Gli italiani cercano la cultura?

libri

Strana, la ggente.

Più tengo un blog, più me ne rendo conto. Proprio ieri sera chiacchieravo con un mio amico per telefono:

Ho visto che oggi hai postato il solito pezzo di storia antica.” mi dice.

Sì – replico io – posto le Badilate di cultura la domenica, perché, mi hanno spiegato quelli che di internet se ne intendono, tanto vale mettere il sabato e la domenica gli articoli di cultura che sai non hanno un gran pubblico, tanto nel fine settimana pare che su internet non ci sia nessuno…”

A conferma che l’articolo di ieri su Marco Aurelio non mi pareva avesse riscosso una grande attenzione, stava il fatto che si era guadagnato sotto un solo commentino.

Stamattina apro il blog, do una occhiata alle statistiche (sono curiosa di sapere alla mattina quanta gente mi ha letto il giorno prima) e resto basita: Marco Aurelio si sarà beccato solo un commento, ma, nel giro di una giornata scarsa, ha calamitato ben 930 lettori. Così, di botto, senza colpo ferire. Roba che neanche avessi postato un video in esclusiva in cui Veltroni bestemmia e si infuria con i suoi ex compagni del Pd.

Se poi scorro le statistiche mensili, mi accorgo che, da quando ho aperto il blog, i pezzi più letti sono quasi tutti proprio le Badilate di cultura, che non solo piacciono nell’immediato, ma vengono anche rilette e ricercate a distanza di tempo: Eleonora d’Aquitania, per dire, sta diventando una specie di long seller. Interessante è anche notare il tipo di pubblico che questi post hanno: vario, tanto per cominciare. Piacciono a gente dal palato fino, colleghi, professori universitari, professionisti di buona cultura, ma anche a ragazzini piuttosto giovani, studenti universitari o delle superiori, che li leggono, conoscono così il personaggio e poi magari mi scrivono per avere qualche approfondimento, o per sapere dove possono trovare bibliografia più seria e altre informazioni.

Ora il mio è un blog se vogliamo di nicchia, e magari non fa testo. Ma quello che mi colpisce è come, studiando le reazioni ai miei post, emerga la fotografia di uno spaccato di Italia che apparentemente non dovrebbe esistere e che l’informazione ignora. C’è, evidentemente, uno zoccolo duro di popolazione – anche abbastanza numeroso, perché 930 persone in un giorno solo non sono bruscolini: immaginiamoci quanti potrebbero essere se il post venisse pubblicato su un blog con molto più pubblico, o magari citato in una trasmissione televisiva- che ha voglia di cultura. Una voglia matta. Non è, badiamo bene, il pubblico “intellettuale” strictu sensu, quello dei professoroni paludati: è gente normale, che fa lavori normali, come me, ed è mediamente colta. Ma cerca con attenzione spasmodica qualcosa di stimolante da leggere, nuove idee da conoscere, informazioni e input. E se non li trova nei grandi canali, li va a scovare, con pervicace determinazione, nell’informazione alternativa, nei blog. Sono quelli che affollano i festival della cultura, assaltano i musei nonostante i musei facciano di tutto per rendere difficile al pubblico l’entrata, si accalcano alle mostre d’arte e di archeologia (persino quando dette mostre, alle volte, sono veramente mal combinate e curate con i piedi) e, infine, continuano con fedeltà canina a seguire Superquark e tutte le varie reincarnazioni inventate dalla premiata ditta familiare Angela&figlio, snobbando le edizioni del Grande Fratello.

L’Italia è una nazione formata, purtroppo, da una vasta massa di popolazione ignorante. É uno strato interclassista e impermeabile: conosco medici ed avvocati stimati e straricchi che hanno come unico argomento di conversazione, quando si ritrovano fra loro, il nuovo modello di telefonino e le tette della velina in carica. Ma c’è anche una fascia di persone, anche questa trasversale e distribuita in diverse categorie e classi sociali, che chiede e cerca qualcosa di intelligente da fare. Non sono la maggioranza, ma cominciano ad essere un numero rispettabile. Forse sarebbe ora che qualcuno si accorgesse veramente di loro, e si rendesse finalmente conto che non tutti, in questo benedetto paese, pensano che Costantino sia solo un tronista della De Filippi.

