Simmaco, il papa che si scontrò con Teodorico e Bisanzio

Accadde oggi: 19 luglio 514, muore Simmaco, il papa che si trovò in mezzo ad una faida fra Teodorico e i Bizantini (e c’entra anche il vescovo di Altino).

Simmaco il papa sardo che si scontrò con Bisanzio e Teodorico

Simmaco era di origine sarda, e ci volle tutta la determinazione di un sardo per non perdere la brocca durante le varie vicissitudini del suo pontificato.
Successe a papa Anastasio II, che a Roma non era molto ben voluto. Infatti questo papato era considerato troppo conciliante con gli eretici monofisiti, cioè quella corrente molto diffusa in Oriente che riconosceva a Cristo solo la natura divina e non umana. Anastasio aveva condannato i monofisiti, che avevano però buoni appoggi alla corte di Bisanzio. Infatti a Costantinopoli era divenuto da poco imperatore un altro, Anastasio, marito dell’imperatrice Ariadne, che era un monofisita convinto.
Quando Papa Anastasio muore nel 498, a Roma vien eletto In Laterano Simmaco da una assemblea che riunisce gran parte clero della città. Ma il partito filobizantino vorrebbe un papa che riconoscesse come lecite le idee monifisite, e quindi non appoggia l’elezione. Quindi i filobizantini, comandati dal senatore Festo, si chiudono a Santa Maria Maggiore ed eleggono un loro papa, Lorenzo.

Mosaici bizantini a Roma
Mosaici bizantini a Roma

Simmaco e Lorenzo, due Papi per Roma

A Roma quindi si ritrovano con due Papi in contemporanea, il che sarebbe anche gestibile se i due andassero d’accordo come Papa Francesco e Ratzinger, ma non è così. Lorenzo e Simmaco non si possono vedere, e sono asserragliati entrambi nelle loro basiliche, mentre i loro fautori si menano allegramente per le vie della città. Lorenzo ha dalla sua il potente senatore Festo. Simmaco può contare su Anicio Probo, altro pezzo grosso a Roma e anche a Costantinopoli, perché è della famiglia degli Anici, in confronto ai quali i Kennedy, per dire, sono dei verdurai.

Interviene Teodorico

Siccome dalla baruffa non si viene fuori, le due fazioni decidono di appellarsi a Teodorico re dei Goti, che da Ravenna governa l’Italia. Che si trova a dover mettere ordine in una faida fra cattolici e (quasi) monofisiti essendo lui Goto e ariano. A riprova che in Italia, fin da allora, le soluzioni cervellotiche sono sempre quelle più apprezzate.
Teodorico, povero cocco, di teologia si interessa poco ma di ordine pubblico molto. Ci manca solo che nel suo regno scoppino casini religiosi. Convoca i due contendenti a Ravenna e dà ragione a Simmaco che è stato eletto dalla maggioranza del clero. Forse più che convinto dalla elezione democratica, Teodorico viene convinto da Simmaco con una mazzetta, ma non indaghiamo. Lorenzo e Festo abbozzano e si ritirano. Almeno per ora.

Simmaco pesta i piedi al clero e a Teodorico

Invece di starsene buoni, però, Simmaco decide di imporre la sua volontà anche sul clero che lo aveva eletto. Stabilisce quindi che il papa in carica, cioè lui, ha il diritto di scegliersi il successore. Il clero lo vive come uno scippo.p, e fa capire che se ne fregherà alla morte di Simmaco di queste disposizioni. Intanto Lorenzo e Fausto non stanno con le mani in mano. Nel 501 Simmaco celebra la Pasqua in una data prevista dall’uso bizantino e Fausto e Lorenzo lo citano come eretico. Teodorico, che nel frattempo comincia ad averne piene le tasche pure di Simmaco, lo convoca a Ravenna per metterlo sotto processo. Simmaco gli fa marameo dicendo che il papa non può essere giudicato da un re dei Goti pure ariano. Lorenzo strepita. Teodorico a questo punto si infuria e decide di esautorare entrambi i contendenti, nominando gestore del papato il vescovo di Altino, Pietro. Che molla Torcello dove vive e si trasferisce a Roma per mettere mano con il classico pragmatismo del Nordest al pasticcio.

Pietro di Altino, Simmaco e Lorenzo l’un contro l’altro armati

Non ci riesce, povero Pietro. A Roma ormai siamo a livello barricate per le strade. Pietro di Altino si rompe e confisca ed esautora Simmaco, ma Lorenzo ha pochi sostenitori. Teodorico sta decisamente molto incazzato, ma Simmaco ha dalla sua più di settanta vescovi che lo riconfermano. Lorenzo torna a Roma e si prende il palazzo del Laterano, mentre Simmaco ė barricato a San Pietro. Entrambi si considerano Papi legittimi e per quattro anni si guardano in cagnesco. Peró Simmaco ha dalla sua la diplomazia. I vescovi gallici si schierano con lui, e suo plenipotenziario è Dioscoro di Alessandria, uno scaltrissimo mediatore scappato dai monofisiti d’Egitto. Dioscoro, dalle e dalle, riesce a convincere Lorenzo a farsi finalmente da parte e con un lento lavorio diplomatico porta pure Teodorico dalla parte di Simmaco.

Simmaco papà finalmente da solo

Insomma, Simmaco la spunta. Comincia anche una bella baruffa con Anastasio Dicoro, l’imperatore monofisita di Costantinopoli, che considera eretico. La baruffa finirà solo sotto il regno di Giustino, successore di Giustino e zio di Giustiniano. A sanare la questione sarà anni dopo di nuovo Dioscoro (volete sapere come? Vi consiglio di leggere il mio romanzo Teodora, la figlia del Circo, dove viene narrata la vicenda!)

Teodora la figlia del Circo
Teodora la figlia del Circo

Teodorico e ben contento che i rapporti fra Bisanzio e i cattolici romani siano incrinati, perché così lui governa senza troppe ingerenze. Simmaco muore il 19 luglio del 512. Viene sepolto a San Pietro, dove si era barricato per tanti anni nell’attesa di vincere i suoi nemici. Ma fra restauri e rifacimenti oggi la sua tomba non c’è più.
Il suo successore Ormisda, riuscirà a riappacificarsi con Giustino e allora per Teodorico cominceranno nuovi guai.