San Valentino: Il Santo ignorato tra amore e politica

San Valentino: Basta il nome per evocare cuoricini, cioccolatini, fiori, cene e scambi di doni fra innamorati. Eppure pochi sanno che San Valentino, in realtà, è un martire cristiano la cui storia ha numerosi lati oscuri e che più che agli innamorati è legato a complesse trame politiche che si snodano nei secoli di passaggio fra il paganesimo e il cristianesimo.

Chi era San Valentino?

Ma chi era San Valentino? Cominciamo con dire che di preciso, ancora oggi, non lo sappiamo. Esistono infatti nel corpus delle fonti collegate a questo personaggio versioni contradditorie. 

San Valentino infatti in alcune versioni è un martire cristiano morto a Roma, in altre un vescovo di Terni. Nemmeno chiaro è dove sia stato sepolto il suo corpo. Esisteva infatti una parte della tradizione che lo voleva sepolto a Roma, in una basilica fatta edificare da papa Giulio I (337-352 d.C.).

Le fonti che ci parlano di San Valentino

Ma andiamo con ordine. Il Martirologium Hieronyanum, documento ufficiale della Chiesa attribuito addirittura un tempo a san Gerolamo, risalente al V-VI secolo d.C., e che riprende fonti del V secolo, riporta in breve solo il giorno della morte, ovvero il 14 febbraio, e la colloca nella città di Terni.  Altri particolari ci vengono invece dalla Passio Sancti Valentini Episcopi e martiri. 

Valentino sarebbe stato, secondo questa fonte, il vescovo di Terni chiamato a Roma da un filosofo greco allora molto noto, tale Cratone. Cratone aveva un figlio affetto da un grave disturbo neurologico che gli impediva di camminare e di parlare. Su invito di alcuni amici, si sarebbe rivolto a Valentino, che aveva già curato con le sue preghiere dei casi simili.

San Valentino, dunque, si sarebbe recato nella casa di Cratone e avrebbe convinto il filosofo a convertirsi al cristianesimo. Poi avrebbe passato la notte in preghiera vicino al figlioletto malato, e alla mattina, per miracolo, il bimbo sarebbe guarito e ritornato normale.

A seguito di questo miracolo, Cratone, la moglie i figli e di discepoli della sua scuola, che raccoglieva la crema dell’alta società romana del tempo, si sarebbero convertiti in massa al cristianesimo.

San Valentino e la conversione di Abbondio

Fra i discepoli convertiti però ci sarebbe stato anche un ragazzo, Abbondio, figlio dei prefetto dell’Urbe, che nel testo viene indicato come Furioso Placido e che invece sarebbe da indentificare con Marco Mecio Memmio Furio Baburio Ceciliano Placido, praefectus Urbi dal 346 al 347, augure e pontifex maior.

Furio Placido, chiamiamolo così per brevità perché nel tardo antico i senatori avevano tutti nomi scritti dalla Wertmuller, era quindi un politico di prima grandezza, e un pagano convinto. Per cui lì’dea che il figlio Abbondio diventasse cristiano non lo sconfifferava per nulla. Siamo negli anni del regno di Costanzo II, figlio di Costantino, e fra pagani e cristiani si sta consumando una lotta senza quartiere. La famiglia imperiale infatti favorisce in apparenza i cristiani, ma si hanno notizie di arresti arbitriari portati avanti con il beneplacito dell’imperatore e i pagani detengono moltissime cariche politiche e amministrative.

Gran parte dei senatori sono ancora pagani e non hanno nessuna intenzione di mollare il colpo. Soprattutto per alcuni personaggi pagani di alto rango, come era il nostro Furio Placido, un figlio convertito al cristianesimo è uno smacco personale.

San Valentino, quindi, più che nel mezzo di un miracolo, si ritrova in mezzo ad una feroce lotta politica. E infatti Furio Placido, sfruttando il suo ruolo, lo fa arrestare nottetempo e giustiziare, facendogli tagliare la testa. Tre altri studenti di Cratone ne recupereranno il corpo in un secondo momento, facendolo tumulare a Terni.

San Valentino il patrizio romano convertito?

