Bye bye, 2017!

Vedo quest’anno sui social che tantissimi postano felici perché il 2017 si schioda, e tutti lo festeggiano con tric e trac, perché è stata una fetecchia.

Per me no.

È stato un anno cominciato in sordina dopo un 2016 che non era stato brutto, ma fondamentalmente era stato una palla, in cui tutto si era come ingolfato. Il 2017 invece si è comportato come l’idraulico liquido nei tubi intasati: ha sgorgato quello che c’era da sgorgare e puffete, tutto ha cominciato a scorrere.

Ho avuto una rubrica sull’Espresso, e poi un libro, nato come idea dalla rubrica, che è il mio L’Italiano è bello, e mi sta dando tante soddisfazioni. Ma ho avuto anche la soddisfazione di firmare il contratto per il mio primo romanzo, che arriverà se tutto va bene a settembre, e su cui comincerò a lavorare fra pochi giorni.

Ho lavorato con persone simpaticissime e molto competenti, cambiato editore, fatto cose che mai mi sarei aspettata.

Ho avuto accanto gli amici di sempre e qualcuno di nuovo che ho conosciuto per via. Ho persino una nuova nipotina, figlia di una mia cara amica, che è un batuffolino meraviglioso, e se non sono soddisfazioni queste, cosa mai.

E fra le amiche di sempre ci mettiamo anche le ragazze di Archeostorie, che ormai sono quasi una famiglia e con cui abbiamo già messo in piedi alcuni progetti e altri ancora sono in fieri, e spero che presto vedranno la luce.

E quindi, 2017, se non decidi di sputtanarti in queste ultime quattro ore, sei stato un anno simpatico, divertente, imprevisto e imprevedibile.

Se il 2018 prende esempio da te, ecco, per me va bene.

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