Caracalla, l’imperatore attaccabrighe

Di lui non possiamo dire che fosse bello, e simpatico un’ostrega, come si dice in Veneto. Caracalla viene immortalato così, in questo ritratto che trovate ai Musei Capitolini. Uno sguardo da matto. Sospettoso è un po’ ingrugnato. La classica faccia dell’attaccabrighe che pare chiedersi:”E tu che vuoi? Cerchi rogne?”

Del resto era nato il 4aprile, e si sa che gli arieti sono così: attaccabrighe.

Lui era il figlio di Settimio Severo, grande generale dell’impero e uomo furbo e anche infido quando poteva essere utile, e di Giulia Domna, che è stata una delle donne più potenti di Roma di ogni tempo. Spregiudicata in politica, testarda, nemmeno lei troppo simpatica, con il marito faceva una di quelle coppie che sono fatte per capirsi, ma in cui a fatica individueresti chi è il più ambizioso.

Caracalla dunque imparò fin da bambino che l’egoismo è una buona base per gestire il potere. Fece tesoro della lezione. Eliminò senza un rimorso apparente il fratello Geta, che avrebbe potuto fargli ombra. Quando gli dissero che era morto, lo fece onorare come un Dio, commentando pragmaticamente: sia pure un divo, basta che non sia più vivo.

Come il padre amava i soldati e se li arruffianò sempre, offrendo loro soldi in gran quantità. Odiò invece i Senatori, ricambiatissimo. Il motivo per cui lo si è sempre dipinto come un tiranno, forse, è anche questo. A Roma se vuoi passare alla storia come un bravo imperatore non devi mai mai mai stare antipatico al Senato.

Lui invece se ne fregava. Apprezzava i militari, che almeno obbediscono senza tante manfine. Per pagarli e fare cassa ampliò la cittadinanza dell’impero a tutti. Era avanti, Caracalla, anche rispetto a certe chiusure odierne. Se eri nato dentro i confini di Roma, per lui eri romano. E in fondo non avrebbe potuto pensarla diversamente, lui che era un meticcio nordafricano e mezzo siriaco, venuto su in una famiglia multietnica per antonomasia.

Morì durante una campagna in patria, ucciso da un ufficiale per motivi non chiari. Forse perché non lo aveva nominato centurione, o forse perché gli aveva ammazzato il fratello in una delle consuete purghe di corte. Oppure chissà, magari avrà guardato il giovane ufficiale con questa aria da “Cerchi rogne?” E quello si è risentito.
Vallo a sapere, va’.