Le finestre rotte della democrazia

Stavolta mi spiace, ma non riesco proprio a superarla. Essì che in questi anni abbiamo imparato a parar giù di tutto. Ma la corruzione, il clima da basso impero, le veline, i leccaculo, le notizie false spacciate per vere indignano, fanno incazzare, d’accordo; però in fondo sai che fanno parte del sistema, di qualsiasi sistema, persino se nel nostro hanno raggiunto livelli di guardia. Questo decreto che ammette, o costringerebbe ad ammettere, alle elezioni le liste che avevano raccolto firme irregolari e presentato documentazione incompleta e fuori tempo massimo, no: è una roba che straccia tutte le regole, stravolge ogni senso: come se uno ti invitasse a giocare una partita a Monopoli e poi, quando tu sei già lì con un albergo in Vicolo Corto e in mano il dado per il prossimo lancio, improvvisamente ti dicesse: “Ma sai, da questo giro valgono le regole del Risiko, e io ti ho appena invaso.”

Qui non è un discorso di Destra o Sinistra. Non c’entra, e non dovrebbe entrarci il fatto che uno sia un elettore del Pdl, del Pd, della Lega, di Di Pietro o della Lista “Vogliamo Mimmo Cacace vincitore a Sanremo a anche la luna subito, già che siamo qui.” C’entra il fatto che la democrazia, come sistema, ha bisogno di regole certe, funziona solo in questo modo. Possono essere stupide quanto si vuole, farraginose, burocratiche: ma sono quelle che sono state scelte all’inizio, da tutti, e vanno rispettate finché vale il gioco. Se per presentare una lista ho bisogno di tot firme certificate, di quegli specifici documenti, e di consegnare la lista nelle mani di un pubblico ufficiale entro e non oltre una data ora, non ci sono santi né madonne: per quanto deliranti ed insulse possano essere le regole, persino se pretendono che il certificatore si presenti saltellando su un piede solo e vestito esclusivamente di un tessuto a pois alle tre del mattino, quello si deve fare, tutti. Se entro il termine prestabilito non riesci ad ottemperare agli obblighi prescritti, sei un coglione che non sa organizzarsi, meriti di essere cacciato a calci nel sedere: non importa se ti mancano le firme, se hai bisogno all’ultimo minuto di cambiare i nomi i lista, se ti sei perso un foglio, un timbro, un certificato, o il bus è in ritardo, l’autista ha finito la benzina, l’amichetta ti ha sussurrato all’orecchio: “Se mi vuoi adesso o mai più” o la fame lancinante ti tribola lo stomaco e non riesci a rimanere in piedi. Ogni giorno centinaia di cittadini combattono con gli stessi problemi: devono alzarsi alle quattro del mattino per prendere posto davanti allo sportello, vengono respinti dal solerte burocrate perché alla loro pratica manca un visto sull’ultima riga dell’ultima nota a piè di pagina. Per loro nessuno fa decreti, e le regole sono alle volte molto più deliranti ed assurde di quelle che stabiliscono i parametri per l’ammissibilità alle Regionali.

Dal Centro Destra, salvo qualcuno che s’incazza, si sentono molto soddisfatti di essere riusciti a far riammettere le loro listine. E persino nel Centro Sinistra c’è chi plaude, e nei giorni scorsi aveva postato sul suo blog, dicendo che era una fisima appellarsi a questi impicci formali, perché tanto le firme di tutti erano sempre state irregolari. Benissimo, signori, sorridete. A me, da cittadina che non è altro, vengono i brividi, invece.

