Compleanni

I compleanni sono sempre così, sul limite. Sono giorni da festeggiare con la malinconia in agguato, e quasi la depressione, ma è una depressione che nasce dal malinteso. Ci lamentiamo, uh quanto ci lamentiamo, di questi anni che passano, che ci lasciano i segni, i lividi, e soprattutto le rughe. Ci lagnano di non essere più giovani, o di non esserlo più abbastanza, come se quell’essere giovani fosse di per sè un valore, dimenticando quanto odiassimo esserlo, quando lo eravamo davvero, perché la gioventù, anche se nessuno lo dice, è anche una gran rottura di balle, un’ansia continua di non essere ancora niente e di non sapere se si riuscirà mai ad essere qualcosa, un mare di incertezze più che di possibilità, perché le possibilità e le occasioni si riconoscono a posteriori, e quando invece ti si presentano ti sembrano solo parte di quella fluida confusione che è la vita.
Festeggiamo i compleanni e non sappiamo neppure come mai: per tener fede ad un’abitudine, ad una convenzione sociale; festeggiamo con l’amaro in bocca, pensando al tempo che non abbiamo più e ad un futuro che è ormai più breve, anche se solo di un anno. Li festeggiamo, malvolentieri, perché interpretiamo il tempo che abbiamo come quello che ci viene sottratto. E invece bisogna festeggiarli perché l’unico tempo davvero nostro non è quello che abbiamo davanti e non ci appartiene ancora, ma quello che abbiamo dietro di noi, ed è l’unico che ci appartiene già.

16 Comments

  1. Donne! Per farti capire che compiono gli anni e rimarcarti che te ne sei puntualmente dimenticato, devono necessariamente iniziare da quella volta che un tizio dalla gran barba bianca, percependo che tutto era buio, ordinò: “Si chiami l”Enel, sia fatta la luce!”.
    Buon compleanno, Galatea!
    Carpe diem.

    "Mi piace"

  2. Ho aspettato che passi. E’ il giorno dopo. Ora aspettiamo il prossimo. E’ meglio pensare che c’è sempre qualcosa da aspettare; lì fuori. Finché c’è attesa c’è speranza.

    "Mi piace"

  3. E’ vero, pensandoci seriamente non ho amato i miei 16 anni e nemmeno i miei 20 anni, sono gli anni dell’incertezza e quella in cui tutti si sentono in diritto di dirti quello che devi fare. I miei 39 invece me li sto godendo alla grande, anche con il coraggio di dispiacere a qualcuno. Ho iniziato tardi a fare determinate scelte ma credo di coltivare nella mente quella scena di “La morte ti fa bella”: il funerale di Bruce Willis (o meglio del suo personaggio ovviamente), in cui il prete racconta che è ”fiorito” a 50 anni e in 25 anni ha fatto più cose di tutto il tempo trascorso prima.

    "Mi piace"

  4. Vulcaniana è questa tua analisi di un compleanno.
    – Lunga vita e prosperità al sub-comandante GalateaT’Pol!

    "Mi piace"

  5. Da adulto il compleanno serve solo per vedere se qualcuno non della famiglia si ricorda, in tal senso, di te. Mi riferisco ovviamente a chi si ricorda davvero, non a chi lo legge su facebook o skype. Per quanto riguarda il ridursi ( per usare un eufemismo) della strada davanti si potrebbe fare lo stesso discorso in merito al capodanno. Molto bella ed icastica la tua descrizione della giovinezza: complimenti davvero 🙂

    "Mi piace"

I commenti sono chiusi.