Fenomenologia delle borse di lusso da donna e delle donne che le comprano

Borsa

La borsa per una donna è quello che per un uomo è… niente, non c’è un equivalente maschile. La borsa per una donna è l’equivalente della conchiglia per il paguro, della coperta per Linus, del divano per Homer Simpson. Non esistono donne senza borsa, se non hanno una borsa l’hanno solo appoggiata momentaneamente altrove.  La borsa di lusso però è un accessorio a parte, che non serve a portare in giro cose ma a identificare la portatrice come membro di un club specifico e ben delimitato. La borsa di lusso è come il totem per la tribù: non serve a nulla, ma ti fa riconoscere come membro di un clan. Per cui la borsa è come lo scudo dell’antico guerriero: si usa per affrontare la vita.

Le Vuittoniane: le borse LV sono il frutto di una geniale intuizione del marketing. Siccome sono color topo morto in circostanze misteriose che stona con tutto e non ha nulla di accostabile nell’universo, possono essere usate con qualsiasi abbigliamento. Tanto ci faranno a pugni. La borsa LV è più che un oggetto, è un rito di passaggio. Di solito le donne la comprano quando raggiungono l’età in cui smettono di litigare con la propria madre perché sono diventate uguali a lei. Il loro modello di riferimento è Catherine Deneuve, signora borghese elegante e sposata, anche se non sempre con lo stesso marito. La borsa LV ha un alto valore simbolico. Di solito infatti viene regalata dall’uomo durante un romantico week end a Parigi che la donna/compagna/moglie ha preteso per festeggiare qualche anniversario, tipo i primi vent’anni assieme, il trent’anni dal primo bacio, i dieci giorni dalla prima scop… ehm, dal primo incontro, etc. Nel caso non ci fosse alcun anniversario, non vi preoccupate, si inventa. Tanto gli uomini non si ricordano mai un accidente di data. Le Vuittoniane apprezzano molto che un uomo spenda l’equivalente del suo stipendio medio di un mese per comprare loro una borsa passabilmente brutta: lo trovano un incredibile atto d’amore. Nel caso non fosse possibile avere il fine settimana a Parigi, si accontenteranno della borsa LV comprata a Padova, per dire, anche se alle amiche diranno che comunque è stata comprata a Parigi, perché quella comprata a Padova, anche se identica, risulterebbe comunque meno chic. Il guaio delle borse LV è che ormai ce ne sono in giro più di false che di vere. Essendo tutte ugualmente brutte, sono quasi sempre indistinguibili, tanto è vero che spesso quelle tarocche vengono allegramente vendute per vere anche in boutique. Per capire le sottili differenze bisognerebbe rivolgersi al mio amico Ahmed, che produce quelle tarocche. Ma col cavolo che vi dico dove lo trovate, o non mi vende più le mie a 30 euro.

Le Pradiste: Le Pradiste, al contrario delle Vuittoniane, sono donne rampanti e di successo che le borse se le comprano da sole, con il frutto del loro lavoro. Le borse di Prada, al contrario di quelle di Vuitton, sono sempre passabilmente brutte, ma di un brutto monacale e monomaniacale, da manager in carriera che non deve chiedere mai, soprattutto il prezzo. Tanto Le Pradiste sanno che il diavolo veste Prada, e quindi anche gli accessori sono suoi. Se la Vuittoniana è una signora sposata medioborghese, la Pradista è una scalatrice sociale grintosa, determinata e di recente arricchimento, che non si fa comprare borse dagli uomini anche perché di solito non ci resta assieme così a lungo da poter sperare che le facciano un regalo. Il loro modello è cosa, lì, come si chiama, la megacapa del Il Diavolo veste Prada, di cui non ricordano mai il nome. Che comunque non serve, perché tanto la conoscono tutti come “la Stronza”. Appunto.

Le Hermesiane: Le Hermesiane sono le patite di Hermès, e fanno categoria a parte. Se non altro perché per accostarsi anche solo alla vetrina ci vogliono soldi di famiglia di almeno tre generazioni. Le Hermesiane infatti sono ricche, ma non per un recente arricchimento improvviso o una fortunata liason: i loro antenati, quasi sempre, hanno lasciato agli eredi così tanto che in pratica i discendenti non hanno più bisogno di un lavoro vero dai tempi dei Longobardi, o anche prima. Le loro nonne e mamme erano già sfacciatamente ricche quando la principessa Grace ha sfoggiato la prima Kelly, e loro si sono comprate la prima Birkin in contemporanea con Jane. Ovviamente oltre alla borsa sfoggiano anche i foulard correlati, che sembrerebbero ridicoli addosso a tutte le altre, tranne che a loro, e, anche in tarda età, si muovono con la grazia di Elisabetta II in visita ufficiale. Le Hermesiane sono fortunate perché le borse Hermès manco le taroccano. Gli altri stilisti si limitano a copiarle, paro paro. E le Hermesiane, da vere signore, quando vedono una di noi povere mortali arrivare con la sua borsettina scopiazzata dalla loro sono sempre così gentili da sorridere comprensive, fingendo di non essersene accorte. Un po’ come le dee.

3 Comments

  1. che gli uomini non ricordino una mazza è una fake news. Io ricordo tutto 😀
    Ottima interpretazione di chi possiede una borsa.
    Volendo trovare un paragone una volta era l’auto a distinguere il monaco, pardon l’uomo. Adesso a parte Ferrari, Lamborghini e poche altre, le stesse auto le guidano anche le donne. Che tempi pessimi corrono per gli uomini

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