Non capisco.
E quando non capisco, diffido.
Per cui sto lì e lo guardo.
Lui guarda me, con l’espressione più innocente che gli riesce di dipingersi in viso.
Alle sue spalle, la sua libreria. Che poi è una sintesi del suo mondo. Volumi impilati, ordinati. Tomi e tomi in copertine rigide, di gran classe. Così perfetti e lucidi, senza un’orecchia, senza una piegolina sul dorso, da domandarti se poi li abbia mai veramente letti.
Dalla finestra Venezia irrompe…
Categoria: Atena non abita più qui (I racconti accademici)
La salute ed il potere
L’ospedale è una fuga di corridoi che si inseguono, si intorcolano, girano a gomito e poi sbucano in scale, scalette, … Altro
La prima pietra
Almeno una volta al mese, è il nostro rito: Roberto su questo non transige. Il nostro pranzo del terzo giovedì … Altro
Il Piazzista della Cultura
Prima o poi la rimpatriata ti frega. Puoi evitarla accuratamente per anni, trincerarti dietro una muraglia cinese di scuse e … Altro
E non cambiano mai
Ci sono uomini che, quando li rivedi, ti domandi perché il tempo, per loro, non passi. Quando arriva, infatti, sembra … Altro