Il caldo, incredibilmente

Per una che da sempre adora il caldo, aspetta l’estate come una festa, non vede l’ora di stendersi al sole questa estate qua è come una mazzata che ti frantuma tutte le certezze.

Non è caldo. E’ più un rigurgito d’inferno, vivere come se avessi costantemente puntato addosso un phon. Ti alzi alla mattina e ci sono già 37 gradi, uguali uguali a quelli con cui ti eri addormentata alla sera. Sembra che non esitano più l’ombra e la notte, e l’unica speranza di vita sia legata al raggio d’azione del condizionatore. La pianura padana è un solo enorme deserto assolato, l’asfalto si fonde, la sabbia si arroventa, il ghiaino dei fiumi riverbera un accecante bagliore di fuoco.

La vita non riesce ad avere nessun ritmo, perché uscire è possibile solo nella stretta finestra fra le otto e mezza e le otto e tre quarti, camminare impossibile, persino restare in spiaggia, perché non c’è ombrellone che tenga ed il mare è un brodo che trasforma noi in pezzi di carne lessa. Sono giorni in cui il vero e unico paradiso sono i centri commerciali, e non per quella cosa della cultura consumistica, ma perché lì almeno i condizionatori sono a palla.

Spinola è simile ad uno di quei paesini dei film di Sergio Leone, in cui i rovi rotolano solitari nella Main Street e attorno non c’è un’anima. Persino i vecchietti che stazionano sempre davanti al bar si sono arresi, anche perché a lasciare dieci minuti sul tavolino il bianchetto ghiacciato si trasforma in vin brulè.

Il barista serve per la prima volta in vita sua agli avventori bicchieri d’acqua oltre al vino e commenta, annuendo: «Eh el xè Carontide!»

«Carontide?» chiedo perplessa.

«I lo g’ha ciamà cussì, Carontide. El doveva durar ‘na setimana, ma non se mola! El se g’ha slongà.»

Persino di una sillaba, penso. Ma fa così caldo che persino una rompiballe come me non ha voglia di correggere l’errore.

8 Comments

  1. Caronte è dappertutto, con il suo lanciafiamme… per sfuggire ai 37 gradi con tasso d’umidità altissimo di milano, oggi sono andata in Val ‘Aosta. A 1740 metri d’altezza, sotto i ghiacciai, i gradi erano 21. E’ stato drammatico rientrare a casa stasera 🙂

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  2. Io, che patisco molto il caldo e sudo gia’ a 20°in questi giorni ho avuto momenti davvero drammatici e di totale scollamento con la religione cristiana… ma tant’e’, Caronte, Flegetonte o chicchessia, un detto veneto inquadra molto bene la situazione: EL TEMPO EL CUEO E I SIORI I FA QUEL CHE VOL LORI.

    BACI GRANDISSIMI GALATEA.
    Angelina

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  3. Comunque e’ vera una cosa (o tale io la ricordo) nel 2003 il caldo inizio’ intorno al 25 aprile e prosegui’ ininterrotto ed indisturbato fino alla fine di settembre, con una media giornaliera di 36° … non piovve mai e fu l’intera Europa ad esserne investita… la Francia non si era organizzata a dovere e subi’ l’ecatombe di circa 10.000 morti per il caldo, piu’ che altro anziani e persone “ai margini”, cose folli in una societa’ cosi’ ben amministrata come quella francese… ne nacque uno scandalo senza precedenti e le cronache del tempo riportano l’auto licenziamento di parecchi fra sottosegretari ed assessori (proprio da noi)… io ho ricordi “infuocati” di quell’estate, sara’ perche’ i primi di giugno manco’ il mio vecchio e facemmo il funerale due giorni dopo con il rischio, in cimitero, di seppellire anche i partecipanti, sara’ perche’ per la prima volta in vita mia (mai piu’ replicato, nemmeno quest’anno) dormii con il materasso in terrazza….fu un’estate rovente, oltre ogni immaginazione…voi la ricordate?

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  4. Si’, anch’io ricordo il 2003. A Pavia, in mezzo all’umidita’ del Ticino e alle zanzare. Nel collegio universitario in cui vivevo aprivamo le porte delle stanze per fare corrente e giravamo in costume. Il cuscino al mattino era zuppo di sudore. Pensavo di aver raggiunto il massimo della sopportabilita’.
    In questi mesi pero’ vivo in Spagna ed e’ una cosa atroce. Oltre 40 gradi (clima secco, almeno, ma sempre 40 gradi sono), e il caldo non molla neanche di notte. L’altra sera a mezzanotte 36 gradi. Col buio.
    Non sono mai stata una fan del condizionatore, ma in questi giorni non riesco a vivere senza.
    Da quello che leggo, in Italia non e’ molto diverso. E concordo nel non trovarlo “normale”.

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  5. Fosse solo la colonnina del mercurio – quella dei tempi che fu, ora è tutto un digitale – forse si riuscirebbe a sopravvivere. Il dramma è che l’umidità è tale che il sudore si condensa sulla pelle con effetto moltiplicatore per i gradi.

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