Certe malinconie che prendono a tradimento nelle sere in cui non è successo nulla, alla fine di giornate tranquille. Certe angosce che piovono addosso all’improvviso, come piogge violente che cadono da nuvole invisibili. Certe angosce immotivate,e perciò ancora più colpevoli.
Come si vorrebbe comprendere il senso delle cose senza senso, gli effetti che non hanno causa, i colpi che non hanno origine precisa. Come si vorrebbe capire ciò che non si capisce e non si prevede, perché capire e prevedere è controllare, e controllare è essere meno indifesi.
E invece siamo qui, su questa terra brulla, nudi e indifesi, come le lucertole che si arrampicano sui muri, e cercano rifugio nelle crepe. E il sole ci colpisce o l’ombra ci fagocita, e noi siamo alla loro mercé, senza scampo e senza spiegazione.
L’ intervento “fotografa” molto bene una esperienza comune a chi riflette su di sè.
Penso tuttavia che il senso ci sia sempre, ma o non ci è dato di comprenderlo o dopo tanto – troppo? – tempo.
Il di più richiederebbe incursioni “metafisiche” , per le quali non è il luogo e neanche il tempo (data l’ ora quasi tarda).
Buona notte!
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