La vecchina veneziana ha un’età indefinibile fra sopra gli ottanta e di più. È piazzata sulla tolda del motoscafo, appuntita come una picca sullo sterno di un nemico e scruta l’intorno con il piglio di chi è sopravvissuta a carestie, guerre e fascismi, figurati se si fa impensierire da un Brugnaro.
Lo sguardo dei suoi occhi aguzzi si punta sul giovane trans che è montato alle Zattere, inguainato in un tubino rosa fucsia che mette in evidenza un seno sfidante ogni legge di gravità e ogni curva naturale.
Lo fissa, lo fissa, lo fissa, con dipinto sul volto un’espressione di moderata curiosità mista a interesse scientifico.
Il ragazzo la guarda incazzosissimo e sbotta: «Che hai? Non hai mai visto un uomo con le tette?»
E la vecchina, serafica, sorride e risponde: «No, more, ghe ne g’ho visti tanti. Ma xé el vestito che me piase, dove ti lo g’ha comprà?»
E le due cominciano a scambiarsi informazioni sui banchetti più economici del mercato di Marghera come due vecchie amiche.
Le vecchine veneziane il gender se lo mangiano a colazione.
Ricordo una scena simile, a Genova.
Un piccolo bar, dove si sta in piedi. Lo spazio è quasi solo verticale. Una lei un po’ particolare, alto, la schiena quasi da camallo, la barba ben celata sotto il trucco. Il cappuccino in mano, due chiacchiere tranquille, nel mattino, con la signora accanto. Piccola, ben messa, decoro sobrio, decoro genovese un po’ all’antica. La conversazione, la consuetudine, fra vite così diverse. Questa città così stratificata in poco spazio, fra la collina e il mare, mescola le vite, le agglutina nella quotidianità. Nelle strette strade e nei minuscoli bar, prevale lo stile d’una madre che ha navigato il mondo e che il mondo ha visto passare nel seno, nel porto, nei labirinti impregnati di ricchezza, peccato, preghiera, orgoglio, poesia. Nel piccolo bar, dove si sta in piedi, si capisce Genova.
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Trovo un po’ strana la scelta di non dare alla ragazza col vestito fucsia il genere giusto finché non comincia a parlare di vestiti. Ma magari è proprio quello che vuoi far sentire, come improvvisamente a seguito della conversazione i presenti la ricategorizzino, finalmente, come donna.
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Chi di politicamente corretto ferisce…
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alla vecchina del trans non gliene importava un fico secco ma del tubino molto.
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