
Il libro primo dell’Eneide si apre con Giunone incazzata a morte. Per evitare che la città che ama di più al mondo, ovvero Cartagine, possa un giorno perdere il suo benessere economico, vuole impedire a tutti i costi che i profughi troiani al comando di Enea possano raggiungere le coste del Lazio.
Contro questi pulciosi immigrati ha già provato di tutto: grazie alla sua influenza (è la regina degli dei, mica cotica!) ha fatto in modo che non trovassero asilo in nessuna terra civile. Ma quelli, testardi come zecche, rimangono vivi, e in mare.
Giunone se ne duole, e se ne lagna. Si lamenta assai perché Atena (la solita raccomandata, in quanto figlia primogenita e prediletta del marito Zeus) ha potuto fulminare le navi di Aiace, mentre a lei il fato nega questa soddisfazione, perché il principe Enea è destinato ad un glorioso destino. Ma mica si arrende, eh. Va da Eolo, il dio dei venti, e lo intorta: se la aiuterà a scatenare una bella tempesta che finalmente affondi le navi troiane, lei gli darà in moglie una delle sue ninfe, la più bella. Giunone, quanto le serve qualcosa, è disposta a tutto, anche a fare la mezzana.
Eolo si presta, perché una bella ninfa è sempre una bella ninfa, e Giunone non è una dea che si possa scontentare senza conseguenze. Per cui scatena la tempesta, che cala come notte sopra il mare infinito.
I Troiani però ancora una volta ce la fanno. A dispetto di Giunone, a dispetto di tutto. E la regina degli dei, per quanto potente e subdola, alla lunga è destinata ad essere sconfitta.
L’Eneide ha più di duemila anni. E in questi duemila anni non c’è un lettore, uno solo, che non abbia considerato Giunone una grandissima stronza e non abbia tifato per i poveri Troiani, senza patria, senza aiuto, sballottati in mare e in costante pericolo di morte. Nessuno ha mai dubitato che avessero ragione loro, e diritto di trovare accoglienza e supporto in una nuova terra, per ricostruirsi una vita in un luogo sicuro e migliore.
Nessuno. In duemila anni.
Pensateci, ogni volta che ascoltate un proclama di Salvini.
Grandioso!
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Con tutto il rispetto, e con tutto l’amore che provo per l’Eneide, mi sembra una lettura un po’ forzata. Dettagli come il fatto che Cartagine, più che perdere il proprio benessere economico, è stata dai discendenti di Enea rasa al suolo, suolo che poi è stato arato e seminato col sale per ostacolare il riformarsi della vita, forse potrebbero aiutare a comprendere la focosa preoccupazione di Giunone. Che peraltro, si è adoperata anche per soluzioni pacifiche e vantaggiose per tutti (d’intesa con la madre stessa di Enea, se ben ricordo): Cartagine aveva accettato a braccia (e gambe) aperte Enea e i suoi, offrendo loro integrazione, suolo e risorse. Enea avrebbe anche potuto aspirare al regno di Cartagine, visto che regina locale lo avrebbe sposato più che volentieri. Ma, evidentemente, non gli bastava, così ha lasciato Cartagine alla chetichella come un ladro con le navi costruite con il legno di Cartagine, per andare a spargere un po’ di morte e distruzione in Lazio (mi sembra che almeno Turno te lo ricordi anche tu, ma non è stato l’unico a morire in un conflitto che non sarebbe neanche cominciato se i Troiani si fossero fermati a Cartagine); lasciandosi dietro, perdipiù, un’altra donna incazzata nera, e con ottime ragioni. Anche questa, ovviamente, è una lettura non priva di semplificazioni, ma non sono stato io a cominciare…
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La lettura dipende da quanto Virgilio stesso dice nell’introduzione al libro primo (1, 12-20). Giunone odia i Troiani e intende salvare Cartagine che la,terra che le è più cara, persino prediletta rispetto a Samo.
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Ah, che c’entra, quella è letteratura, mika la vita reale!
