Commodo, il figlio pazzo di Marco Aurelio

Accadde oggi: nasceva Commodo, il figlio pazzo di Marco Aurelio, che fu il suo amato e odiato successore

Commodo, il figlio di Marco Aurelio

Commodo era il figlio di Marco Aurelio. E già in questo, povero ragazzo, c’era tutto il suo dramma. Perché essere figlio di Marco Aurelio, imperatore colto e stoico, è come essere figlio dell’ex primo della classe a scuola. Per tutta la vita il povero Commodo si ritrovò circondato da gente che gli ricordava quanto bravo e amato fosse stato il padre, e quanto lui difficilmente avrebbe potuto eguagliarlo. Una iattura.

La famiglia di Commodo e Marco Aurelio

A parte il padre Marco Aurelio, poi, la famiglia era pure scombinata di suo. La madre di Commodo era Faustina, figlia dell’imperatore Antonino Pio. In realtà Faustina avrebbe dovuto sposare il fratello di Marco Aurelio, Lucio Vero. Che era assai più simpatico e scapricciato. Invece le affibbiarono Marco Aurelio, bravo ragazzo, stoicamente determinato a compiere il suo dovere, ma noioso come la morte.

Faustina, la madre di Commodo, una imperatrice chiacchierata

Busto di Faustina imperatrice, moglie di Marco Aurelio e madre di CommodoFaustina imperatrice madre di Commodo

La povera Faustina se lo tenne per tutta la vita, anche se non è chiaro se la coppia funzionasse bene. Le malelingue dicono che Faustina tradisse Marco con tutti i gladiatori che capitavano a tiro. Da uno di queste relazioni si dice che fosse nato Commodo. Di certo, dei tredici figli nati dalla coppia, Commodo fu l’unico maschio a sopravvivere. Chissà, forse i geni del padre gladiatore aiutarono.

Marco Aurelio, lo stoico che non seppe dire di no al figlio

Il padre Marco Aurelio era filosofo e stoico, abbiamo detto, ma questo non lo salvò dall’essere prima di tutto nepotista. A differenza degli imperatori precedenti (Adriano e Traiano, ma anche Antonino Pio) era pure l’unico ad aver avuto figli suoi. Decise di lasiciare il regno a Commodo, anche se fin da piccino il ragazzo non prometteva bene.
Commodo era sempre stato molto scapestrato e parecchio fuori controllo. Sembra uno di quei figli di rock star che fin dall’adolescenza mostrano tratti distruttivi. Forse, più semplicemente, non avrebbe voluto la carica di imperatore. Il peso del governo, specie per come lo intendeva Marco Aurelio, non faceva per lui. Il padre si considerava un servitore dello Stato. Essere imperatore era una disgrazia che andava subita con stoica rassegnazione, senza divertirsi mai.

Commodo il principe che voleva fare il gladiatore

Busto di CommodoBusto di Commodo

Commodo era un ragazzo, nato nel lusso e nella capitale del più grande impero del mondo. Spiegaglielo tu che non deve divertirsi, e non può fare quello che vuole. Aveva la tempra della madre Faustina, Commodo. E forse anche aveva imparato la lezione del lontano “prozio” Adriano: l’imperatore sono io e faccio quello che voglio. E lui piacciono la bella vita, gli scontri al Circo, le corse dei carri, la lotta. Se non avesse avuto come padre Marco Aurelio forse avrebbe potuto vivere come un simpatico ed inutile patrizio romano, circondato da suoi simili e pronto a fare bisboccia.
Invece no, il padre è Marco Aurelio e i doveri per lui sono una religione. Commodo ne rimane schiacciato. Marco Aurelio è uno di quei padri ciechi e per certi versi ottusi, che non vogliono arrendersi al fatto che i figli sono diversi da loro. Si porta Commodo al fianco durante le campagna militari, dice a tutti che una volta investito delle responsabilità di governo il ragazzo cambierà, si farà uomo.
Commodo non cambia. Abbozza, perché deve. Incapace di ribellarsi a quello che il padre ha deciso per lui diventa autodistruttivo contro se stesso. Beve troppo, si lancia in giochi pericolosi con gli amici gladiatori. È bello, giovane, biondo, ricco e a suo modo coraggioso. Ma è roso dentro da una insoddisfazione che non sa mai come quietare se non mettendosi a rischio, sfidando il limite estremo. Ha tutto tranne quello che forse vuole davvero: un po’ di pace, un po’ di oblio.

La salita al trono di Commodo

È instabile, Commodo, ma non è scemo. Quando il padre muore, subito si conquista l’esercito e il popolo, con grandi regalie e frumentazioni. A Roma i suoi giochi del Circo sono i più belli mai visti, e lui gareggia pure come gladiatore. Il Senato mugugna, perché Commodo fa di testa sua. Al contrario del padre e dei predecessori non conserva nemmeno il rispetto formale per quella istituzione ormai superata.
Eppure ha anche dei lati buoni, come ad esempio una certa tolleranza religiosa. Si dice figlio degli dei e si atteggia ad Ercole redivivo, ma in sostanza non gliene frega nulla di chi i suoi sudditi venerino. Lui stesso ha una concubina cristiana, Marcia. Che poi sarà anche quella che contribuirà a farlo fuori.

Congiure contro Commodo: Marcia la concubina cristiana e la morte

Provano in tanti a toglierlo di mezzo, quasi tutti parenti suoi. Una sorella, diversi amici. Alla fine viene ucciso da una congiura abborracciata, nata per caso e senza progetto. Marcia ed altri due cortigiani temono di essere finiti sulla lista nera di Commodo, e che stia per ucciderli. Così agiscono in fretta. Tentano di avvelenarlo, ma lui, ubriaco, vomita tutto e si salva. Così devono chiamare il suo allenatore, un ex gladiatore, che lo strozza nel sonno, mentre loro pavidi attendono fuori dalla porta.

Commodo, la damnatio memoriae

Commodo gladiatore ErcoleCommodo come Ercole gladiatore, Musei Capitolini

Ne cancelleranno la memoria, colpita da damnatio. Eppure quel giovane biondo, bello, che si faceva ritrarre come Ercole redivivo, resta nella memoria, e ancor oggi un suo ritratto è uno dei pezzi migliori dei Musei Capitolini. Ci leggi negli occhi così simili a quelli della madre un velo di tristezza, più che di follia. La tristezza di chi non voleva il potere, cercava solo di essere felice.

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