Il vecchietto che fa segnali nel parcheggio è lì, da sempre. Probabilmente quando Annibale è sceso dalle Alpi e ha dovuto fare manovra con gli elefanti, il vecchietto c’era già e dava indicazioni. La sua occupazione, infatti, è quella: dare indicazioni per uscire dal parcheggio. Indicazioni del tutto superflue, perché il parcheggio è una piazza d’armi, e riuscirebbe ad uscire senza problemi persino un tir in retromarcia sprovvisto di servosterzo. Ma il vecchietto è assolutamente convinto del suo imprescindibile ruolo di datore di indicazioni e segnali. Soprattutto se ad uscire dal parcheggio, poi, sei tu, che sei una donna. Nell’universo del vecchietto le donne non guidano, se guidano lo fanno male, se anche non lo fanno male comunque non sanno parcheggiare. Per cui lui si piazza dietro di te e comincia a sbracciarsi facendo segnali strani manco dovesse far atterrare un caccia su una portaerei. Basta che tu inforchi la retro e lui entra in fibrillazione, si sgola, ti chiama, agita le mani per dire: «Frena! Frena!» anche se sei a quindici metri abbondanti da qualsiasi possibile ostacolo. Poi si piazza dietro di te, esattamente dietro di te, cioè nell’unico posto dove è sicuro che lo tiri sotto se ti azzardi a muoverti di solo mezzo centimetro, e ti fa cenno di muoverti, piano. Cosa che tu fai, non perché ti fidi delle sue indicazioni, ma perché temi di mandarlo al creatore. Quindi lui indietreggia come una lumaca, tu, smadonnando tutto lo smadonnabile, ti contorci per non stirarlo sull’asfalto e, dopo aver sudato sette camicie e aver trascorso quasi un’ora per uscire da un posto in cui di solito esci in tre secondi e trenta netti, lui ti viene accanto al finestrino, sorridente, ti fa un cenno con il capo che vuol dire: «Eh, ha visto, tutto bene, meno male che c’ero qua io!» e sale sull’auto della moglie, che è venuta a recuperarlo.
Perché il vecchietto, ovviamente non ha nemmeno la patente.
Tremo al pensiero di incontrarlo, uno simile.
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E’ tremendo.
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Solidarietà alla cara consorte. Anche se mi viene il dubbio che sia proprio lei a mandarlo lì a ”lavorare” tutti i giorni per non averlo sempre a casa. Ti immagini uno che si piazza dietro di te correggendoti mentre carichi la lavatrice e passi il l’aspirapolvere?
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Ciao Mariangela! Spero di riuscire a venire a comprare il tuo libro venerdì (intanto ho scritto un pezzo sull’evento http://www.ilvivipadova.it/la-blogger-che-racconta-gli-antichi-alla-feltrinelli)
Sembri una persona decisamente simpatica!
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@Anna: grazie ! Spero di conoscerti venerdì, allora. 🙂
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