Se cade il principio che le cose, per essere valide, devono rispettare scadenze e formalità, casca tutto, e di botto. Non vedo proprio in base a cosa, domani, entrando in classe, potrò sanzionare uno dei miei alunni perché non ha consegnato il tema che gli ho assegnato per casa la settimana prima, o mettergli una nota sul registro se si dimentica sistematicamente i libri, non riporta la pagella, non riconsegna in tempo un avviso. Non so nemmeno perché lo dovrei mandare dal Preside se scopro che il suo libretto è pieno di firme “sospette” dei genitori. Non so perché mi dovrebbe essere comminata una multa se non pago in tempo il bollo o l’assicurazione della macchina; non capisco perché un notaio dovrebbe negarmi il rogito per una casa o la banca il mutuo, se mi presento a sottoscrivere priva dei documenti necessari, né perché mi debba affannare ad allegare alle mie domande di trasferimento a scuola certificati in regola, o alla dichiarazione dei redditi pezze giustificative di spese mediche o altro. Non capisco perché l’extracomunitario con un documento non in regola, perché scaduto, dovrebbe essere sanzionato o espulso, o il clandestino considerato tale perché non ha un permesso di soggiorno valido, o non lo ha rinnovato. Non sono tutti questi adempimenti meramente formali, frutto della burocrazia? E non sono proprio loro, i signori che han strepitato per le liste escluse, quelli che reclamano maggior controllo, mano dura, rispetto severissimo di quanto la norma prescrive e calcio in culo a chi viene trovato inadempiente, dicendo che solo così ci può essere vera meritocrazia e selezione alla base, perché chi non riesce ad adeguarsi alle regole fissate non ha il diritto di competere al pari degli altri, visto che è più stupido o cerca di fare il furbo ed è quindi giusto che venga eliminato dalla gara?

Se questo patto fondamentale salta, e lo si certifica pure con un decreto, non è più valido nulla. Essere di Destra, di Sinistra, di Centro, di Sopra o di Sotto non c’entra: niente ha più senso. Vuol dire semplicemente ammettere e certificare che le regole non esistono, esistono solo le eccezioni, manco vivessimo in un paese in cui la Costituzione la detta Jovanotti; che ognuno di noi è autorizzato a far quel cazzo che gli pare, quando gli pare, come gli pare e gli salta l‘uzzolo, appoggiandosi agli amici, alle conoscenze, confidando nella strizzatina d’occhio e nella furbizia di Pulcinella. Il che in apparenza è molto comodo per tutti, finché, naturalmente, non incroci qualcuno di più grosso che ti ammannisce una granuola di bastonate in testa e se la ride, perché nessuna legge lo può sanzionare, anche se venisse beccato.

In sociologia esiste una teoria che si chiama il principio della finestra rotta. Signori, voi avete sfondato ormai anche le porte, e ora ridete, contenti di esservi accampati nel soggiorno come dei pascià. Ma avete dimenticato che in quel quartiere dovrete viverci anche voi, per sempre. Ed è un posto che fa schifo e non dà un attimo di tregua, perché bisognerà che vi guardiate in ogni momento le spalle. Avete fatto un deserto, e stavolta manco avete avuto l’ipocrisia di chiamarlo pace.

Qui l’intervista al giudice Anna Argento, denunciata per abuso d’ufficio per non aver ammesso la lista PDL (Grazie a Frap1964 per la segnalazione del video).

48 Comments

  1. questo non posso non condividerlo…spero che chi leggerà attraverso i link che pubblicherò di qua e di là in giro possa comprendere il senso profondo e la foga delle parole che hai scritto, perchè io le condivido e a me sono arrivate “forti e chiare”..

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  2. @Alessia e Mitia: Grazie (anche per la diffusione). E’ che ho l’impressione che ormai anche dirlo, scriverlo, e diffonderlo non serva veramente più a niente. Hanno fatto un deserto e stavolta manco hanno avuto l’ipocrisia di chiamarlo pace.

