Accadde oggi: 16 ottobre 589 avviene la rotta della Cucca, la rottura degli argini dell’Adige che sconvolse l’idrografia del Nordest nell’alto Medioevo
Anche nel Medioevo i cambiamenti climatici facevano danni
Noi moderni diamo spesso per scontato che i grandi cambiamenti climatici siano una caratteristica della nostra era. Ma anche in passato gli uomini hanno dovuto spesso fare i conti con i cambiamenti della natura, che hanno trasformato in modo più o meno violento l’ambiente in cui vivevano da secoli.
Uno di questi episodi fu la Rotta della Cucca, nel 589 dopo Cristo. Secondo le fonti medievali, a seguito di un periodo di forti piogge e terribili inondazioni, i principali fiumi della gronda lagunare di Venezia e del Nordest esondarono e cambiarono il loro corso. Il territorio fu così trasformato che interi insediamenti furono abbandonati e solo allora la laguna di Venezia assunse quell’aspetto che in gran parte ancor oggi conosciamo.
Ma cosa successe?
Paolo Diacono racconta la rotta della Cucca

In quel tempo vi fu un diluvio di acqua, come non sembra che ce ne fossero più stati dai tempi di Noè. Furono ridotti in rovina le campagne, i villaggi, e ci fu una enorme strage sia di uomini che di animali.furono distrutti i sentieri, spazzate via le strade.
Paolo Diacono, Storia dei Longobardi, III.
La rotta della Cucca e il disastro ambientale nel Nordest dell’alto medioevo
Lo scenario descritto da Paolo Diacono, nel Libro III della storia dei Longobardi è quello di un disastro ambientale. In realtà non si trattava di un evento improvviso. Al di là delle piogge, dovute ad un peggioramento generale del clima fra il VI è l’VIII secolo, il problema era la scarsa manutenzione degli alvei fluviali.
Quando era caduto l’impero nessuno aveva più tenuto sotto controllo gli argini è regolato la portata dei fiumi. I pochi interventi erano locali e spesso raffazzonati.
La rotta della Cucca fu la rottura degli argini dell’Adige nella attuale Veronella, che oggi ospita oggi un alveo abbandonato.
La rotta della Cucca ridefinisce l’intera idrografia della Laguna di Venezia

A ricaduta, l’intera pianura fino a Venezia risultò allagata. Il Piave, che passava vicino all’insediamento di Eraclea, fondazione bizantina, cambiò foce, e si spostó vicino al porto di Cavallino. Il Sile finì per sfociare vicino a Portegrandi, dove ancora oggi c’è Treporti. I fiumi Dese e Zero confluirono vicino a Torcello. Anche Brenta e il Bacchiglione mutarono i loro antichi corsi, cambiando la conformazione della Laguna di Venezia. Questo determinò il declino di molti abitati, che si ritrovarono non più attraversati da fiumi o vicino a porti non più agibili. Gli antichi approdi di Metamauco, Albiola, il porto di Sant’Erasmo, talune isole della Laguna fino ad allora abitate furono colpite duramente e non si ripresero più. Altri centri, come Olivolo, furono invece favoriti, e si formò Il nucleo di quell’insediamento che ancor oggi è il centro storico di Venezia. Che nei secoli modificherà a proprio vantaggio foci dei fiumi e canali, sia per motivi commerciali ma anche per garantire stabilità e sicurezza agli insediamenti.
Perché natura e uomo da sempre si influenzano a vicenda e imparano a convivere.
E se volete c’è anche il video mio su Youtube! Eccolo:
la storia non insegna nulla e gli uomini continuano a ignorarla e a patire le conseguenze.
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