Ah. PS: visto che hanno tutto questo successo, e me lo chiedono in parecchi, pensavo che potrei raccogliere le Badilate di cultura in un volumetto. Siccome io non me ne intendo, qualcuno dei miei lettori ha qualche idea su come si può contattare un editore per sapere se è interessato? Io non so proprio da che parte cominciare. 🙂

35 Comments

  1. il punto non è se siamo pochi o tanti (più pochi che tanti, posto il livello di alfabetizzazione che ci pone agli ultimi posti in Europa). Il punto è che siamo clandestini, senza “rappresentanza”.
    In bocca al lupo per la pubblicazione: io per esempio potrei essere un acquirente.

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  2. aggiungo che il tuo segreto mi sembra il fare una divulgazione non noiosa e non banale, affrontando gli argomenti con una visione “laterale” molto particolare. Si sente che sei la prima a voler comprendere umanamente i personaggi che tratteggi.

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  3. @->Paolo: Sono perfettamente d’accordo con te sul fatto che in Italia chi è colto è un clandestino. Dalle ultime statistiche, risulta che c’è più gente che frequenta teatri, cinema, festival della cultura e concerti piuttosto che gli stadi. Il dato è curioso, e nessuno lo ha sottolineato: il calcio viene seguito principalmente in tv, d’accordo. Ma io mi chiedo, se anche la cultura avesse la copertura mediatica che il calcio ha (cioè programmi interamente dedicati, telegiornali che non parlano altro che di calciatori, etc etc etc), quante milioni di persone leggerebbero libri? Se avendo praticamente una circolazione semiclandestina queste manifestazioni culturali hanno tanto successo, non sarebbe ora di investirci di più?
    Quanto ai personaggi che tratteggio: sì, è vero, per scrivere di un qualsiasi personaggio gli devo volere bene, in qualche modo.
    Se mai trovo un editore, ti regalo una copia autografata! 🙂

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  4. A volte capita, toppano anche i migliori. Guardi il solo commento. Il numero dei commenti non sempre fa testo. La maggioranza non commenta. Ho sempre sostenuto che le “badilate” sono deliziose. Nel mio piccolo, ma piccolo piccolo, ho la prova provata di quanto dici. I miei post più letti sono quelli che hanno parlato di poesia. Poesia: un argomento che pare passato di moda. 🙂

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  5. L’idea del libro è fantastica! Io me lo sto già facendo: i tuoi post “storici” sono stampati e impilati in una cartellina, così posso rileggermeli anche senza Internet. E appena sarà il momento, li passerò a mia figlia.

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  6. le tue badilate di cultura sono sempre bellissime e sono una boccata d’aria fresca anche se uno può non essere sempre d’accordo con il punto di vista che usi. a me ad esempio marco aurelio è sempre stato pure simpatico, però ho letto con gran piacere il tuo post 🙂

    un’altra caratteristica di questo popolo di cacciatori di culturale è che hanno quasi smesso di guardare la televisione, vedono magari superquark e derivati, qualche tg, ma sostanzialmente la tv la tengono spenta… per questo “non esistono”: non sono clienti dei grandi media.

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  7. io sono sicuramente una di quelle che ritorna sulle badilate di cultura. spesso e volentieri. ti dirò di più, a volte le stampo e le faccio leggere anche a mio papà (ha 70 anni e ovviamente non ha il pc)… quindi qui hai già due acquirenti 😉

    consigli per l’edizione non so… prova a mettere insieme qualche post e mandarli a qualche editore di nicchia… prova a chiedere a chinaski (http://chinaski77.splinder.com/), so che lui ha già fatto un libriccino del genere…

    abbraccio

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  8. Io ti inviterei a valutare con attenzione la faccenda della pubblicazione; per lo meno credo che dovresti riscriverli in modo parecchio diverso (ma allora sarebbero tutt’altra cosa).
    “Il medium è il messaggio” è un detto di cui si abusa, ma è vero. Alcuni esempi:
    – se comprassi un libro, per prima cosa vorrei conoscere le fonti, per distinguere le informazioni documentate dalle tue opinioni o intuizioni;
    – vorrei maggior approfondimento: il post sul blog lo leggo nelle pause del lavoro, se mi metto a leggere un libro sono più disposto a impiegare tempo e fatica;
    – inoltre c’è il problema del lettore: i tuoi post si basano sul “delicato” assunto che il lettore conosca una parte della storia, o per lo meno il contesto, e sia comunque interessato ad approfondire o conoscere la tua opinione. Se capita un lettore “inadatto”, cambia sito. Non so se questo ragionamento si può fare per il pubblico pagante;
    – infine il linguaggio, il blog invita ad un linguaggio pià colloquiale.

