Io mi immagino la faccia sconvolta dalla rabbia e dalla frustrazione del bigotto che, dopo aver combattuto per mesi minacciando in parlamento, piangendo, strepitando, strappandosi i capelli, gridando al crollo della civiltà perché le convivenze non si chiamassero “matrimoni” ma “specifiche formazioni sociali” si troverà poi nella vita di tutti i giorni a dover chiarire agli altri che le due persone in oggetto formano una “specifica formazione sociale”:
“E cioè?”
“Be’ convivono.”
“Ah sono coinquilini?”
“No, convivono proprio!”
“Ah, sono come sposati, quindi!”
“Sì, cioè no, non è proprio così, ma…”
“Non ti preoccupare, ho capito, grazie!”
E a quel punto godetevi il singulto disperato del tizio, che si renderà conto, finalmente, di quanto è specificatamente idiota.
Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus. 😀
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Personalmente sono contrario a queste forme di matrimonio «surrogato», a mio avviso chi convive senza essere sposato gode della possibilità di sciogliere il legame senza gli obblighi di chi è sposato, quindi non mi pare giusto abbia gli stessi diritti. Meno obblighi, meno diritti, così penso sia giusto.
Per la questione delle coppie gay, la soluzione è semplicissima: matrimonio civile possibile anche per loro, senza queste soluzioni rabberciate.
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Cara collega Mariangela, noto nei tuoi post un alto grado di supponenza e di presunzione, visto che dappertutto vedi idioti e cretini: il cretino maschilista, il bigotto idiota ecc. Ma tu chi credi di essere, Einstein? Guarda che un po’ di modestia non ti farebbe male e ti farebbe apparire meno antilatica e acida, sia ai lettori del tuo blog che ai tuoi studenti.
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Volevo dire antipatica, c’e’ un errore di battitura. Aggiungo qui che se esiste una cretineria maschilista, ne esiste certamente anche una femminista, e ne ho le prove.
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@profrossi Aggiungere “idiota” a un “bigotto” è come aggiungere “candido” a “bianco”. Non c’è alcuna supponenza, è solo un rafforzativo: bigotto già comprenderebbe idiota per definizione, si tratta solo di esplicitare l’ovvio.
E comunque, mettersi allo stesso livello di un bigotto capace di partorire le “specifiche formazioni sociali” non sarebbe modestia. Sarebbe scarsa, scarsissima stima di sé.
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dare dell’idiota a chi ha opinioni diverse dalle tue, non è un brillante esempio di tolleranza, ma c’è da dire anche che uno nel suo blog privato ha diritto a scriver quel che crede e che, fatto apprezzabile, galatea lascia esprimere opinioni divergenti dalle sue
poi è chiaro che uno scrive «pensando» al suo pubblico, e quindi cerca «quel» consenso, tutti lo facciamo
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