Non sono mai stata bella. Al massimo carina, piacente, graziosa. Il che mi ha consentito di ricevere complimenti, far girare la testa a qualcuno, talvolta, avere inviti a cena, storie, storielle, relazioni o week end di passione, flirt, come tutte le ragazze e poi le donne hanno nel corso della loro vita. Ma pur se soddisfatta e felice per ciò che ho avuto e magari avrò, come tutte le donne graziose però non eccezionali ho spesso desiderato, anche solo per un giorno, di essere bella. Bella davvero, intendo: bella come le modelle sui giornali, come le dive nei film: fisico slanciato, gambe chilometriche, sorriso che fulmina, capelli scendenti sulle spalle lunghi e lisci, occhi da cerbiatto, collo alla Modigliani, corpo mozzafiato, lato B a mandolino perfetto e decolleté da far perdere i sensi ai maschi attorno.
È qualcosa di insito nella psiche di ogni donna il culto e la venerazione per la bellezza, questo desiderare di essere belle, belle senza remissione; forse perché tutto nel nostro mondo ti racconta, fin dai tempi delle fiabe quando sei bambina, in cui principesse bellissime sono le immancabili protagoniste felici, che la bellezza ad una donna cambia la vita, anzi è l’essenza delle vita stessa, e che le donne belle fanno parte di una dimensione altra che consente loro di avere esistenze compiutamente femminili, perché una donna può essere poi simpatica, affascinante, intelligente, colta, sexy anche se bruttina, ma a noi l’imprinting ce lo danno le fiabe, appunto: e non ce n’è una di quelle maledette Cenerentole e Biancanevi che sia scelta perché laureata in ingegneria, per dire.
Il mondo ti fa capire subito, fin dai tempi delle elementari in cui i compagnucci di banco giocano molto più volentieri con te, che sei simpatica, ma perdono le bave per la biondina del primo banco, che il mondo funziona così, ed essere bella, per una femmina, significa essere scelta, a priori. E che tu, che sei simpatica e intelligente e comprensiva e materna e allegra e spiritosa e colta ed elegante e sexy, tutte quelle cose le sei un po’ per compensazione di quella sfolgorante bellezza che ti manca: le altre sono scelte perché sono belle, tu nonostante il fatto che non lo sei.
Col tempo e l’esperienza, e l’età, impari un po’ a farci pace, soprattutto quanto poi incroci uomini che, dopo aver provato la sfolgorante bellezza ed esserne rimasti spesso scottati e delusi, arrivano da te; ma in un angolino del tuo cervello di donna, quel maledetto angolo che resta pietrificato ai quindici anni e continua suo malgrado a ragionare come l’adolescente che non sei più e non hai nemmeno mai voluto essere, quel desiderio di provare, anche solo per un attimo, anche solo per un giorno, cosa vuol dire entrare in una stanza e sentire i respiri che si fermano e le mascelle dei maschi che s’aprono in un oooohhhhh di meraviglia resta.
Le odi, nel fondo del tuo cervello, le belle, e al tempo stesso non puoi fare a meno di ammirarle per quel dono sublime che han ricevuto dagli dei per un loro imperscrutabile capriccio, senza far nulla, e pertanto è in qualche modo ancora più sacro che se fosse meritato.
Fai parte di quella generazione di femmine che è passata dalla fiabe di Cenerentola al Drive In, ed è cresciuta ossessionata dai corpi e dalle storie di top model e veline che facevano calendari e sposavano manager ed imprenditori di successo, diventavano esse stesse dive, e poi imprenditrici, e poi sexy pantere e anche madri e mogli adorate. Mentre tu lo sai benissimo che potrai massacrarti di dieta, sudare come un cammello in palestra, truccarti, farti fotografare in qualsiasi posa e fotosciopparti quanto vuoi, ma, porca miseria, non sarai mai come loro, perché loro sono altro: sono destinate fin dalla nascita ad una esistenza da belle, e tu no.
