hanno rischiato in proprio, in prima persona, contro uno stato che non ha fatto altro che rapinarci e disprezzarci da quasi 150 anni. le loro idee si possono anche discutere e contestare, le loro interpretazioni e le loro iniziative sono semplicistiche e pure rozze, ma se fossi in te, da veneta, avrei un po’ più di rispetto per quei “mona” e per tanti altri “mona” che di questo stato di cose non ne possono proprio più. da una che ha fatto le scuole come te ci aspettiamo di più che il mero sarcasmo da bettola.

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  12. @ lector
    se durante il II conflitto abbiamo mangiato qualcosa lo dobbiamo ai contadini, compresi quelli veneti, chiedi a chi ha qualche anno
    certo, le eccezioni ci sono in tutte le cose e le categorie, evitiamo il fascio e
    di confondere i contadini con i villani

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  13. Avevo doverosamente premesso: “tipico ‘contadin’ veneto, epiteto che non ha nulla a che vedere con l’onesta coltivazione della terra, se non per il retaggio genetico e ancestrale che sottintende”, anche perché, in caso contrario, rinnegherei le mie origini.

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  14. PS Bis
    In ogni caso, il grande problema di questi movimenti pseudo-indipendentisti, è che mancano d’una guida intellettuale che abbia almeno i rudimenti del diritto pubblico, nelle sue specializzazioni di costituzionale, amministrativo, tributario. Cosicché, le loro proposte appaiono solo come un pateracchio di rozze rivendicazioni, d’invettive senza capo né coda, d’aspirazioni prive di reali possibilità di realizzo. Di certo, non penso che i nostri “mone” vogliano seriamente ritornare a uno stato fondato sul censo, saldamente in mano ai 600 rappresentanti delle famiglie più abbienti e retto di fatto dal famigerato Consiglio dei Dieci. Sempre che conoscano veramente la storia e le istituzioni della Serenissima Repubblica.
    Nessuno, per esempio, che si sia mai preso la briga di studiare con diligenza e in maniera comparata le varie costituzioni fondate su principi autenticamente federalisti moderni, quali quella svizzera o, in forma più attenuata, quella tedesca e lanciare proposte di cambiamento serie e plausibili.
    No, il massimo a cui sono giunti è stato costruire un paio di “tanki” con un camion e un bulldozer scassati e rifornirli di gasolio agricolo con l’ausilio di qualche damigiana di raboso dismessa.
    Come diceva Fedifrago nel suo commento a un post precedente, quelli hanno visto il Rodolfo Favaretto nel film di Albanese, non hanno capito che era uno “scherso” e si sono gasati.
    Anche Albanese perciò ha le sue responsabilità. Se fossi un magistrato lo arresterei subito, come fecero quella volta con Toni Negri.
    Pori i me schei!

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  15. Tra l’altro, gli autori di “Why nations fail” portano proprio l’esempio della Venezia oligarchica, governata da una casta “estrattiva”, come esempio della decadenza cui vanno soggette le nazioni che, come l’Italia, si sono trasformate in società piramidali con una classe dirigente, inamovibile grazie al nepotismo, appoggiata da un esercito di pretioriani e fornitori che non vogliono perdere i loro privilegi.
    Quindi, e siccome il fenomeno è generalizzato in Italia, qualsiasi dei pezzi volesse un’indipendenza efficace per l’economia, dovrebbe comunque rimuovere (con la violenza?) la locale classe “estrattiva”.

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  16. Questa nobiltà, questa classe che irradia da quelli che a cuor leggero riescono a dire “ma tanto è stupido…”, io la invidio molto. E avrebbe anche senso dire “ma tanto è stupid…”, sorridere benignamente et c. Lo avrebbe, e a volte ci provo. Il tentativo precipita quando mi torna in mente che questi stupidi hanno diritto di voto.

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