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  3. Dici bene; l’amarezza, lo sconforto, il senso di impotenza, la rabbia sono i sentimenti che in tanti, ma troppo pochi, proviamo.
    Io ho una mia posizione diversa sull’oggetto specifico, ma il quadro è quello che hai descritto tu; non so quanto involontariamente hai portato allo stadio successivo qui quello che avevi denunciato nel post sulla mignottocrazia; questa cosa è il risultato di quella. Ma la cosa peggiore è che potremmo tra poco trovarci a dirlo della prossima rispetto a questa, perchè il bivio di fronte al quale si trova una coscienza risvegliata in questo modo brosco dal voluto torpore è tra due strade poco desiderabili entrambi; una porta al conformismo complice, l’altra alla reazione, che però rischia di assumere colore e peso di quegli anni in cui si pensava di educarne cento.

    p.s. la notte scorsa per puro caso ho visto “L’amico di famiglia” di Sorrentino. Profetico.

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  4. ciao e brava, sono pochi i giorni nei quali ti svegli e vedi buone notizie… tu dici che non c’entra niente essere di destra o sinistra o centro e ti sbagli, queste categorie nel nostro paese non esistono, la destra europea è sconosciuta da noi e la sinistra è autoreferenziale e passa le giornate ad inventare micro scissioni.
    mi sconvolge leggere certi post di berluschini, questa è gente senza morale, senza dignità, ma saranno i primi a cambiare cavallo
    ciao continua così

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  5. oramai siamo all’horror vacui… spero che i votanti del pdl puniscano i cialtroni che hanno provocato tutto questo ma sicuramente lo spirito di corpo prevarrà… l’intoccabilità del Presidente è valida fino a che non eccede il suo ruolo, e credo che con quello che ha fatto sia andato oltre… pensate che cambierà qualcosa, che ci sarà un rigurgito di “buone coscienze”?… tutti i gatti sono bigi ( e chiedo scusa al nobile felino per il paragone)… almeno stamattina c’è il sole… italiano di nascita, ma non di costumi

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  6. Sacrosante e ineccepibili parole, un po’ di sana indignazione non fa mai male in questo povero paese ridotto alla mercé da personaggi che stano massacrando le istituzioni per il loro squallido egoismo politico.

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  7. Che tristezza.
    è proprio come ne “Li soprani der monno vecchio”, o se preferisci “Il marchese del grillo”:

    “C’era una volta un Re cche ddar palazzo
    mannò ffora a li popoli st’editto:
    – Io so’ io, e vvoi nun zete un cazzo,
    sori vassalli bbuggiaroni, e zzitto.”

    PS: temo che Adinolfi sia vittima degli avvertimenti mafiosi cui accennava Phastidio

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  8. “Uh, quanti formalismi, quanti moralismi, quante peli nell’uovo…”. E così si “semplificò” il problema. E si diede una soluzione che sembrava una soluzione al problema – ma che serviva solo ad altro.

    Sono gli stessi meccanismi della pubblicità e della pornografia commerciale (Il porno-decreto salva-liste e il cortocircuito della rappresentanza della destra in crisi). Nulla di strano, insomma, non fosse per il fatto che quei meccanismi oggi governano questa post-democrazia – anzi, questa porn-democrazia.

    p.s.: tutto si può pure raccontare con un racconto intimista.

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  9. La “Teoria della finestra rotta” in Italia sta diventando la regola per giustificare l’agire dell’attuale governo: dalle leggi ad personam alla riabilitazione di Craxi, ai rapporti con la giustizia e con i giudici. Creare dei precedenti, o riesumarli dalla storia, allarga il perimetro d’azione, adattando la linea dell’etica e della legge alle esigenze della classe dirigente.

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  10. Il tuo bellissimo e struggente post suona come una dichiarazione di resa di fronte allo scempio che sono riusciti a produrre.
    Io credo che qualsiasi cosa si possa rompere, le finestre del titolo, le porte che hanno sfondato, tutto. A noi non resta che lasciarli fare anche perchè, diciamocelo pure, ormai hanno perso ogni senso di misura e di ritegno e sembrano senza freni. E tenerci aggrappati tra di noi, qui, per poter un giorno riparare le finestre rotte.