Te l’hanno raccontata da sempre così la vita delle altre, persino i libri di filosofia sotto sotto ti han ficcato nella zucca l’equivalenza di Bello e Buono, di Bello e Sublime, e fatto capire che anche gli intellettuali più integerrimi e grigi davanti al mistero della Bellezza, anche solo corporea, hanno tentennamenti da adolescenti repressi, per cui fra Diotima e Marilyn Monroe è sempre la seconda che vince, e adieu. E tu, anche se hai imparato a far spallucce, anche se ti sei convinta a furia di ragionamenti che non è vero, un po’ ci hai sofferto, perché non era neppure la mondanità, le feste, lo scintillio del denaro o la fama, quello che invidiavi alle belle, ma il loro palese far parte di una razza diversa da te, quella delle “donne davvero”, in grado di esercitare la vera essenza del potere femminile: che consiste, con il solo apparire, nel rendere schiavo il mondo, mentre il mondo accetta senza un fiato di cadere in ginocchio, come un destino naturale, come una fatalità.
Poi, specie in questi ultimi mesi, sfogliando i giornali sempre più pieni di foto di belle, bellissime, che però scopri essere finite in un sottobosco di storie squallide, di degrado, di prostituzione, quando ti rendi conto che per molte di quelle ragazze e donne un corpo perfetto è stato quello che le ha indirizzate verso un’esistenza che di scintillante non ha niente, perché è solo quella della puttana, e che la facilità con cui venivano scelte le ha portate solo a diventare come un oggetto su uno scaffale, che si compra da parte di clienti volgari e distratti, anzi, spesso addirittura si affitta per poche ore e poi si lascia là; che tutta la loro bellezza, insomma, le ha portate solo a finire sulla copertina di un settimanale, sì, ma come la testimone trascinata in procura per giri di droga o per sordide storie di letti e ricatti, di fronte a tutto ciò provi un sentimento strano, contraddittorio. Che forse è sollievo, certo è in parte maligna rivalsa, ma in parte è anche tristezza e pietà.
Per tutta quella inutile bellezza che viene sprecata e triturata, come se fosse una merce di poco prezzo, e per questo mondo che della bellezza, anche quella del corpo, ha così poco rispetto: la compra, la vende, la usa senza grazia, e alla fine la consuma e la getta via.
Tu, che non sei mai stata bella, soffri nel vedere tutta quella bellezza offesa così.
Non solo è triste vedere la bellezza stracciata ed offesa. Io, da stagionata, ci metterei vicino anche la gioventù buttata via.
E anche il fatto che questa bellezza di cui parli così bene è innaturalmente siliconata.
Tripla tristezza!
Ciao
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Ti seguo da tempo, addocchio le tue brevi frecciatine e mi rammarico di non leggere qualcosa di più corposo, complesso, che permetta di sentire gli ingranaggi delle tue cellule grigie che sfregano e fanno scintillare le parole, oggi finalmente ti sei profusa dopo tanto tempo, e mi fermo a rileggerlo diverse volte.
Bel modo di iniziare una mattina vacanzifera.
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Non so. Mai desiderato di essere bella. Però qualcuno, /a, mi ha confidato, e insistentemente, che avrebbe voluto tanto non esserlo. Per completezza quasi allo stesso tempo negava di esserlo stata, bella. Non è una questione di erba ma… non siamo mai soddisfatti di quello che siamo. Almeno quelli di questa categoria.
Baciotti
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Se vuoi provare l’ebbrezza di quegli sguardi non hai che da andare in giro con un vestito con disegnata sopra una top model nuda.
La bellezza infatti, in quegli sguardi che invidi, non è associata a Galatea, quella che tu sei, quella che si arrovella in questi ragionamenti, più di quanto non lo sia quell’immagine dipinta sulla stoffa.
Amo la bellezza, sia chiaro, eppure è così: la bellezza distoglie quasi sempre dal soggetto.