    Scommetto che non sei d’accordo su niente… 🙂

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  9. @->Spillo: No, figurati.
    1. A mettere le fonti ( ed eventuale bibliografia di riferimento) ci si mette un attimo. Nel blog evito perchè appesantirebbero troppo e poi non si possono mettere in modo agevole le note.
    2. Nel libro si potrebbe approfondire di più, non c’è dubbio. Certi personaggi meriterebbero pure.
    3. Ci sono esempi di libri fatti a “camei” sui grandi personaggi (Vedi ad esempio Montanelli). Se il pubblico “pagante” vuole approfondisce su altri libri, si compra una storia globale dell’antichità, magari scritta da qualcuno di serio…in fondo De Crescenzo ha scritto volumetti sulle biografie dei filosofi, senza pretendere di essere la storia della filosofia antica di Reale. 🙂
    4. Veramente non è che tutti i libri presuppongano un linguaggio non colloquiale. Ripeto, pensavo ad un libriccino di divulgazione, non un mattonazzo di testo scientifico sulla storia antica. 😉

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  10. Sono felice della tua decisione di tentare di pubblicare le “Badilate”, di cui sono anche io un affezionato lettore. Potresti anche valutare la pubblicazione online “on demand”, ad esempio http://www.lulu.com . Non ne ho esperienza diretta però.

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  11. Galatea, avevo pensato anch’io a Montanelli (che ho letto però da adolescente, alcuni lustri fa…), ma mi pare di ricordare che in quei libri (es. La storia di Roma) ci fosse comunque un filo conduttore, il lettore veniva “preso per mano” e accompagnato. Idem per De Crescenzo. Un lettore inesperto poteva comunque orientarsi.
    Magari sarebbe utile collegare i post sullo stesso tema.

    Comunque in bocca la lupo!

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  12. Personalmente commento quando ritengo di avere qualcosa di minimamente significativo da dire.
    Apprezzo molto le “badilate”, ma potrei mettere solo commenti tipo “bello” o simili, che trovo inutili: se non mi piacesse quello che scrivi non perderei tempo a leggerlo.
    Quanto al libro mi seembra una buona idea, e credo che per un piccolo editore i quasi mille lettori in un gorno siano un discreto biglietto da visita, uno che ti pubblica secondo me lo trovi.
    E non credo sia necessario rivedere i contenuti: un sacco di libri di successo (“La casta”,”Barnum”, diversi libri di Travaglio) sono sostanzialmente raccolte di articoli di giornale, non vedo perchè un blog dovrebbe essere diverso.
    Non ho idea di quale possa essere il pubblico potenziale: su internet il rapporto utenti/contenuti è molto più basso che sui media tradizionali, ma gli utenti si concentrano molto più facilmente sui loro interessi.Inoltre il grosso del contenuto resterebbe disponibile online.
    Comunque credo che l’ interesse per la storia antica sia ben diffuso anche tra chi ci capisce poco o niente, se no non mi spiegherei il proliferare di polpettoni su Ramses & c. .

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  13. Leggo ora l’ idea del self publshing: io la terrei come riserva: secondo me un’ editore vero lo puoi trovare, e dubito che un servizio simile possa portare ad una diffusione maggiore di quella del blog.
    E comunque in bocca al lupo,e ricorda che Moccia ha iniziato distriburndo fotocopie: commercialmente un successone, anche sa quel che scrive è illeggibile (ci ho provato una volta).

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  14. sì alla pubblicazione, no alla revisione: una pubblicazione come “raccolta di post”. ce ne sono tante che assomigliano a questo stile! Perché no? Quello che piace secondo me è proprio:
    -il fatto che siano brevi
    -il fatto che siano “dipinti” “disegni” tratteggi” dei personaggi: certamente firmati da te, certo, e proprio questo è il bello. Della serie: io Tizio lo disegno così e Caio colà. La cosa bella, come tu sottolinei è cheogni volta ci viene voglia di andare ad approfondire o ti accorgi di esserti perso un personaggio, chissà perché. Una pubblicazione “diversa” da questi post sarebbe appunto… “diversa. Certo che sapresti farla, ma sono questi post che ti dicono, visto che sono letti e riletti, di valer qualcosa e di piacere al pubblico
    – il fatto che sono scritti con linguaggio comprensibile a tutti e spesso presentano le questioni in modo… divertente.
    Non so darti consigli, gira un po’ per le case editrici che puoi trovare su internet e prova. Io te ne acquisto qualche copia e le regalo il prossimo Natale a un bel po’ di amici e parenti, ok?
    abbracci -non troppo stretti, ho un brutto raffreddore :-(((
    ci sentiamo CIAOOOOO