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  11. Che sia l’ennesima pagina nera della nostra storia è fuor di dubbio, ma credo che Napolitano abbia scelto il male minore. Ha rimediato a un grosso pasticcio provocato da incapaci con un altro pasticcio (forse); ma poteva fare altrimenti ? Si sarebbe arrivati a una prova di forza. E non è una metafora. La SX ha i numeri, la volontà e la capacità per sostenere una simile prova ? Non dimenticate con che gente abbiamo a che fare. Non dimenticate che in questo paese, non troppi anni fa, un generale dei CC col monocolo (?) si presentò al Quirinale per sfrattare l’inquilino (che ebbe, pare, un colpo apoplettico per questo); in questo paese, qualche anno dopo, un ex comandante della X MAS marciò di notte su Roma e riusci ad entrare al Viminale. Poi, sempre pare, ordini dall’alto bloccarono tutto.
    In questo paese, più recentemente, in una città, Genova, per tre giorni è stato sospeso lo stato di diritto, e per tre giorni Genova è diventata una città del sudamerica anni ’70.
    Abbiamo a che fare con gente che ha taroccato elezioni politiche, non vincendole per un soffio, grazie forse al fatto che al ministero degli interni c’era un vecchio democristiano che, chissà, magari ha avuto paura, oppure è un vecchio galantuomo.
    Abbiamo a che fare con un ministro della difesa che dice: “Saremo disposti a tutto, non arretreremo di fronte a nulla, non risponderò delle mie azioni, ecc.”
    Potete continuare da soli, questo è il quadro.
    Esagero ? Lo spero.
    La SX in Italia non ha avuto, finora, la forza di opporsi in maniera efficace alla deriva autoritaria, allo stravolgimento della democrazia a cui stiamo assistendo. Sarà una notte lunga.

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  12. GALATEA: comprendo perfettamente il tuo stato d’animo..al punto che il post in cui ho ti ho linkato si chiama “quasi quasi mi viene voglia di smettere di pensare”!!

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  13. @A.B.: Quindi, per paura che possa avvenire un colpo di stato, glielo lasciamo in pratica fare..sindrome da Vittorio Emanuele III, in pratica. Pure peggio, anzi: quello aspettoò almeno che marciassero effettivamente su Roma, prima di calarsi le braghe.
    @Alice: No, veramente non è un discorso di “destra” o “sinistra”, così come non è di “destra” o di “sinistra”, quando si gioca a Scala Quaranta, obbedire tutti alle regole del gioco.
    @jazztrain: La mia non è sana indignazione. L’indignazione non riesco nemmeno più a provarla. Sono allo sconforto e basta. Qualsiasi cosa si faccia, ormai, è totalmente inutile.
    @Francesco: La “teoria delle finestra rotta” in realtà dice proprio il contrario: che non bisogna far passare nemmeno un ritardo nel portare un allegato al Comune di Vattelappesca, e tantomeno quindi si possono fare leggi a personam.
    @Alberto: No, non raccontiamoci balle. Non absta tenerci qui stretti fra noi. Ormai “noi” siamo in mezzo ad un quartiere dove sono rotte le finestre, le porte, i muri. Non me ne frega un caspita sapere che un giorno la pagheranno anche loro, o che saranno costretti a chiedere il mio aiuto per riparare le finestre. Intanto la stiamo pagando noi, ogni giorno. E probabilmente moriremo tra gli spifferi

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  14. Allora Galatea smettiamo di vivere, smettiamo di fare qualunque cosa. Lo sconforto è naturale, ma non bisogna MAI arrendersi.