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Sono capitata qui per caso, pur conoscendo chi sei (ci siamo sedute di fronte all’Amelia tempo fa).
Il tuo articolo mi ha fatto emozione perchè ho visto scritti molti dei miei pensieri passati e attuali… non ho molto da aggiungere a riguardo.
Se posso, però, vorrei mettere il link a questo articolo sul mio piccolo blog, me lo permetti?
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…
G.: “e allora, allora invece della lotta politica, la coscienza di classe, tutte le manifestazioni e ‘ste fesserie bisognerebbe ricordare alla gente che cosa è la bellezza, aiutarla a riconoscerla, a difenderla.”
S.: “la bellezza?”
G.: “la bellezza. È importante la bellezza, da quella scende tutto il resto.”
S.: “senti un po’, ma che ti sei innamorato pure tu come tuo fratello? Che c’è l’epidemia in famiglia magari?”
…
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Non credo che il desiderio di essere belle sia innato. Credo sia il frutto dell’educazione (si fa per dire) che riceviamo.
Detto questo, amen.
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E’ sempre bello sapere e leggere che c’è qualcuno che riesce a scrivere le emozioni quotidiane che ogni normalisima donna, magari caruccia, ma mai da essere definita BELLA, prova in fondo al proprio cuore.
Avere gli occhi del colore che definiscono dell’amore, ma non avere tutto il resto da permettere che qualcuno se ne accorga; avere l’altezza quasi, quasi giusta per essere definita mezza bellezza, ma non avere tutto il resto per far si cha qualcuno se ne accorga;
Cercare di essere gentile, accomodante, simpatica, perchè tanto sai che nessuno ti guarderà per altri motivi… E poi, vedere alcune belle, bellissime, che siano siliconate o meno, di certo c’era la base per esserlo, anzi oggi si esagera con i ritocchi in quanto ci si è accorti che con un po’ di accortezza tutte potevano apparire più belle, e le belle passavano come le solo carine, si è voluto esagerare sulla bellezza propria pur di essere sempre e solo più belle, e perchè poi?
Almeno cenerentola, si sapeva che era la sola e l’unica, insieme a biancaneve e le varie principesse di fiabe antiche…
Ecco, forse oggi converrebbe a tornare a pensare, a sognare e sperare di divenr principesse più che belle: almeno si salverà un po’ di dignità.
Ho detto principesse, non ministre o parlamentari!
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hai presente “Le particelle elementari”, in particolare quando attacca a descrivere l’adolescenza di Annabelle? una spiegazione plausibile per lo spreco della bellezza.
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è vero, molto vero, in un contesto volgare la bellezza, la bellezza classica, stride, soffre, appare offesa
ma certe ragazze non amano affatto la propria bellezza, la usano, la vendono, ma senza dubbio non la vivono
è un mondo che compra, non un mondo che ama
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Che sciocchezze. Tu sei BELLISSIMA.
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Dovremmo riflettere, con la dovuta indulgenza, sull’origine del narcisismo: esistono infinite forme attraverso le quali possiamo esprimerci – o meglio – pensare di farlo, concentrandoci su una e solo una fra le mille opzioni disponibili, per ricomporre un’immagine di noi adeguata e soddisfacente.
Mi ha fatto piacere leggere il tuo elegante pezzo, autoironico e malinconico quanto basta ma pur sempre stimolo per altre riflessioni a margine.
Scrivevo da qualche parte, recentemente, sulla Bellezza. Ma non con altrettanta efficacia. E guarda caso, venendo in visita al tuo Blog mi sono trovato davanti lo stesso tema preoccupante.
Sì, lo so, il tuo discorrere all’apparenza biografico, intimo e autoreferenziale e in qualche misura intenerente e solidarizzante, potevo leggerlo diversamente.
