Il compleanno di Galatea (ovvero le Galatee sono donne toste)

Di questi tempi, arrivare al mezzo secolo è comunque un notevole risultato. Quindi oggi, in occasione del mio #compleanno parliamo di Galatea.


Le Galatee del mito sono due. Una è una Nereide, cioè una ninfa marina, il che va benissimo,per la sottoscritta che se potesse vivrebbe su uno scoglietto a prendere il sole. Viene citata già da Omero, e quindi partiamo da livelli altissimi: un nome, una garanzia.

Galatea aveva anche una passione per i bei ragazzi. Il suo favorito era il pastore Aci, un bel figliolo siciliano moro e prestante. Perché le Galatée, quando si tratta di uomini, hanno gusti ottimi, evidentemente.
Purtroppo, siccome si sa che nel mito la sfig… volevo dire la sfortuna è sempre dietro l’angolo, della bella Galatea si innamora pure Polifemo, il ciclope. Il quale da brutto figlio di papà tracotante e maleducato, quando li becca al chiaro di luna sulla spiaggia invece di farsi gli affaracci suoi come un bravo gentiluomo pensa di risolvere la questione ammazzando il povero Aci.

Galatea trasforma il sangue dell’amato in un fiume, l’Akis, perché le donne pratiche sanno trasformare anche le peggiori disgrazie in occasioni per la comunità.

Poi con Polifemo deve aver trovato un qualche accomodamento, perché le fonti siracusane dicono che da lui ebbe due figli, Veneto e Illiro, progenitori dei rispettivi popoli, rimanendo,però, in quanto dea, sempre assai piacente. Quindi la bella Galatea alla fine fa un po’ come Madonna Ciccone: scapricciata in gioventù, e poi brava signora borghese. Una Milf della mitologia, in pratica.

La seconda Galatea invece era una statua. L’aveva scolpita uno scultore, Pigmalione, una specie di Michelangelo della mitologia. Solo che invece di prendersela con il marmo e dire “Perché non parli!”, Pigmalione si era proprio innamorato della sua bella creazione e se la portava persino a letto. L’inventore della sex doll, in pratica.

Alla fine la dea Venere ascoltò le sue preghiere e trasformò la statua in una donna vera, Galatea, appunto. Che Pigmalione si sposò tutto felice, confermando la tendenza dei raffinati intellettuali a perdere poi la testa per fanciulle belle e statuarie, come tutti gli altri uomini, insomma.
In psicologia esiste anche un cosiddetto “effetto Galatea”, che dice che essere convinti del proprio successo aiuta poi a realizzarlo davvero, come una profezia autoavverante.

In musica invece c’è la bellissima Aci e Galatea di Haendel, che merita.
Nella storia dell’arte Galatea ha ispirato persino Raffaello, e scusate se è poco.

Poi ci sono io, che oggi compio gli anni. In buona compagnia, perché il cinque aprile li compivano,anche Thomas Hobbes, Herbert von Karajan, Bette Davies e Spencer Tracy. Tutti grandi, dotati di caratterini notevoli. Un’altra caratteristica che non so se dipenda dal giorno, o dal nome, o chissà da che, ma insomma, tenetela presente. Che noi Galatee siamo così: determinate.

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