Ma come mai un vescovo di Terni, anche se già circondato da fama di guaritore, viene chiamato da un filosofo romano che educa i figli delle famiglie senatorie? L’ipotesi è che San Valentino venga chiamato a Roma perché anche lui, in realtà, era un membro della aristocrazia senatoria convertitosi da poco al cristianesimo. L’ipotesi è infatti che Valentino fosse in realtà Giunio Valentino, figlio di Aurelio Valerio Tulliano Simmaco, ex procosole d’Asia, membro della potentissima famiglia pagana dei Simmaci, che aveva per altro legami proprio con il territorio di Terni. Giunio Valentino, a questo punto, sarebbe stato il primo della sua gens a divenire cristiano. E visto che oltre a questo aveva anche dimostrato la capacità di convertire altri, si capisce che Furio Placido lo considerasse un nemico assai pericoloso: un traditore infiltrato.

Valentino il patrizio pagano convertito

La storia di san Valentino, dunque, non ha nulla a che fare con i cuoricini e gli innamorati. Si tratta di una oscura vicenda in cui la politica e il potere si intrecciano. A costare la vita a Valentino non è stata certo la sua propensione a guarire poveri bimbi, ma il fatto di essere una sorta di esempio politico pericoloso per la gioventù pagana del tempo.

Questa connotazione politica spiegherebbe anche perché papa Giulio I, divenuto papa pochi anni dopo, si sia affrettato a costruire una basilica in suo onore sulla Flaminia, proprio nel luogo dove Valentino sarebbe stato decapitato in maniera per altro del tutto illegale.

Nella basilica è probabile che vi fosse il sarcofago originale del santo, e che i ricchi di Terni trasferiti a Roma, come testimoniano altre epigrafi trovate in loco, si facessero inumare per restare vicino al loro primo santo vescovo.

Qualche secolo più tardi, in età carolingia, è probabile che alcune reliquie del santo siano state poi effettivamente donate da papa Leone III a Terni stessa, dove sorse una cattedrale in suo onore che, a torto, rivendicava di essere il luogo del suo sepolcro originario.

Ma cosa c’entra San Valentino con gli innamorati? 

Ma se è stato ucciso per una oscura trama politica, perché Valentino è il patrono degli innamorati?

Be’, indovinate un po’? Sempre per una faccenda politica.

Nel 492 sale al soglio pontificio Papa Gelasio, che è africano di origine ma è stato per anni il segretario di fiducia di papa Felice III, della gens Anicia (che è originaria indovinate un po’? dell’Umbria), e decide di proibire la celebrazione di molte feste pagane che ancora riscuotevano un gran successo. Nel mirino finisce la festa dei Lupercali, che si celebrava proprio il 15 febbraio. I Lupercali erano una festa della fertilità: per le vie di Roma dei giovani nudi ricoperti di pelli di lupo correvano sfrenati, toccando con delle sferze le giovani donne. Sottrarsi ai loro abbracci non era consentito perché si riteneva che favorissero la capacità di concepire. La festa molto spesso si trasformava in una sarabanda sfrenata, e quindi figuriamoci se i cattolici la potevano tollerare. Così Gelasio decise di sostituirla con una più blanda e controllabile “festa degli innamorati”, in cui i giovani si scambiavano caste promesse di matrimonio e tubavano felici come piccioncini. E chi poteva essere il protettore ideale di questa festa zuccherosa? San Valentino, la cui vicenda terrena era divenuta nel frattempo parecchio fumosa e confusa.

San Valentino il santo che con gli innamorati non c’entra nulla

insomma, il povero Valentino, ragazzo bene della aristocrazia romana convertitosi al cristianesimo, divenne martire per una controversia politica, e patrono degli innamorati sempre per una esigenza politica. Non sappiamo se la sua fede lo abbia aiutato nell’aldilà a sopportare questo strano destino: essere uno dei santi più famosi e celebrati al mondo senza che nessuno si ricordi nemmeno il motivo per cui lo hanno martirizzato.

2 Comments

  1. Pochi giorni fa ho trovato anch’io informazioni simili a quelle presenti qui, ma ho anche letto che la festa pagana oggi si potrebbe associare al “Carnevale”. Altre fonti raccontano che tale vescovo avesse donato una somma di denaro ad una giovane per permetterle di sposarsi e per tale ragione fu reso protettore degli innamorati. Ma un’altra ancora parlava della celebrazione di un matrimonio tra due persone aventi credenze religiose differenti (all’epoca non permesso) che lo portò ad essere giustiziato.
    Insomma: c’è davvero molta confusione sulle origini di questa festività.

    "Mi piace"

I commenti sono chiusi.