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  15. cara Galatea, chi a scala 40 non rispetta le regole si chiama baro e sta sempre dalla parte dei “baroni”. E guarda caso in tale categoria troviamo, sempre e non occasionalmente, quelli di destra. certi comportamenti rientrano nella sindrome della destra, dei fascisti, comunque li si voglia chiamare. CIAO

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  16. penso che non sarei riuscita a dirlo meglio, bellissimo post…sono schifata…e continuano a chiamarla democrazia…grazie del tuo sfogo, condivido e diffondo!

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  17. @Alice: No, onestamente ho conosciuto “baroni” stronzissimi anche a Sinistra, purtroppo. La differenza è che spesso l’elettorato di base a Sinistra è più sensibile sui temi della legalità, si incazza di più e pretende più coerenza dai propri rappresentanti. Ma a livello di dirigenza politica, molto spesso non vi sono enormi differenze, salvo che a destra sono spesso molto più spudorati nel fare le cose, perché quasi certi di un totale disinteresse da parte dei loro votanti.

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  18. Petizione al Presidente del Consiglio (si prega sottoscrivere)

    “Mi sono dimenticato di pagare la bolletta del gas. La prego di emanare un “decreto interpretativo” che mi esenti dal pagare la sopratassa”

    Cordiali accidenti.

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  19. @Francesco: La “teoria delle finestra rotta” in realtà dice proprio il contrario: che non bisogna far passare nemmeno un ritardo nel portare un allegato al Comune di Vattelappesca, e tantomeno quindi si possono fare leggi a personam.

    ——————–

    Forse mi sono espresso male ma era proprio quello che intendevo: l’attuale governo continua a degradare la nostra società (da un punto di vista teorico-etico e pratico-normativo) per annullare il senso critico della società civile.

    Prendiamo il caso della riabilitazione di Craxi: se riconsideriamo Craxi un grande statista, assolviamo di riflesso le colpe di Berlusconi.

    Altro esempio: se oggi facciamo un decreto per sanare l’errore sulle liste, domani potremo fare una riforma costituzionale per qualche altro motivo.

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  20. Sono d’accordo che il decreto è discutibilissimo, ma ho dei dubbi circa le premesse. Se le regole sono ingiuste, e spesso è quasi impossibile cambiarle per la politica, addirittura folle pensare di “farle cambiare” per i cittadini, un evento poco ortodosso non necessariamente è male, secondo me. Faccio esempi che sennò non sono buono a spiegarmi. Se il parlamento votasse il divieto di vendere alcolici, è meglio rimanere tutti astemi, il mercato nero o un atto d’arbitrio, o una discutibile scappatoia, di un governo/ministro/amministratore?
    Tu dirai “si tratta di altro tipo di regole”!Ebbene… se mezzo secolo fa la popolazione avesse mandato via il re a calci in culo appena finita la guerra, sarebbe stato necessariamente “male”? Se un generale avesse utilizzato il suo potere per trascendere le regole e far fuori Mussolini?

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  21. Sig. Alberto, il post della sig.na Galatea sarebbe struggente? Ma Lei sa che significa? Vuol dire che Lei ci vede le torme delle cure onde seco ella si strugge? Se così è, speriamo che trovi presto pace lo spirto guerrier ch’entro le… le sfugge, via.

    Sig.na, siamo per una volta d’accordo con Lei, sul fatto che la sua non sia sana indignazione. Ma non è nemmeno sconforto. Glielo diremo presto che cos’è. Ma oggi di là abbiamo da fare. Siamo però d’accordo per ciò che concerne l’inutilità.

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  22. @Nomedelblog&Galatea: il pezzo rebloggato da Sgembo (autore de il Gobbo Malefico) è mio. Giusto per evitare fraintendimenti, potreste leggervi il post linkato nel pezzo:

    http://residenclave.wordpress.com/2010/03/07/le-mie-palle-elettorali/

    Per me andava mandato tutto a monte. Le norme per la presentazione delle liste sono assurde. La cosa è denunciata dai radicali da una vita. Come sempre accade si cerca di fare qualcosa, con mezzi sbagliati, solo quando a rimetterci è qualcuno che pesa. Se i controlli fossero fatti bene da ogni corte d’appello, di liste valide ne resterebbero ben poche.

