Vicenza o l’eterno flusso della storia


Vicenza è una città placida, come la campagna grassa che la circonda. Quando ci venni ad abitare da piccola, la sua tranquillità fu la prima cosa che mi colpì. Noi che veniamo dal mare siamo sempre nervosi e insofferenti, come le onde non riusciamo mai a trovare una vera quiete. Vicenza invece è una città serena, adagiata nel verde come una gemma sopra un cuscino, con i suoi begli edifici e le sue vie ordinate, e i suoi parchi ampli e rilassanti, il suo passeggio da provincia soddisfatta e sorniona, che ama il bello ed il nuovo ma se ne lascia coinvolgere fino ad un certo punto.

Ha un fascino solido ed ordinato, che ancora porta nei suoi geni qualche cromosoma romano antico. Vicentia, che stava lì ancora prima di Venezia, è ancora tutta in piedi, i suoi palazzi del Cinquecento sono uguali uguali a quelli dei tempi di Cesare, il suo nume tutelare, Palladio, è diventato tale riprendendo le architetture antiche, e anche la testa dei vicentini è quadrata e ordinata come quella dei possidenti ai tempi dell’Impero.

Sono affascinanti questi fili rossi che attraversano i secoli e i millenni, e si riannodano di tanto in tanto, o non si sciolgono mai. E così a Vicenza si entra in saloni con le ampie volte imbiancate ed affrescate da cui occhieggiano gli antichi personaggi del mito ritratti come si ritrarrebbero i vicini di casa: Ercole che bacia Ebe su un letto di morbidi cuscini, Fetonte che cade dal carro e, ritratto dal di sotto, mostra impudico i suoi gioielli al vento, prima di schiantarsi nel Po. Poi dentro quello scrigno meraviglioso che è l’Olimpico, le sette vie di Tebe antica sembrano le vie della città, e la scena e la vita costituiscono un tutt’uno, mentre i turisti di oggi si siedono dove si sedevano gli aristocratici intellettuali del Cinquecento, che emulavano i più antichi Greci e Romani.

Vicenza e così, un posto dove il tempo fluisce ma è anche fermo in una istantanea meravigliosa. Dove ti senti parte di un qualcosa di più grande, di più lungo, di più duraturo della nostra vita. Quella cosa che chiamiamo, in una parola, storia. 

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