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  15. E dire che io trovo “”badilate di cultura” la sezione piu’ bella del blog!
    Io non ho studiato molto di storia antica, il minimo che ti insegnano ad un liceo senza latino, e trovo i tuoi post divulgativi ed interessanti. Offrono un punto di vista piu’ umano e meno impietrito del mondo antico. Li comprerei anche io in versione cartacea!
    Per quel che vale la mia opinione concordo con stelladimare, raccogli i post cosi’ come sono cercando di dare un ordine che crei un filo conduttore, modificarli rovinerebbe quello che li rende cosi’ belli.

    In bocca al lupo per la pubblicazione!

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  16. Anch’io, come Marcello delle 11.55 am, commento solo quando ho un qualcosa che mi sembri non banale da dire. A volte, lascio un messaggio minimo proprio per consentirti di conoscere che sono passato e ho apprezzato.
    Un bacio.

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  17. Tutti i miei tentavi fatti dagli editori, mi hanno ormai messo in cattiva luce, presentassi pure Dante redivivo, sarei cacciato sulla parola. 🙂 strana questa Italia.

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  18. A volte, secondo me, chi non commenta è perchè non ha nulla da ridire, i tuoi post delle badilate sono perfetti così e un commento banale stonerebbe:)
    In più con un libretto cartaceo non saremmo più “obbligati” a navigare in rete per leggerti in tempo reale e la cosa sarebbe molto utile, soprattutto quando si impalla il pc!

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  19. Credo anch’io che questo genere di post piacerebbe anche su carta.
    Se pensi a De Crescenzo per esempio, che già qualcuno ha citato, ci ha campato per anni sulla storia un po’ rivista e romanzata.
    Però io fossi in te punterei in alto. Non farti tirar dentro dalle casine editricine che ti chiedono soldi per pubblicarti 200 copie che poi ti restano sul gobbo a fare da fermaporta per i prossimi dieci anni perché nessuno te le distribuisce e nessuno ti fa uno straccio di promozione. E neanche a quelle cose via web. Se vuoi un libro vero, di carta, manda una proposta a un tot di case editrici.
    E poi o qualcuno si fida di te e ha il coraggio di pubblicare senza voler soldi o niente.

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  20. Dedurre della sociologia e analisi culturali da un blog letto da qualche centinaia di persone in sola lingua italiana e in un paesotto come l’italia è ridicola presunzione come l’idea che qualcuno possa esser interessato a metterti su carta..a meno di qualche buona copisteria.

    Ma magari mi sbaglio.

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  21. @->Chiara: Ma no, Chiara, non ti sbagli. E’ come pensare di dedurre quanto un blog venga apprezzato dai suoi lettori leggendo gli sporadici commenti di una tizia che non avendo altro modo per passarsi il tempo entra da anni nel blog medesimo e sputa veleno a caso qualsiasi cosa ci trovi scritto.
    Tu, del resto, è risaputo, non ti sbagli mai. 🙂

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  22. Aspetta aspetta, non è che che pubblichi un volumetto così, alla cazzo, con uno stampatore che non è un’editore, ma che appunto mette in foglio le tue produzioni e poi te le vende (a te, sta poi a te venderle ad altri).
    Galatea tu scrivi benissimo. E non ho mai capito perché ti lamentassi che i post culturali non fossero letti (io, ad esempio, me li tengo da parte per quando ho un po’ di tempo e me li posso gustare meglio) solo perché non avevano commenti. Che commenti vuoi dare a un Costantino, o a un Marco Aurelio descritti con la tua bravura?
    No, punta in grande. Senti Marsilio, che è a caccia di talenti e ha appena pubblicato un blogger (studio illegale il suo blog). Manda un’email o chiama in casa editrice: ti diranno subito se sono interessati o no.
    Poi vedrai se pubblicare solo i post culturali o anche gli altri: hai uno stile frizzante e stimolante, non sottovalutarlo (lo stile e, conseguentemente, chi lo crea:)
    ciao

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  23. Ce ne sono, di case editrici “medie” che potrebbero davvero pubblicarti E distribuirti decentemente. Ma puoi anche puntare abbastanza in alto.
    Secondo me il motivo principale del successo che hanno le tue badilate è che scrivi benissimo.