    Ciao ciao

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  23. Mi ero pure accorto di vari errori. Il post corretto è questo (era in risposta alla solita sfuriata di Serra):

    “Per quanto abbia cercato di spiegar ieri che la soluzione del decreto panino governativo non mi sia affatto piaciuta, non posso far altro che condividere tutto quanto ha scritto abr. Pensare che si debba rispettare una legge solo in quanto legge non è certo segno di moralità. E’ questione di fede. E’ come pensare che non uccidere sia giusto e morale solo perché è scritto nella Bibbia. La moralità non può essere qualcosa di eteroimposto, e la legge non è sempre giusta. Violarla a volte è necessario. E’ doveroso. Fra gli ex-comunisti, con la caduta del muro, c’è chi è finito a ricercare altri dei ai quali sottomettersi: quelli come Ferrara hanno rivolto lo sguardo verso il Vaticano, quelli come Serra hanno preferito lo stato itaGliano (in alternativa al sol dell’avvenire – da repubblica dei lavoratori a repubblica fondata sul lavoro il passo dev’esser stato semplice).”

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  24. Ero d’accordo con te quasi in tutto fino a un momento fà, poi ho letto che pure il vaticano dice che non si possono cambiare le regole durante il gioco, questo mi insospettisce non poco. 😉

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  25. Questa volta l’hanno fatta grossa e fuori dal vaso.
    Son sicuro che le prossime le perderanno e quelli che verranno, aboliranno tutte le leggi fatte da questi, faranno in modo che chi ha più di un tot, non possa candidarsi, aboliranno tutte le caste, venderanno la rai, metteranno la burocrazia al servizio dei cittadini, laicizereranno il paese, eliminereranno le auto blu, toglieranno l’80% degli addetti alla politica etc.. etc..
    Ah, ma come prima cosa aboliranno le provincie

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  26. @nomedelblog: Io, purtroppo, sono ormai vecchia. Come tutti i vecchietti, sono attaccata ai miti della mia gioventù, fra i quali la democrazia. Che non è certo una panacea, ma prevede che, se una legge è anche stata approvata dal Parlamento, prima possa essere impugnata come anticostituzionale, e poi possa sempre essere modificata attraverso il ricorso al Parlamento stesso. Mi spiace, ma per me se le regole sono giudicate sbagliate, assurde, o semplicemente inadatte ai tempi, bisogna cambiarle sempre secondo le procedure, perché sono le procedure che fanno la democrazia, e fuori dalla democrazia vi è solo arbitrio, anche se della maggioranza o a fin di bene.
    Se il Parlamento (non lo Stato, lo Stato in sè e per sè non legifera) decidesse per una legge che impone a tutti di essere astemi – come avvenuto in America durante il proibizionismo – io non sarei nè per l’illegalità diffusa nè per la scappatoia: si porterebbe avanti una battaglia per abolire una legge cretina, così come è avvenuto in America, per altro. Mi batterei per questo. E te lo dice una astemia.
    L’esempio tuo “se un generale avesse trasceso le regole e fatto fuori Mussolini” non regge: eravamo già in una dittatura, quindi le regole democratiche lì erano saltate. Ma comunque, se vuoi il mio parere personale, se un generale facesse fuori un tiranno da solo, senza processo, e riuscisse con questo omicidio a reistaurare la democrazia, tecnicamente sarebbe sempre reo di omicidio, in quanto sarebbe meglio che il tiranno si limitasse ad arrestarlo e poi farlo eventualmente condannare, anche a morte,ma dal popolo. Farei una colletta per pagare l’avvocato al generale omicida e probabilmente gli stringerei la mano, però.