Viene, a leggere superficialmente, veramente voglia di dirti qualcosa in consolazione del fatto in sé, che poi non è così brutto come sembra.
Il fatto in sé.
Poi, ovviamente ci si trattiene; non hai certamente bisogno delle nostre parole rassicuranti (sulla tua bellezza personale e su tutto il resto), è sufficiente leggere attentamente e con un minimo di sensibilità per capire come stanno le cose. Che non hai bisogno di rassicurazioni. In fondo, ironicamente, te la suoni e te la canti con abilità e consapevolezza tipiche del tuo tempo. Quel tempo in cui le donne (categoria astratta e riduttiva) riaprono i giochi e i dialoghi sul senso della vita e dell’esistere, dell’essere, del divenire, del restare quel che si è in effetti, accogliendo e accettando se stesse maternamente, amichevolmente, dolorosamente, sinceramente. Con quella sincerità che noi uomini evitiamo accuratamente mettendo in atto altri orgogliosi o timidi narcisismi. E nel tuo scritto l’autoironia è molto più che un esercizio retorico per abbellire il dolore di quel senso di inadeguatezza preziosa, è un lenitivo e una via di conoscenza di sé, un ribadire quel che in fondo sappiamo già. E questo può essere, provvisoriamente, una via di “salvezza” quell’identificarsi con l’oggetto della nostra stessa ironia permette anche a chi legge di non deludersi di sé per quel particolare stato di grazia che è l’imperfezione.
Non so se Dostoevskij dando voce al principe Miškin, quello de “L’Idiota”, intendesse questo, come “salvezza”; non so cioè se la salvezza salverà davvero il mondo, come auspicava (o paventava) il principe e perciò Dostoevskij stesso, a prescindere dal mondo che dovrebbe salvare, vista la pluralità interminata dei mondi.
In questa visione parallela, una visione dove la bellezza non è esclusivamente erotizzata, anche l’Eros può giocare la sua parte ricomponendo intorno al desiderio e alla contemplazione pura, un tracciato relazionale dove l’individuo o meglio, la persona, si consente d’essere quel che è. Desiderabile in quanto altro da sé per l’altro che guarda, l’altro che è appena arrivato e ha visto. Persona, Donna, Femmina, giovane, matura, non importa la forma esterna, cioè sì, è necessaria la sua qualità ma solo per chi ce l’ha, questa qualità. Ecco perché non esistono donne brutte o non sufficientemente belle, salvo che loro stesse non decidano nell’uno o nell’altro senso. Essere belle è una opportunità, una responsabilità, un fatto marginale, elevato a macchia sul vestito bianco. Ma di fatti marginali è costruito il nostro essere quel che siamo. Ciascuno di questi contribuisce in una geometria frattale, a ripetere gli elementi costituenti del nostro “apparire” oltre che del nostro “essere”.
Mi sto perdendo in queste conclusioni che si succedono come frutti che rotolano da un cesto, da una cornucopia. E me ne scuso.
Non ho rispettato l’accuratezza e la precisione del tuo scritto, quel che ho aggiunto nel mio commento non ha la sua, la tua personale bellezza.
E tu in fondo parlavi d’altro, io mi sono solo preoccupato di aggiungere null’altro che nulla.
Perché in fondo la bellezza è qualcosa che stiamo per capire.
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Non mi sono mai chiesto se Simone Weil o la Arendt fossero belle. Non ne avevano bisogno. I maschi vedono ciò serve alla loro conferma; la bellezza è sempre provvista di fori.
Nessun’anima ha un corpo che le corrisponda. Ed i corpi non si amano. E le bellezze non si sprecano.
Il loro uso è lo spreco.
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sì, però la Bellezza vera! Anche io la invidio, ma per quello che riguarda canotti al posto delle labbra, silicone puro al posto del seno, lenti a contatto e capelli finti, beh… non saprei se definirla bellezza.