(Però mi si è affacciata alla mente l’immagine di Salvini che legge l’Eneide, e non so proprio perché, ma non riesco a smettere di ridere. Sono troppo radical chic, mi sa)
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Ragazzi, ricordo a tutti che siamo su Internet. Abbiamo metà del sapere umano a portata di tastiera: fare qualche verifica prima di scrivere costa poco, e giova alla solidità delle nostre argomentazioni. Ad esempio, @Murasaki, leggo su WIkipedia che Salvini é diplomato al liceo classico, con votazione media. Quindi, volente o nolente, l’Eneide almeno un po’ se l’e’ letta, e probabilmente qualche pezzo del libro IV se lo è sparato in lingua originale (con la guida del suo docente, ovviamente): è diplomato al Liceo Classico, e il IV libro è il più gettonato nei licei. Per inciso, il libro IV è quello in cui, come accennavo un paio di post fa, Enea se ne scappa da Cartagine e da Didone come un ladro, con buona pace di chi dà la colpa a Giunone se non si integra.
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@saperesipiuperfaredipiu: se, al pari di Salvini, oltre che il libro IV ti fossi anche letto l’incipit del libro I avresti scoperto che effettivamente Giunone c’è l’ha con i Troiani perché vuole salvare la banda sta Cartagine. Oltre a Wikipedia, leggiti anche i testi originali, invece di suggerire agli altri di approfondire di più.
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Io credo che l’abbia letto, perché è proprio nel proemio che Virgilio spiega, poche righe più sotto, che non ce l’ha affatto con i troiani, ma specificamente e solo con Enea, perché sa che i suoi discendenti le distruggeranno l’amata Tiro.
Ma lasciamolo dire a lui:
“Progeniem sed enim Troiano a sanguine duci
audierat, Tyrias olim quae verteret arces”.
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Chiedo scusa ma non ho detto che Salvini non ha mai letto l’Eneide, solo che l’idea mi fa ridere. Posso?
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Ragazzi ma avete letto bene l’Eneide? Alla fine si tratta di glorificare Roma e le sue gesta mica altro. Se i troiani non fossero finiti nel Lazio ma da qualche altra parte ci sarebbe stato un Virgilio diverso che li avrebbe glorificati. Questa è la realtà.
Galatea credo che voglia dire: signori le migrazioni ci sono state e ci saranno. Volerle fermare è come arginare il vento con le mani.
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Salvini è un latinista di fama mondiale, scommetto che conosce a menadito la Pharsalia di Lucano.
🙂
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Ciao Mjollnir, come stai?
Che dicono quei simpaticoni dei tuoi compari di merende, sempre a mugugnare come vecchie zitelle acide?
A parte gli scherzi, fa piacere rivederti.
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@Myollnir: e perchè, l'”excidio Lybiae” al verso 20 ti fa schifo? Nell’insieme direi che Virgilio allude ad una distruzione di massa, come sia noi che lui sappiamo essere successo realmente.
Comunque, anche se il parallelo con l’Eneide, per di più basato sul solo proemio, continua a sembrarmi un autogol, le migrazioni sono un fenomeno incontenibile (c’è chi stima che solo i cambiamenti climatici provocheranno la migrazione di 200 milioni di persone nei prossimi 30 anni, e se anche solo un quarto di essi decidesse di passare dall’Italia…) e l’atteggiamento di Salvini, se non è accompagnato da qualche altro tipo di iniziativa, non puo’ essere una soluzione di lungo termine.
Piuttosto che tacciarlo di questo o quello, però, penso sarebbe più produttivo che qualcuno (più in alto di noi, ovviamente) gli chiedesse di accelerare la donazione di mezzi nautici alla guardia costiera Libica (che il governo ha già in piano, ma continua a rallentarsi e ridimensionarsi). O che piani ha per incoraggiare Libia e Nigeria a rispettare maggiormente i diritti umani, in modo che tutti possano essere d’accordo nel considerare accettabilmente sicuri i porti di queste nazioni. Strano che nessuno lo abbia ancora fatto.
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Oops.. Tunisia, non Nigeria…
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