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  27. @z3ruel: Il commento sopra già spiega la mia posizione. Non sopporto l’abitudine italiana di fare leggi che sono inapplicabili e poi far finta di nulla quando le norme vengono platealmente violate, purché lo si faccia senza dare scandalo. Per questo io sarei per l’applicazione assolutamente pedissequa di ogni tipo di legge e di procedura, soprattutto se cervellotica: così, dato che si bloccherebbe tutto e per primi i politici resterebbero falcidiati dai controlli a tappeto, diventerebbe manifesto quanto sono cretine le disposizioni, si sarebbe costretti a correre ai ripari ed abrogarle davvero, le leggi idiote ed inapplicabili. Qualsiasi altra soluzione è il solito pateracchio all’italiana.

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  28. d’accordo che questo decreto fa ribrezzo, e che napolitano non ha fatto un capolavoro a firmarlo

    però il rischio di una guerra civile reale non è da trascurare; gli scenari che si sarebbero potuti vedere sono molto molto pericolosi

    immaginamoci di andare a votare e che non ci sia il candidato della destra per le note vicende, immaginiamoci di trovare gruppi inferociti, aizzati dalla propaganda, fuori dai seggi a minacciare chi a votare ci va, e con l’apparato dell’ordine pubblico agli ordini di un inferocito governo nemico

    mi ricordo ai tempi del referendum sulla caccia, i gruppi di cacciatori, fuori dai seggi, nei piccoli centri a “vedere” chi andava a votare, e quella era una cosa piccola

    io credo che napolitano abbia firmato per evitare guai ancora peggiori, che riteneva possibili

    certo, è triste tutto ciò, ma ricordiamoci che quando gli equilibri politici si spostavano in italia è accaduto di tutto: stragi, attentati e poi il caso moro

    insomma, come cittadino mi dolgo assai, ma penso che napolitano abbia fatto bene, purtroppo

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  29. in più si appellano al fatto che sarebbe rimasto escluso il partito di maggioranza. ma la competizione elettorale è come le estrazioni del lotto: ogni volta TUTTI ripartono da zero. nessuno mai si è agitato quando liste minime e minori sono rimaste escluse per la loro incapacità organizzativa. ora che sarebbero rimasti esclusi quelli del partito di maggioranza invece gran casino. io penso però che napolitano sia incazzato quanto noi; ma che probabilmente a questo punto non poteva fare altrimenti. il problema vero è che quelli là non hanno da subito detto “abbiamo fatto una cazzata, aiutateci per favore” ma hanno da subito sparato contro i giudici (guarda che novità) che li escludevano. quando muore il cavaliere?

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  30. Complimenti! meglio di così non si può descrivere la nostra situazione…
    tuttavia questo ennesimo misfatto italiano ha solamente tolto le ultime illusioni alla gente corretta ed onesta di questo paese; avrebbero fatto meglio ad annullare le elezioni, mancando il partito di maggior peso, correggere le regole se necessario e poi ricominciare da capo. Non so se questo sia possibile; rimane il voto, vedremo presto…

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  31. Tutti i partiti si erano detti favorevoli a riammettere le liste escluse, purché:
    1) si fosse attesa la pronuncia del tribunale (entro pochi giorni)
    1) fosse avvenuto per legge del Parlamento e non per atto del Governo
    2) si fossero coinvolte le Regioni interessate, come previsto dalla legge
    3) ci fosse stata l’ammissione di responsabilità di chi aveva provocato “l’incidente”
    tutto questo avrebbe comportato solo qualche giorno, al massimo una settimana, quindi ampiamente nei termini. Nel frattempo la campagna elettorale sarebbe continuata ,sempre nel rispetto dei termini di legge
    Questo per rispondere a chi, a destra, parla di prevalenza della sostanza sulla forma (ma guarda quanti leninisti nel pdl!)
    Invece Berlusconi ha scelto deliberatamente la prova di forza. A quel punto Napolitano avrebbe dovuto negare la firma sul decreto, come aveva sempre detto. Perché l’ha fatto? Pavidità?
    Per me è sotto ricatto. Putin ha consegnato a Silvio un bel po’ di faldoni. Qualcosa su Giorgio il migliorista ci ha trovato di sicuro.