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@—>Galatea
“È qualcosa di insito nella psiche di ogni donna”
Beh, anche per gli uomini vale lo stesso. Se sei come Brad Pitt, sai che ognuna che guardi è già bell’e cotta e distesa sul letto. Mica male come facilitazione, neh? Prova a chiedere a Paolo Barnard (quello del sesso ludico) se non gli piacerebbe …. 😀
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oscar wilde diceva che ‘la bellezza è una forma di genio’….oggi non ci siamo proprio…è diventata una forma di potere squallido e volgare…..
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@Jenny: certo! Piacere di averti reincontrata sul web! 🙂
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Questo post me ne sta ispirando uno. Che appena avrò ben chiaro,scriverò. Grazie,per intanto.
Inchino e baciamano.
Ghino La Ganga
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Scusatemi, i commenti sono troppi, sono stata fuori tutto il giorno, quindi rispondo un pochino in ordine sparso, non me ne voglia chi non viene citato:
@LadyLindi: No, non parlavo dei canotti e delle poppe rifatte. Ma alcune delle ragazze che si vedono sui giornali sono oggettivamente belle. Fa tristezza vederle finire così.
@rispettarelosceno: Non so, credo che entrambe le intellettuali citate poi abbiano sofferto molto quando i loro uomini non le consideravano belle. Avere fascino, essere apprezzate per la propria intelligenza è piacevole, è molto gratificante. Ma la bellezza, per le donne, è una cosa diversa. Se non ce l’hai ti manca. Anche se poi sei un premio Nobel e non ti scambieresti con una velina.
@gan: grazie.
@estraven: invece ho il sospetto che il desiderio di essere belle sia innato. Anche in natura gli esemplari più belli della specie sono quelli che hanno più speranze di riprodursi. Panso che voler essere bello e cercare partner belli sia genetico.
@lector: però per l’uomo giocano anche altri fattori. Noi donne guardiamo molto spesso più al fascino che alla bellezza nuda e cruda. Brad Pitt è bello, ma credo che le sue possibilità di successo con l’altro sesso aumentino vertiginosamente per il fatto di essere un attore famossissimo e strapagato. Su Paolo Barnard non mi pronuncio perché non l’ho mai visto e non so come sia, ma quando parla del sesso ludico è così noioso che avrebbe dei problemi persino se fosse Brad Pitt.
@gio: magari distrae, per carità. Ma spesso viviamo per farci distrarre piacevolmente.
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Noi donne guardiamo molto spesso più al fascino che alla bellezza nuda e cruda.
Sì, sì certo… come no.
Brad Pitt è bello, ma credo che le sue possibilità di successo con l’altro sesso aumentino vertiginosamente per il fatto di essere un attore famossissimo e strapagato.
Cioè, sarebbe a dire… l’irresistibile fascino del portafoglio gonfio?
Su Paolo Barnard non mi pronuncio perché non l’ho mai visto e non so come sia,…
Ma questa lacuna va assolutamente colmata, perbacco!
Ecco qua, ammira pure il tipico fascino dell’uomo di mezz’età, brizzolato e dal capello mosso, eloquio ricercato, spassionato amante del sesso ludico, astenersi perditempo e bacchettone… 😀
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E anch’io soffro molto, in questo momento.
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Mia moglie è bella, anche adesso che non è più tanto giovane, e mia figlia, che ha venticinque anni, pure. Ma la cosa meravigliosa è che NON LO SANNO, di essere così belle. Non ci contano, non si danno arie, e quando ricevono dei complimenti ne restano stupite.
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@–>Galatea, Frap1964
Senza averlo mai visto, intuivo che non potesse somigliare a Brad Pitt (forse, un po’, a Marco Travaglio). Un uomo che abbia le potenzialità di Brad Pitt non ha bisogno d’inventarsi l’espediente del “sesso ludico” per poter convincere controparte a “giacere” con lui.
Quello del “sesso ludico” è, purtroppo, il più classico degli argomenti di chi soffre della frustrazione di non riuscire a cuccare.
