Accadde oggi: Notte fra il 18 e il 19 luglio 64 d. c. Roma brucia! Il grande incendio di Nerone devasta la città eterna.
La Roma di Nerone: una città a rischio
Augusto si era vantato di aver trovato Roma in mattoni e averla lasciata di marmo. In realtà, come per tutte le affermazioni di propaganda politica, aveva leggermente esagerato.
Roma infatti continuava ad essere, un po’ come oggi, una città caotica, nata senza un vero piano regolatore. Le case erano accatastate le une sulle altre. Le alzate e i muri principali erano in mattoni, ma rimanevano moltissimi elementi in legno, e all’interno degli appartamenti e delle botteghe vi erano focolari e fuochi liberi, da cui potevano sfuggire scintille fatali.
Il Circo Massimo e la scintilla fatale per l’incendio di Roma
Nel luglio del 64 d.C. Successe qualcosa di simile. Il focolaio dell’incendio fu nei pressi del Circo Massimo. Il Circo Massimo era molto diverso allora da come siamo a bitumati a vederlo nelle ricostruzioni. Solo all’epoca di Traiano, quindi dopo Nerone, il Circo fu costruito con le gradinate in marmo. All’epoca di Nerone invece gli spalti erano ancora in legno e presso le entrate vi era un vero e proprio suk di botteghe e piccole attività artigianali, taverne e thermopolia, cioè gli antenati dei nostri bar. Il luogo perfetto insomma dove poteva nascere un incidente.
E infatti nacque. Le fiamme divorarono il Circo e grazie al vento si diffusero prestissimo sul vicino Palatino e al colle Oppio.
Nerone, l’incendio e i Cristiani: una storia di fake news
Fu un disastro di dimensioni epocali. I soccorsi in realtà furono approntati, ma qualcuno remava contro. Però si diffusero anche leggende metropolitane e vere e proprie fake news. Tacito racconta che alcuni uomini muovendosi fra le fiamme cercavano di tenere lontano i soccorritori. Probabilmente si trattava di sciacalli che volevano derubare le case. Ma la leggenda popolare li trasformò in inviati di Nerone, l’imperatore, che avrebbe scatenato l’incendio per poter poi acquisire sotto costo i terreni per la sua nuova reggia, la lussuosissima Domus Aurea. Che in effetti costruì poco dopo, anche perché parte delle sue stesse residenze era andata in fumo.
Nerone cercò di rimediare al calo di popolarità, dando la colpa dell’accaduto ai Cristiani, la nuova setta che stava facendo proseliti. In realtà voleva sentire le ricostruzioni malevole che dicevano che lui avrebbe guardato l’incendio dai suoi palazzi suonando la lira come un nuovo Omero di fronte all’incendio di Troia.
Il grande incendio di Roma devastò la città per tre giorni. Alla fine la città era ridotta ad un tizzone fumante e gli sfollati erano migliaia.
Traiano e la ricostruzione di Roma
Nerone non riuscì a portare a termine il suo grande progetto di riorganizzazione urbana. A rimettere mano all’area del Circo Massimo fu Traiano alcuni anni dopo. Che distrusse anche la Domus Aurea di Nerone, costruendoci sopra le sue terme. Terme pubbliche, aperte a tutti, per dimostrare che al contrario di Nerone, gli edifici di Traiano erano pensati per il bene di tutti, non solo quello di un tiranno.
E c’è anche il video!