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  32. Rispettabile Galatea:
    Sono Brasiliano , vivo a Roma e me permetto di commentare su questa Italia qua amo tanto .
    L’Italia vive una situazione patologica. I politici vivono in uno stato mentale nebuloso e crepuscolare dove i quadrati sono rotondi, due più due fa cinque o sei. Nessuna parola detta, o atto praticato , dovrà mai rispondere per le conseguenze che svolge nel mondo reale. E’ lo stato di perfetta alienazione dalla realtà, nel quale un individuo o gruppo, immunizzato contro la percezione dei suoi crimini e le sue immoralità, può dedicarsi gustosamente all’auto-adorazione narcisistica e sentirsi portatore di tutte le virtù, l’incarnazione delle più belle speranze dell’umanità.
    Viva il presidente del consiglio …… (detto da lui stesso)

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  33. Chiedo scusa a Zruel per le citazioni pasticciate, ed anche a Galatea per infilarmi in discussioni che non riesco ad affrontare senza andare per esempi. forse già la tua battuta sui “miti della gioventù” sistema le differenze, ma ti ringraizo cmq della spiegazione. io invece non credo le regole democratiche siano buone di per se, e che seguirle sia giusto a prescindere; semmai conveniente. ma, a differenza degli anarchici o libertari citati, credo non vi siano, oggi, alternative: in questo caso, infatti, sono d’accordo con te che il decreto sia deprecabile.
    se però, per assurdo, per un vizio di forma saltassero tutte le candidature di una parte politica, o di entrambe, non saprei dire se sarebbe meglio applicare le leggi o un qualche “pasticcio all’italiana”.

    Quanto all’idea del fare applicare tutto alla lettera per far capire quanto assurde le regole siano… è sicuramente suggestiva, un po’ come quella del far pagare le tasse a tutti fino all’ultimo centesimo per poterle abbassare. Così a naso non sono tanto sicuro che avrebbe successo, però…

    ciao

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  34. Quoto in pieno il tuo post e se fino adesso avevamo toccato il fondo (corruzione, leggi a personam, sperpero del denaro pubblico, etc)… dopo questo, la nostra classe politica sta’ “scavando il fondo”.

    Buon pomeriggio, Bac.

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  35. Guarda, non potevi trovare parole migliori per esprimere quello che anche io penso. Così ho deciso di ‘linkare’ questo post sulla mia bacheca di facebook, perché tutti quelli che mi vogliono bene possano leggerti.

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  36. @topgonzo di fronte ai suoi commenti acidi e spocchiosi non posso che chiedere scusa per l’aver usato parole non appropriate nel mio modesto commento di ieri. Del suo buon tempo, quello che spreca irridendo persone meno istruite di lei, ma infinitamente più intelligenti, consiglio un uso migliore. E confermando, da un lato, che questo post di Galatea è tra i più belli che mi sia capitato di leggere, non posso viceversa che etichettare i suoi commenti tra i più inutili e insulsi.
    @Galatea è da quando voto (iniziai circa venticinque anni fa) che leggo e sento dire di democrazia malata, di dittatura, di “finestre rotte”. Ricordo benissimo momenti della nostra storia recente, il rapimento e l’assassinio Moro, la strage alla stazione di Bologna, le stragi di Capaci e di via d’Amelio, ricordo la tensione ed il senso di impotenza di quei momenti terribili. Credo che da ognuno di quei momenti, per quanto drammatici e apparentemente senza ritorno, sia nato qualcosa di positivo. E credo che anche da questo bruttissimo episodio di cui parla il tuo post, dal comportamento osceno che i politici di oggi ci hanno regalato, possa nascere qualcosa. Ne sono certo.

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