Quand’eravamo ragazzi, era il nostro luogo comune preferito …. tra una pugnetta e l’altra …. 😀
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Sì, d’accordo, le mitologie dell’adolescenza e i suoi ormoni ma il sesso è diventato Eros e perciò ludico con il raggiungimento di una consapevolezza di sé che, nel corso dell’evoluzione, ci ha trasformati in macchine esagerate, spaventate e piene di rabbia e paura.
Fortunatamente qualcuno di noi sa ancora divertirsi ma io non prenderei a esempio personaggi dello Star System: se vogliamo fare questo tipo di “autoanalisi” è meglio prendere ad esempio noi stessi, come ha fatto Galatea, dichiarando la propria “fragilità” davanti a se stessa e al proprio aspetto fisico, al proprio essere “carina”.
Per farla breve e senza piaggeria, vi assicuro che (avendola conosciuta di persona), il suo essere “carina”, è superiore a qualsiasi “essere belle” secondo gli attuali canoni.
E’ più toccante e più convincente.
Anche perché dietro quel volto e quel fisico si sente veramente la presenza di una persona.
Il suo, mi sembra perciò più corretto come approccio, consente di evitare di prendersi troppo sul serio (e perciò per niente sul serio).
Meglio piangersi un po’ addosso per le proprie imperfezioni ma con grazia e con ironia.
E’ questo un buon modo per ricevere un sacco di complimenti sinceri.
E questi fanno sempre un gran bene. Perché privarsene?
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Un detto popolare dice: Le Bele? Tutte le vol e nessuno le tol… Noi donne abbiamo questa predisposizione naturle ad invidiare le belle, ma mica sempre è facile esserlo. A parte che per essere belle come si intende oggi si fa una fatica cane. Un lavoro che un raffreddore o un foruncolo può distruggere completamente. A noi donne normali, il raffreddore rende gli occhi più affascinanti 🙂 e il naso rosso fa tenerezza.
Comunque anche gli uomini perdono gli occhi sulle belle, magari ci perdono pure le bave, ma sanno che non è roba per loro. Quasi sempre percepiscono che vanno bene per una botta e via ma poi mancano di quel quid che li tiene legati e che consente di intrecciarci sogni.
Insomma le carucce, le passabili e bruttine simpatiche si sposano o amano più soddisfacentemente che le “gnocche”
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“Per tutta quella inutile bellezza che viene sprecata e triturata, come se fosse una merce di poco prezzo, e per questo mondo che della bellezza, anche quella del corpo, ha così poco rispetto: la compra, la vende, la usa senza grazia, e alla fine la consuma e la getta via.”
Wow. Questo post è… bellissimo. Vorrei sapermi esprimere così, non so se quasi o più di quanto vorrei essere di una bellezza assoluta.
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mi sono quasi commossa. condivido tutto, parola per parola.
tristezza.
Claudia
PS bello il tuo blog, da oggi lo seguo.
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“Se ora guardi allo specchio,
il tuo volto sereno,
non immagini certo,
quel che un giorno sarà della tua vanità”
Angelo Branduardi (1983)
Cordialità
Attila
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hai ragione, per un uomo la bellezza non è prioritaria come per una donna.
lo è il potere però,
e quello vero è un dono già dal primo vagito.
infatti come le fiabe ci raccontano, è tra le braccia di un principe,successore al trono che si sciolgono le varie cenerentole.
e se nasci contadino son “cazzi amari”, come si dice dalle mie parti.
così come molte donne s’amareggiano della mancata bellezza, molti uomini per la perenne sudditanza.
inoltre, come tanta bellezza venga sprecata è spiegabile solo con il tanto potere chè ugualmente viene dissipato, per inseguire una così, in fondo, futile virtù.
ciao da Papibulldozer,mai accontentatosi.
solo amareggiato ed incazzato dall’ inutile spreco.
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