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  24. cara Galatea,
    sono daccordo quando scrivi che in Italia c’è un gran desiderio di cultura, una voglia che definirei trasversale alle età, ai ceti, alle ideologie.
    questa popolazione di “affamati” non trova nè troverà, purtroppo, una rappresentanza sui grandi media per la semplice ragione che non vi è convenienza nell’offerta di cultura.
    hai visto mai che anche le masse di analfabeti di ritorno comincino ad interessarsi a qualcosa di diverso dai telefonini, dal calcio e dalle tette?
    sai com’è, potrebbero anche cominciare a “pensare” e pensando pensando potrebbe anche capitare che si cominci a vedere la realtà per quella che è e a volerla cambiare.
    no, non c’è alcuna convenienza nell’offerta di cultura, non qui e non ora.
    tuttavia, visto che siamo in tanti a cercare il pensiero e la riflessione e a trovarlo sparso qui e là sulla rete e nelle librerie, nei musei e nelle mostre fotografiche, mi sembra molto interessante la tua idea di pubblicare un libro.
    io lo intitolerei proprio così: “badilate di cultura” e non cambierei l’impostazione nè il linguaggio: le tue piccole storie della Storia sono, a mio parere, perfette così come sono.
    perchè non provi a questi indirizzi?
    http://www.edizioninottetempo.it/
    http://www.chiarelettere.it/
    sono i primi che mi viene in mente, perchè pubblicano entrambi saggi, ma ce ne sono altri.
    armati di pazienza, credo sia l’unica arma adatta a conseguire il tuo obiettivo.
    se ci riesci io lo comprerò e lo regalerò.
    in bocca al lupo e grazie.

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  25. Marco Aurelio si sarà beccato solo un commento, ma, nel giro di una giornata scarsa, ha calamitato ben 930 lettori.

    La soluzione del dilemma è ovvia, l’importante è avere una buona mente critica e il gusto dell’autolesionismo.

    Come sai, ho da poco fatto outing sul mio lavoro nella CIA, quindi non mi vergogno nel dire che ti spio. Com’è giusto, proponi su OKnotizie, nella sezione Arte e Cultura. Una buona notizia resta in prima pagina per diverse ore (anche più di 12), e viene molto votata in quanto lavoro “da blog” e non un pezzo di un autore sconosciuto preso da chissà dove.
    Ora metti insieme i tasselli e ottieni 1) un blog molto noto con 2) una notizia in home page per ore che porta 3) ad un pezzo scritto bene.

    Per la cronaca Marco Aurelio è ancora lì adesso, in posizione 20 (su 25), con 115 OK da 45 ore. Una pubblicità che vale oro e che ridimensiona il valore del post. Non voglio dire che lo sopravvaluta, ma dovrebbe placare l’euforia sui progetti editoriali. In famiglia lavoriamo per la carta stampata da decenni e possiamo vantare un minimo di esperienza (ebbene sì, sono un doppiogiochista!)

    Sei una topa da biblioteca, quindi non mi scivolare sulla libreria. Almeno non con la cultura nel nostro Bel Paese.

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  26. La metterei così: siamo un paese nel quale non ascoltiamo le favole, ma a chi le sa raccontare.
    Sei bravissima a scrivere di storia in maniera accattivante: Ti leggono perchè è piacevole, non è pesante, non è astruso.
    In Italia vige la regola per la quale la cultura è sempre stata proposta da soloni insopportabili : quelli che facevan scappare tutti.
    Ora, io non credo che la gente sia cambiata granché: scappano lo stesso, sicchè battere tette,culi e telefonini è dura.
    Però riuscire a far leggere un post a 930 persone è una grande impresa : torneranno in breve a tette,culi e telefonini, ma Tu il Tuo dovere l’hai fatto.
    Inchino e baciamano.
    Ghino La Ganga

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  27. cara glalatea
    vorrei parlarti per la faccenda del libretto. lavoro per un editore. mi dai la tua e-mail?
    grazie
    paola

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  28. Arrivo buon ultimo in questo dibattito per portare la mia esperienza personale: la mia mamma ottantottenne non ha il PC ma legge di tutto e ha molti interessi. Regolarmente io le stampo tutti i post delle badilate, e ogni settimana mi chede “Mi hai portato Galatea?”
    Sembra deamicisiano, ma è la verità!

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  29. @->Ribaldo: O cielo, posso dare un bacione virtuale alla mamma? Grazie! Sarà deamiciasiano ma mi sono commossa. 🙂

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